Ritrovarsi
Ritrovarsi è una storia nella storia, un romanzo storico ma anche d’amore, in cui ci si può riconoscere grazie all’analisi dettagliata che l’autore fa di tempi e luoghi che non tutti abbiamo vissuto. Un’epoca tremenda, di guerra e dolore, quella che va dal 1938 al 1944. La storia di una famiglia, i suoi disagi, gli spostamenti, le idee politiche, le paure di quegli anni con i drammatici risvolti che tutti conosciamo. L’autore con una scrittura limpida e analitica, uno stile semplice e colloquiale, senza enfasi o retorica scuote  le coscienze e rende consapevoli di quella memoria. Ritrovarsi presuppone l’essersi perduti e in qualche modo il libro di Raffaele Messina segue questo filo conduttore. Il perdersi di una città dolente  e ammaliante come Napoli.  Il perdersi dietro la tenerezza di un grande amore ma riappropriarsi  di quella memoria storica che traccia percorsi di  riflessione su valori solidi  per una società più giusta e libera. Attraverso l’esperienza umana della guerra, inoltre l’autore, fa scoprire al lettore tutto il dolore e la disperazione di quella  barbarie, regalandoci un contatto con la Storia libero da  contaminazioni ideologiche, svolgendo una funzione educativa e culturale che è propria solo delle grandi opere. In 27 capitoli, Raffaele Messina, ricostruisce il contesto e le problematiche degli anni della seconda guerra mondiale e racconta un evento epocale come le “Quattro giornate di Napoli” che vide l’insurrezione della città contro l’oppressione nazifascista. Una ribellione eroica e coraggiosa, storia civile di uomini che volevano la fine di una guerra che era costata tante vite. Situazioni drammatiche descritte in modo autentico e sincero dall’autore che ne coglie tutte le  sfumature; confermando spessore e umanità dei protagonisti, intreccia una storia dove l’amore è qualcosa di solido, una promessa duratura che non morirà mai. Un amore fa da sfondo a una storia cinica fredda e angosciante, di guerra, razzismo, fuga, ricerche e inquietudini, rivelatrice  di quella condizione umana sofferente e fragile tra disperazione e volontà di vita ma anche portatrice di solidarietà fraterna. Coraggio di ritrovarsi  attraverso nuove speranze e una riconquistata dignità umana. Italo Calvino nel 1947 ne “Il sentiero dei nidi di ragno“ decide di trattare la Resistenza in maniera indiretta e lo fa attraverso gli occhi di un bambino. Anche qui l’autore sembra usare gli occhi del giovane Francesco per riproporre la storia di chi vince l’umiliazione e il dolore e li trasforma in un’arma per conquistare la libertà. Ritrovarsi è proprio questo, riprendersi la vita e percorrere le sue strade senza mai smettere di sognare e amare.
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Sullo sfondo di un’isola ancestrale come Capri e i mille colori di Napoli, si dipana la storia di Francesco dall’infanzia all’adolescenza. La maturazione di un giovane all’età adulta raccontata dal di dentro delle sue emozioni,delle sue passioni e dei suoi dolori; una trasformazione che procede di pari passo a quella della società in cui vive. Francesco Nestasi è un ragazzo intelligente e coraggioso, deciso e ostinato,figlio del comandante della stazione dei carabinieri Real di Capri,trascorre con la famiglia i suoi primi 11 anni di vita in quell’isola incantevole.Circondato da un gruppo di amici di cui si sente il capo indiscusso, passa le sue giornate sfidandosi con loro in prove di destrezza e di coraggio e fantasticando sul suo sogno più grande: fidanzarsi con Patrizia di cui è pazzamente innamorata. Patrizia assennata e ubbidiente che ha “l’unico torto”di essere  ebrea. Un amore semplice e puro capace di resistere a tutte le difficoltà, nato tra i banchi di una Chiesa e le stradine di Capri che spesso Francesco, percorre  correndo in largo  e in lungo,solo per vederla. Tanti sogni dei due,spezzati prima del nascere da quegli eventi disastrosi che portarono Patrizia a scappare via da Capri con la sua famiglia per la promulgazione delle leggi razziali. Quegli anni spensierati vissuti in una Capri meravigliosa,con la sua natura incontaminata,i suoi campi inondati di fiori profumati che si ergono fino all’orizzonte,verso il mare,saranno dolci ricordi anche per Francesco che di lì a poco causa del trasferimento del padre lascerà Capri per Napoli. Di qui l’esperienza formativa di Francesco su tutti i piani, l’impetuoso rapporto con il padre,il sentimento mai sfiorito che lo legava a Patrizia,mai dimenticata, l’incontro con il signor Salviati, unica guida morale che gli insegna a non giudicare dalle apparenze e ad avere pazienza. Su tutto incombe una guerra assurda,inizialmente sottovalutata e minimizzata  poi vissuta in tutte le sue atrocità e implicazioni. Bombardamenti,scoppi irrefrenabili, massacri di civili, macerie dappertutto: “Attorno a loro, il silenzio profondo dei cadaveri, i lamenti sordi e intronanti dei feriti, le grida disperate dei superstiti“ fino alla riscossa di quelle “Quattro  giornate”quattro giornate di ribellione  e di rivincita.

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