L’uomo perduto è l’ultimo romanzo pubblicato nell’ottobre 2020 dalla giornalista australiana Jane Harper. Il protagonista della vicenda è Nathan Bright, un uomo molto triste, ombroso e malinconico con alle spalle un divorzio devastante. Nathan ha perso il papà in un incidente stradale. Non ha avuto una vita facile, come anche i suoi due fratelli Bub e Cameron. Cresciuti con un padre violento assieme alla loro madre Liz, non hanno il coraggio di denunciare la situazione.
La sua famiglia e i suoi compaesani parlano spesso della “tomba del mandriano”, un luogo conosciuto a causa di una leggenda inquietante. Proprio lì, accanto alla tomba dell’outback australiano, Nathan e Bub trovano il cadavere di Cameron. Nessuno riesce a spiegarsi come sia possibile che l’uomo si sia allontanato dalla macchina senza chiedere soccorso a qualcuno. Cameron aveva con sé una radio per chiedere aiuto, una scorta di cibo e di acqua, come se sapesse che gli sarebbe successo qualcosa. La sua scomparsa porta allo scoperto vecchi rancori sepolti nel cuore della sua famiglia da molti anni.
Recensione a cura di Valentina Barletta
Inizialmente la trama del romanzo ruota attorno al mistero che ha dato origine alla morte di Cameron, ma non sarà lineare fino alla fine. Con lo scorrere delle pagine la vicenda si sposta sui drammi della famiglia di Nathan Bright. Tramite i vari dibattiti dei personaggi, emergono episodi confusi del passato, litigi non raccontati e invidie tra fratelli. Un intreccio di violenza e rancore tra le diverse generazioni. Per sua madre, Cameron sembra essere il “figlio perfetto”, ma nel corso del romanzo ogni bugia verrà a galla.
L’autrice usa la tecnica del flashback in maniera eccezionale, catapultandoci nel passato di Cameron come se fosse ancora vivo.
Un romanzo cupo, ambientato in una terra che non perdona: un’Australia crudele e giustiziera.