Trama
Un giorno, rientrato a casa dopo pranzo, Hercule Poirot trova una donna visibilmente arrabbiata che lo aspetta davanti alla porta. Si chiama Sylvia Rule e vuole sapere perché Poirot le ha mandato una lettera accusandola dell’omicidio di Barnabas Pandy, un uomo di cui lei non ha mai sentito parlare né tantomeno ha mai incontrato. Poirot cade dalle nuvole: non ha nessuna idea di chi possa essere Barnabas Pandy e sa benissimo di non aver mandato la lettera a cui Sylvia fa riferimento. Ma non riuscendo a convincerla del contrario, lei se ne va infuriata. Immaginate poi la sorpresa quando, ancora turbato, Poirot entra in casa e trova un altro sconosciuto, un certo John McCrodden, che sostiene di aver ricevuto la stessa lettera con la stessa accusa nei suoi confronti. Chi è l’autore di queste missive? Ma soprattutto: chi è Barnabas Pandy? Ed è vivo o morto?
Voce di Roberto Roganti
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Recensione a cura di Alessandra Rinaldi
È quasi paragonabile ai gialli di Agatha Christie. Sophie Hannah forse non è all’altezza del suo mentore ma, in realtà, nessuno se lo aspettava: come sarebbe stato possibile? Sophie riesce comunque a creare un prodotto godibile e, per molti aspetti, somigliante agli originali.
Siamo nella Londra degli anni trenta. Poirot è, come sempre, intrigante, ironico e maniaco dell’ordine e della pulizia. L’autrice riesce a farci sorridere con persone che riescono a storpiare il nome del leggendario investigatore e Hercule, dal canto suo, ci diverte quando parla delle sue “celluline grigie”. Ci lasciamo catturare dall’allegria dei due ragazzi che canzonano il povero Poirot e il maggiordomo.
Le descrizioni sono vivide: ville di campagna, ambienti arricchiti da eccessivi decori, bar o, per meglio dire, caffè tipicamente inglesi, dove aleggia il profumo del tè e ci si ritrova per mangiare una fetta di torta.
E proprio una torta dall’insolito nome di Vetrata di chiesa è la similitudine che ci accompagna durante lo scorrere della trama: una delizia colorata divisa in quattro parti, come quattro sono i personaggi indagati e quattro sono le lettere a loro recapitate. Un colpevole da scovare tra storie di famiglie disgregate e adolescenti che a fatica cercano di emergere. Una serie di personaggi che si ritroveranno nella stessa stanza per dare vita a un finale che forse è un po’ ingenuo, ma che ci tiene con il fiato sospeso durante tutta la lettura. Quattro fette di torta che, con grande maestria, si uniscono fino a comporre un mosaico.
Nonostante Sophie Hannah non sia la Christie, riesce a riprodurre il suo stile e anche l’atmosfera e la precisione nei dettagli la ricordano molto: una piccola e quasi insignificante “e” può essere determinante nella risoluzione del caso.
Tutto si svolge in nome dell’amore e dell’amicizia: a volte un amico, anche uno solo, può cambiare la vita e la visione delle cose.
Un libro dove il bene non sempre vince sul male, dove pare che l’incapacità di perdonare sia la scelta migliore, ma nonostante tutto, la disonestà presenterà il conto e il prezzo da pagare risulterà comunque molto alto, terribile e disumano.
Un romanzo che si legge con divertimento e con quel pizzico di suspense così caro alla indimenticabile Agatha.
Dettagli
- Genere: Gialli e thriller
- Copertina flessibile: 295 pagine
- Editore: Mondadori (23 ottobre 2018)
- Collana: Omnibus
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8804702974
- ISBN-13: 978-8804702979