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Intervista a cura di Francesca Mancini
Ciao Luca, grazie per averci concesso questa intervista, siamo davvero contenti di averti ospite nel nostro blog. Vuoi raccontarci, prima di tutto, chi è Luca Martini?
Ciao Francesca, il piacere è mio. Luca è un eterno ragazzo di Bologna (da non confondersi con Gianni Morandi, eh?), con il vizio di sognare, uno che crede che le parole abbiano ancora valore, che la passione possa essere percepita e inoculata negli altri, un pazzerello che a 46 anni deve scrivere per vivere. Uno che crede che scrivere allunga la vita, e divertirsi facendolo la migliora pure.
Sei appena uscito in libreria con “Vinyl – Storie di dischi che cambiano la vita” per Morellini Editore. Sono 22 racconti inediti che hai curato insieme a Gianluca Morozzi: ma cos’è esattamente “Vinyl” e come nasce questa idea?
È una raccolta di racconti di autori che parlano dei loro vinili, quelli che in qualche modo hanno cambiato la vita. C’è chi ha raccontato la sua esperienza (come Massimo Cotto, il grande dj di Virgin Radio) e chi ci ha costruito sopra una fiction, una storia in cui il vinile è il vero protagonista del racconto (come hanno fatto, ad esempio, Patrick Fogli o Alessandra Sarchi). È un libro che non c’era, e vista la mia passione per la musica e i dischi in generale, tenuto conto anche del fermento che ruota attorno a questo doveroso revival, ho creduto il caso di colmare la lacuna.
Tu e Gianluca avete già collaborato ne “L’ultimo bicchiere”, protagonista il vino, “Più veloce della luce”, protagonisti i supereroi, e adesso, appunto, “Vinyl”, protagonista la musica: immagino siano tre passioni che vi accomunano!
Ormai io e Morozzi siamo una coppia di fatto! (ride, n.d.r.). Scherzi a parte, io e Gianluca ogni tanto ci divertiamo a realizzare progetti letterari folli e comuni, e cerchiamo di mettervi al centro le nostre passioni, che sono tante e forti, e spesso, appunto, comuni, come quella per la musica e per il vinile. Le idee ci vengono sempre davanti a una buona bottiglia di vino. Come diceva un caro amico, l’osteria è l’Università della vita.
Quale disco hai scelto per il tuo racconto? E perché ti ha cambiato la vita?
Il mio vinile è “Tubular Bells” di Mike Oldfield, un capolavoro del 1973 in cui Mike suona tutti gli strumenti (e sono davvero tantissimi!). Mi ha cambiato la vita perché è stato il primo trentatré giri che ho comprato nella vita, da “Nannucci”, lo storico negozio di via Oberdan, a Bologna, dove ho passato interminabili pomeriggi a scartabellare tra dischi di tutto il mondo. Era il 1982, mia madre voleva comprarmi “Storie di tutti i giorni” di Riccardo Fogli, fresco vincitore dell’ultimo Sanremo. Ma io ero incantato da quei due tubi che si incrociavano nel cielo. Ho insistito, e ho fatto bene. Avevo dieci anni e al primo ascolto rimasi senza parole. Da lì, tutta discesa.
Vogliamo ricordare tutti gli autori che hanno partecipato con il proprio racconto a questo progetto?
Con piacere. Oltre al mio testo e a quello d Morozzi, ci sono racconti di Alessandro Berselli, Claudio Morandini, Francesca Scotti, Roberto Sturm, Heman Zed, Patrick Fogli, Alessandra Sarchi, Monica Pareschi, Alessio Romano, Daniela Bortolotti, Alessio Schreiner, Massimo Cotto, Massimo Padua, Max Collini, Alen Grana, Antonio Bendini, Alberto Andreoli Barbi, Francesca Presti, Alberto Petrelli, Vito Ribaudo e Massimo Laganà.
Cosa fa Luca Martini quando non scrive?
Legge, suona, guarda, ascolta, si tiene in forma, cerca di ricordare, cerca di imparare, cerca di mettere in pratica, cerca di sorridere, cerca di emozionarsi. In una parole, vive.
Il blog ha una tradizione che è quella di concludere l’intervista chiedendo citazione e ricetta preferite: quali sono le tue?
La mia citazione prediletta è quella attribuita a Stephen King: “Se la vita ti dà limoni, fatti una bella limonata”. La mia ricetta preferita? Difficile dirlo, sono un appassionato di cucina. Però, forse, i tagliolini alla cipolla.
Ricetta per due persone: bisogna tagliare due grosse cipolle a metà e poi farle a fette di un cm di larghezza, prima in verticale e poi in orizzontale in modo da creare dei quadratini. Poi si scalda in una padella antiaderente l’olio EVO e si versano le cipolle facendole stufare, (evitando di farle soffriggere), quindi si saltano e si fanno sfumare con un buon vino bianco (mai usare vino scadente o difettoso). Poi si fa restringere il tutto a fiamma alta, facendo attenzione che le cipolle non rimangano mai a secco, per farle rimanere morbide. All’occorrenza aggiungere un po’ di acqua non fredda. Quando le cipolle saranno quasi cotte (ci vogliono 15/20 minuti) aggiungere il triplo concentrato di pomodoro, circa 10 cm dal tubetto e terminare la cottura. Mettere a lessare i tagliolini (circa un etto a persona) unendo due cucchiai di acqua di cottura (con molto amido) da versare sulle cipolle. Scolare le tagliatelle, metterle sul sugo di cipolla, saltare il tutto e servire il piatto con una bella spolverata di pepe nero macinato fresco. Abbinate al piatto una bottiglia di Gutturnio riserva “Macchiona” de La Stoppa e il paradiso sarà a portata di mano. Anzi, di palato. J
Ti ringraziamo ancora tanto per essere stato con noi e in bocca al lupo per il tour di presentazione di “Vinyl”, che è iniziato alla grande, a Bologna, e proseguirà in giro per l’Italia. Vi invitiamo a seguire Luca Martini su Facebook per conoscere tutte le date.
Grazie a te e al tuo blog! Sarà un inverno esaltante, gireremo tutta l’Italia e ci sarà da divertirsi, con il libro, i dj set abbinati e i concerti live che abbiamo in programma. Alla prossima Francesca!