Autrice del romanzo La ragazza che non c’era e regista del film La California
Intervista a cura di Dario Brunetti
Diamo un caloroso benvenuto su Giallo e Cucina alla scrittrice, regista e produttrice cinematografica Cinzia Bomoll, in libreria col romanzo La ragazza che non c’era e al cinema con La California, si può dire che questo 2022 sia stato un anno intenso e pieno di soddisfazioni, si tratta di un esordio nel giallo e di un ritorno al cinema con un lungometraggio, ci parleresti di queste due tue creature, come nascono?
Il 2022 è stato un anno molto significativo. perché è uscito il mio film La California nelle sale cinematografiche e per la casa editrice Ponte alle Grazie è uscito il mio primo giallo dal titolo La ragazza che non c’era. Un anno sicuramente pieno di soddisfazioni, sia creative che produttive, forse non a caso sono uscite a due anni dalla pandemia, due anni di chiusura sociale. Il romanzo è stato da me realizzato in pochi mesi ed è stato un record rispetto agli altri di diverso genere letterario, qui sono riuscita a concentrare sia il tempo che le energie proprio perché ne avevo di più e ho cercato di reagire dal punto di vista creativo sia nell’anno prima che in quello successivo con la realizzazione e l’uscita del film. Nel mio carattere sono molto reattiva e cerco di trasformare gli eventi negativi in positivi.
La ragazza che non c’era vede l’esordio dell’ispettrice Nives Bonora, una ragazza coraggiosa e al tempo stesso ribelle con una voglia di riscatto e che ha un rapporto spigoloso con il padre, ci descriveresti ulteriormente questo personaggio?
Nives è una ragazza coraggiosa e ribelle, sono peculiarità del carattere che vanno in concomitanza tra di loro. Lei cerca di essere come vorrebbe, ci sono delle ombre nel suo passato che in questo primo romanzo si scoprono leggermente, ma nel seguito che tra l’altro sto scrivendo proprio in questo periodo, si focalizzerà meglio l’attenzione sul suo personaggio. Inoltre ha un rapporto spigoloso con il padre perché sono proprio simili, lui è un ex maresciallo dei carabinieri, lei è entrata in polizia, andando un po’ dall’altra parte e questa scelta di Nives diventa un po’ una sfida per dimostrare di essere all’altezza del suo ruolo ed è un po’ la sua forma di riscatto. Lei è una donna che cerca di affrontare il mondo che la circonda facendo del bene alle persone facendo valere la legge e la giustizia attraverso le indagini che poi paradossalmente diventano private, il lato lavorativo finisce con l’intrecciarsi con quello strettamente personale infatti le sue storie d’amore sono insolite, non sono canoniche, segue il suo istinto ed è passionale e da brava ribelle non sta sotto scacco agli uomini che incontra.
Ferrara diventa la protagonista indiscussa di questo romanzo, avvolta nella nebbia che lascia quell’alone di mistero proprio come la ragazza che sparisce e poi improvvisamente riappare, ci parleresti di questo connubio che nel romanzo funziona alla perfezione?
Ferrara è una bellissima città poco trattata dal punto di vista della narrativa, al contrario nel cinema grazie a registi del calibro di Michelangelo Antonioni o da Comencini nel film Il giardino dei Finzi Contini.
Secondo me Ferrara è una città che si adatta al genere noir, alle sue atmosfere rarefatte, a queste nebbie tipiche della zona, è un centro-nord Italia che potrebbe ricordare un Nord europeo, infatti molti gialli sono ambientati nei paesi scandinavi, perché si vuole darne risalto dal punto di vista geografico, come il mare d’inverno che paradossalmente anche in estate sembra d’inverno, perché ci sono spiagge quelle del ferrarese poco frequentate soprattutto vicino al Delta del Po, un fiume immenso, gigantesco però al tempo stesso appartato ed era la location giusta per un romanzo giallo, anche nel modo in cui vive la gente, in queste province e piccole cittadine dove non sono delle metropoli dove tutti si conoscono e quindi vi nascono segreti e intrighi che sono gli ingredienti giusti per svilupparne la trama e far vivere le giuste atmosfere al lettore.
Nives Bonora e il rapporto scontroso con gli uomini che sono i co-protagonisti di questo romanzo ce ne parleresti?
I suoi rapporti scontrosi con gli uomini sono derivati dalla sua indole ribelle, e Nives ha una reazione da ragazza ribelle perché è molto forte ma è anche una forza di chi ha sofferto in passato, è cresciuta con suo padre e la sua nonna paterna che le ha fatto da figura materna che le è mancata nel corso del tempo, e ha cercato di rimpiazzarla, anche se c’è un divario generazionale un po’ difficile da colmare. Il padre è un uomo rigido ferito dall’abbandono della moglie che se ne è andata, per lui è stato un colpo duro per la persona che rappresenta e Nives a suo modo ne ha sofferto e se reagisce in maniera forte e tenace proprio perché non si fida dell’essere umano in generale, infatti una cosa notata da pochi e che ci tengo ad evidenziare è data dal fatto che la protagonista non ha amiche e diventa una persona molto riservata sentendosi come un cucciolo ferito e lo dimostra il suo grande amore per gli animali, ed è una prerogativa che io ho tenuto a mettere in risalto nel mio film La California. Non si fida delle donne, perché l’abbandono della madre quando Nives era una bimba molto piccola è stato traumatizzante e l’ha segnata a vita, ma lei ama tutti i co-protagonisti della storia facendolo in modo silenzioso, infatti diventerà in un secondo momento amica della Baruffaldi, ma vuol bene anche a Brandi e Pizzi, lei è solamente spaventata e al tempo stesso delusa dalle circostanze della vita, situazioni che assolutamente non meritava. Vive ancora di quella sindrome di Peter Pan e sta attraversando un percorso di crescita proprio perché è ancora immatura, ma le sue fragilità le consentono di sviluppare al meglio le indagini riuscendo soprattutto ad entrare nella psiche umana.
Accantoniamo il romanzo La ragazza che non c’era e parliamo del film presente nelle sale cinematografiche italiane La California, ci sveleresti qualcosa?
La California è uscito nel Novembre del 2022 ed è un piccolissimo miracolo italiano perché è molto richiesto, tornerà nelle sale cinematografiche di Roma con la speranza di distribuirlo quanto prima nelle sale del Sud Italia. Ha vinto dei premi al Festival Pianeta Donna di Roma come migliore direttrice della fotografia assegnato a Maura Morales Bergman, migliore scenografia assegnato a Cristina Bartoletti, trucco Regina Lunelli Pancaldi ed io come migliore regista, ed è qualcosa che ci sta dando enormi soddisfazioni perché questo film sta durando nel tempo.
Il film è un thriller-noir che è un genere a cui sono particolarmente affezionata. Viene rinvenuto il cadavere di una ragazza dentro un abbeveratoio per animali in campagna ai bordi di un campo di grano, sembra inizialmente trattarsi di suicidio, ma in un secondo momento si scopre che è stato commesso un delitto. A ritrovare il corpo della giovane è sua sorella gemella ed entrambi hanno i capelli neri, ripercorreremo la loro storia e vedremo che le ragazze hanno il colore di capelli diverso e conosceremo i personaggi di questo piccolo paese chiamato La California che sono a loro modo un po’ bizzarri e un po’ grotteschi. La domanda che si farà lo spettatore sarà: chi può aver ucciso la ragazza? Sua sorella gemella o il ragazzo venuto dal Cile per il quale entrambe erano innamorate? Il film è un coming of age perché è un percorso di formazione di due ragazze che vediamo crescere insieme a tutte le loro problematiche. Nel cast ci sono Lodo Guenzi nei panni di Yuri, Nina Zilli nelle vesti di una barista, infatti è proprio il bar il punto di riferimento e luogo di ritrovo dei personaggi, Andrea Roncato che è il nonno delle due ragazze, Angela Baraldi amante del padre delle gemelle, Eleonora Giovanardi ne è invece la madre Palmira. Nel film vi è un messaggio di rinascita e di cercare di combattere nonostante le avversità della vita. La voce narrante del film è di Piera Degli Esposti che è purtroppo scomparsa poco dopo e ripercorre la storia di queste due sorelle, interpretate da Silvia e Giulia Provvedi. Un microcosmo della provincia italiana paragonata a una piccola Twin Peaks.
Ringraziamo Cinzia Bomoll per essere stata ospite del nostro blog Giallo e Cucina e ci congediamo con due ultime domande, ti chiedo se stai lavorando a un nuovo romanzo con protagonista Nives Bonora e se ci indicheresti tre libri al quale sei particolarmente legata?
Sto lavorando al secondo romanzo con un nuovo caso su cui indagare che fa da filo conduttore al finale della ragazza che non c’era creando proprio suspence e attesa nel lettore.
Tre titoli invece a cui sono particolarmente legata posso citare: Dei bambini non si sa niente di Simona Vinci, un esordio letterario di un’autrice meravigliosa, da giovane ne rimasi totalmente folgorata che mi ha spronata nel mio percorso da scrittrice. Il secondo libro che continuo tuttora a rileggere è Il commesso di Bernard Malamud e infine La trilogia della città di K di Agota Kristof , scrittrice ungherese scomparsa da poco.