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Stasera al cinema

Eden
Fuggire altrove non è una soluzione, io credo nella collaborazione e il cambiamento deve partire all’interno di ciascuno di noi” Ron Howard

Data di uscita: 10 aprile 2025

Genere: thriller, drammatico, avventura

Anno: 2024

Paese: USA

Durata: 129 minuti

Distribuzione: 01 Distribution

Regia: Ron Howard

Attori: Jude Law , Vanessa Kirby, Daniel Bruhl, Sydney Sweeney, Ana de Armas. Jonathan Tittel,

Richard Roxburgh, Toby Wallace, Felix Kammerer, Ignacio Gasparini.

Sceneggiatura: Noah Pink

Fotografia: Mathias Hernedl

Montaggio: Matt Villa

Musiche: Hans Zimmer

Costumi: Kerry Thmpson

La crisi del 1929 ha provocato una generale sfiducia nel sistema capitalistico, che ha avuto conseguenze anche in Europa, e in particolare in Germania, dove il tracollo economico ha fornito terreno fertile all’ascesa del nazismo. In questo contesto, il medico e filosofo tedesco Friedrich Ritter diventa una celebrità per aver abbandonato la civiltà ed essersi trasferito in un luogo disabitato della Galapagos, l’isola di Floreana, insieme a Dore Strauch, sua discepola e amante.

Il suo esempio e la sua scelta controcorrente motivano poi il vedovo e veterano di guerra Hienz Wittmer, nel 1932, a fare altrettanto, in compagnia del figlio e della seconda e giovanissima moglie, Margret. Tutt’altro che entusiasti dell’idea di condividere il loro rifugio, i Ritter inizialmente prendono le distanze dai Wittmer ma le due coppie trovano comunque il modo, dopo un po’ di tempo, di non darsi fastidio a vicenda. Le cose cambiano, però, quando a Floreana sbarca Eloise Wagner de Bousquet, presunta baronessa, con al seguito un paio di amanti-schiavi, e il proposito di costruire un resort di lusso e impossessarsi così dell’isola.

Allo scoccare dei settantun anni Ron Howard, amato regista per l’indimenticabile interpretazione nei panni di Richy Cunningham nella serie cult Happy Days, scodella il film che non ti aspetti, che lascia basiti il suo pubblico più fedele. Eden non è un film facile da digerire, colpisce alla stomaco lo spettatore perché ci mette di fronte a un’umanità che di umano ha davvero poco.

Analizziamo i protagonisti nel dettaglio. Un ottimo Jude Law senza denti, veste i panni del dottor Friedrich Ritter , fugge dal nazismo e dai valori borghesi dell’epoca  con la sua compagna Dore Strauch, interpretata da un’inquietante Vanessa Kirby,  cercano su un’isola isolata il vero senso della vita, lo scopo dell’essere umano. Si  rifugiano in una natura incontaminata e crudele, che di bucolico non ha assolutamente nulla. La loro scelta cade nelle Galapagos, isole selvagge e disabitate, si stanziano sull’isola di Floreana, stabilendo qui la loro casa e il loro orto, seguendo i dettami di una vita senza violenza, in compagnia di alcune galline e del simpatico asino, Burro, amico speciale di Dora. Ritter mantiene i contatti con l’umanità attraverso l’invio di lettere dettagliate e descrittive che lo rendono famoso in patria.  Il suo trattato sull’umanità invece non vede ancora un finale.

Il loro idillio viene sconvolto dall’arrivo di una coppia, sposata da poco. Margret, ingenua e timida, viene scelta in matrimonio Heinz Wittmer, vedovo con un figlio. Lui è fuga dall’orrore della guerra, di cui soffre ancora di incubi e venendo a conoscenza della storia dei Ritter, li vuole imitare. L’accoglienza però è freddissima, i nuovi arrivati non trovano vita facile, altro che calda ospitalità!

La situazione si complica ulteriormente all’arrivo della baronessa Eloisa Bosquet de Wagner Wehrhorn, interpretata da una bravissima Ana de Armas, accompagnata da amanti e servitori,  che si rivela una straordinaria manipolatrice senza scrupoli morali, narcisista, egocentrica vuole costruire un lussuoso hotel sulla spiaggia.

La convivenza è da subito impossibile, nonostante i tentativi di istaurare dei rapporti civili, in questo ruolo i Wittmer cercano una quadra impossibile.

Lungi dal formare una piccola comunità, ognuno punta al proprio interesse, in un luogo dove le risorse sono scarse, cosa non si è disposti a fare pur di rubarsi delle scatolette di cibo!

L’immagine che ne fa il regista è impietoso, la lotta per la sopravvivenza e l’incapacità di instaurare dei rapporti umani basati sull’aiuto reciproco è alquanto deprimente.

Alla fine nessuno rimane senza macchia, il male si manifesta in tutte le forme.

Eppure, il regista ci invita a rimanere ottimisti, ci invita a difendere il ruolo della famiglia, unico vero valore e punto di forza dell’essere umano.

Credo nel futuro e nella famiglia e sono convinto che la sopravvivenza dell’umanità abbia bisogno di un impegno collettivo che vada ben oltre l’interesse personale”.

Il film parla di una storia vera, a conclusione della pellicola alcune immagini girate all’epoca. Da vedere.

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