Una storia semplice – Leonardo Sciascia

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Trama

“Una storia semplice” è una storia complicatissima, un giallo siciliano, con sfondo di mafia e droga. Eppure mai – ed è un vero tour de force – l’autore si trova costretto a nominare sia l’una sia l’altra parola. Tutto comincia con una telefonata alla polizia, con un messaggio troncato, con un apparente suicidio. E subito, come se assistessimo alla crescita accelerata di un fiore, la storia si espande, si dilata, si aggroviglia, senza lasciarci neppure l’opportunità di riflettere. Davanti alla proliferazione dei fatti, non solo noi lettori ma anche l’unico personaggio che nel romanzo ricerca la verità, un brigadiere, siamo chiamati a far agire nel tempo minimo i nostri riflessi – un tempo che può ridursi, come in una memorabile scena del romanzo, a una frazione di secondo. È forse questo l’estremo azzardo concesso a chi vuole “ancora una volta scandagliare scrupolosamente le possibilità che forse ancora restano alla giustizia”.

Recensione a cura di Dario Brunetti

Leonardo Sciascia è considerato ancora oggi, una delle figure letterarie di maggior prestigio del Novecento italiano ed europeo. Nei suoi romanzi rimarca sempre in maniera forte e decisa il mancato senso della giustizia, riscontrando nella Sicilia, una terra piena di contraddizioni schiava di quei giochi di potere appartenenti al sistema mafioso.

Con Il giorno della civetta uscito nel 1961 diventerà uno dei maggiori esponenti di riferimento del giallo-poliziesco. Seguiranno tanti romanzi che avranno grande successo di critica e pubblico come: A ciascuno il suo, Todo modo, Il consiglio d’Egitto, la scomparsa di Majorana, Il contesto, Porte aperte e tanti altri.

Tra questi c’è un piccolo gioiello letterario dal titolo Una storia semplice scritto nel 1989, in cui l’autore prese spunto da un fatto realmente accaduto; si tratta del furto della Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi di Caravaggio.

Il dipinto fu trafugato nella notte tra il 17 e il 18 Ottobre del 1969 a Palermo nell’Oratorio di San Lorenzo dove era custodito. Diventerà l’elemento chiave di questo breve romanzo che comporterà un suicidio progettato ad arte.

Sarà fondamentale soffermarsi sulla scena del crimine per esaminare con molta attenzione quel che è realmente accaduto, ma se c’è una mente acuta per congegnare il suicidio nella sua apparente meccanica, in contrapposizione ce n’è un’altra altrettanto lucida a scoprire l’inganno.

Chiudere un caso come suicidio è la scelta più comoda e sbrigativa per un Questore, ma non per un brigadiere che ha dei sospetti.

Potrà contare sull’appoggio del suo commissario?

La grandissima abilità dell’autore sta nel voler sottintendere l’esistenza del potere mafioso senza mai realmente nominarlo, infatti non vengono menzionati padrini, cosche ed esecutori materiali, forse questi ultimi solo leggermente accennati, perché soprattutto in quei territori gli assassini non mancano mai e saltano fuori nel momento in cui si concretizza un omicidio.

La struttura della trama gode di un ottimo intreccio dal punto di vista narrativo, lo stile è asciutto e la vicenda catalizza l’attenzione del lettore.

Con lo scorrere delle pagine, andremo a scoprire quel mondo corrotto capace di creare uno stato di totale disordine davvero destabilizzante, da non dare punti di riferimento e da renderci completamente impotenti e quasi incapaci di reagire, andando ad annichilire il concetto di giustizia nel senso più specifico del termine.

In questo breve romanzo come in altri testi dello scrittore siciliano si avverte quel forte senso di rassegnazione e sconforto, una quasi resa annunciata in chiave pessimistica che trova sfogo nella denuncia sociale nella quale viene rappresentata la totale sfiducia nelle istituzioni sempre più al servizio del sistema politico-mafioso.

Alla fine la storia ci insegna che nelle guerre di Mafia non ci sono né vincitori e né vinti, ma solo eterni sconfitti. Negli anni seguenti la criminalità organizzata si è evoluta e per garantirsi un futuro quantomeno migliore scese a patti con lo Stato, facendo crescere e sviluppare sempre più il fenomeno della corruzione che ha fatto salire il nostro paese al 42° posto, secondo il rilevamento della  Transparency  International (organizzazione non governativa che combatte la corruzione su scala mondiale) datato al 25 Gennaio del 2022.

La lungimiranza di Sciascia che equivaleva a quei tempi a essere visto come un pessimista, al giorno d’oggi trova la sua concretezza nella realtà quotidiana, basta pensare alle difficoltà nel riformare la macchina della giustizia ormai sempre più in ginocchio. Con il passare del tempo la politica italiana sembra perseguire, a seconda del ministro in carica, l’attuazione della riforma peggiore.

Dai romanzi dell’autore siciliano, sono state realizzate numerose pellicole cinematografiche avvalendosi di grandi registi del calibro di Damiano Damiani, Elio Petri, Francesco Rosi, Nanny Loy e Gianni Amelio.

Emidio Greco curò la regia nel 1991 di Una storia semplice con Gian Maria Volonté, Massimo Dapporto, Massimo Ghini, Ricky Tognazzi, Ennio Fantastichini, Omero Antonutti, Tony Sperandeo e Gianluca Favilla, deceduto poco dopo la fine delle riprese, cui la pellicola venne dedicata.

Il film vinse il nastro d’Argento nel 1992 come migliore sceneggiatura.

Dettagli prodotto

  • ASIN ‏ : ‎ 8845907295
  • Editore ‏ : ‎ Adelphi; 24° edizione (29 gennaio 1990)
  • Genere : Giallo – Poliziesco
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 66 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 9788845907296
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8845907296
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