Trama
La giovane danzatrice americana Susie Bannion arriva nel 1977 a Berlino per un’audizione presso la compagnia di danza Helena Markos nota in tutto il mondo. Riesce così ad attrarre l’attenzione della famosa coreografa Madame Blanc grazie al suo talento. Quando conquista il ruolo di prima ballerina Olga, che lo era stata fino a quel momento, accusa le dirigenti di essere delle streghe. Man mano che le prove si intensificano per l’avvicinarsi della rappresentazione, Susie e Madame Blanc sviluppano un legame sempre più stretto che va al di là della danza. Mentre Susie stringe amicizia con la ballerina Sara, condividendo con lei i suoi sospetti sui segreti oscuri e minacciosi che incombono sulla corpo di ballo anche un anziano psicoterapeuta cerca di scoprire i lati oscuri della compagnia.
Recensione a cura di Massimo Ghigi
Finalmente l’ho visto! Lo aspettavo da quando sono apparse in rete le prime immagini; probabilmente Suspiria di Luca Guadagnino è uno dei film italiani più discussi degli ultimi anni, una di quelle pellicole che inevitabilmente dividono le opinioni e si prestano a mille interpretazioni.
Personalmente mi sono imposto di approcciarmi alla visione del film non pensando a un remake e non facendo confronti con il film di Dario Argento e, a visione ultimata, sono convinto che questo sia l’approccio migliore per potersi godere il film per quello che è… qualunque cosa esso sia!
Sì perché il film di Guadagnino non è di immediata “catalogazione”, è difficile dargli un’etichetta; già dalla durata (153 minuti) si capisce che non è semplicemente un horror e, a mano a mano che scorrono le immagini, si ha la consapevolezza di essere davanti sicuramente ad un film “d’autore”, lo potremmo forse definire un “horror intellettuale”.
Dico subito che il film mi è piaciuto… fino al finale.
Un film lungo, forse troppo, ma che ho visto senza mai aver la tentazione di guardare l’orologio; mi è veramente piaciuto! L’atmosfera è molto inquietante e azzeccata per una storia che tratta di streghe e la location, un edificio imponente dalle linee squadrate reso ancor più imponente da varie inquadrature dall’alto, mi ha decisamente soddisfatto.
Anche il cast ha fatto il suo onesto lavoro soprattutto per quanto riguarda il gruppo delle insegnanti/direttrici in odore di stregoneria; la recitazione di quasi tutte è volutamente, a tratti, un po’ sopra le righe e questo contrasta ottimamente con la performance invece molto “controllata” di Tilda Swinton/Madame Blanc, che svetta per questo su tutte. Per quanto riguarda la protagonista Dakota Johnson/Susie Bannion, pur avendo un certo fascino, ho avuto l’impressione che non abbia lasciato molto il segno in questo film.
Le scene puramente horror non sono molte ma sono apprezzabili e disturbanti, un pugno nello stomaco ben assestato e, se è vero come ho sentito dire, che Luca Guadagnino non sia un patito di film horror, devo dire che gli sono riuscite benissimo!
Per essere coerente fino in fondo evito di fare confronti con il film di Argento anche per quanto riguarda la musica, anche perché pur ammettendo che il tema musicale sia qui funzionale al film, è indubbio che il confronto con il capolavoro dei Goblin sarebbe ingeneroso.
Dicevo prima che il film mi è piaciuto fino al finale, quello che ho pensato letteralmente quando ho assistito al finale è stato: “Ecco ha mandato (rif. Guadagnino) in vacca tutto!”. Senza ovviamente entrare nel dettaglio posso solamente dire che la scena conclusiva da “resa dei conti” è quasi comica ma soprattutto l’ultimissima inquadratura di chiusura, personalmente, è incomprensibile! Dulcis in fundo, per la serie “non lasciate la sala prima della fine dei titoli di coda”, ecco un’altra piccola sequenza che nulla aggiunge e di cui non si capisce lo scopo.
Sono convinto che questo film sia memorabile, non nel senso che è un film eccezionale, bensì che me ne ricorderò (positivamente) per molto tempo; parlando con un amico dopo la fine del film gli dicevo: “… sì ma non so avrei voglia di rivederlo in futuro” e invece, il giorno dopo, già sarei pronto per riscoprirlo e questo non è poco.
E poi è un film italiano, che diamine! È una cosa diversa dal solito, è un film coraggioso e ruffiano nello stesso tempo, è fresco ed è assolutamente degno di essere visto e allora coraggio, andate a vederlo!
Alla prossima!