Recensione del film La pazza gioia di Paolo Virzì a cura di Stefania Ghelfi Tani
Il primo plauso va alle eccezionali interpretazioni di Valeria Bruni Tedeschi e Micaela Ramazzotti delle due coprotagoniste Beatrice e Donatella.
Sono loro magistralmente dirette da Paolo Virzì a fare il film, grazie anche all’ottima sceneggiatura dello stesso regista insieme a Francesca Archibugi.
Questo lungometraggio tratta un tema estremamente delicato e drammatico in modo semplice e toccante, ci mostra la gestione quotidiana di una malattia difficile, dolorosa e complicata, ma lo fa in modo leggero grazie al ritmo veloce e ai dialoghi brillanti (e grazie alla legge Basaglia, da non scordare).
I primi piani delle protagoniste evidenziano perfettamente il loro essere, i problemi, il dolore e la “pazzia”.
Beatrice potente, istrionica, divertente, a tratti comica; Donatella complessa, ombrosa, distante, fragile ma anche più radicata nella realtà. Due personalità tanto differenti quanto affini nel compensarsi ed aiutarsi a sopravvivere. Molto difformi anche fisicamente, quasi a rendere più palpabile il loro differente disagio psichico.
Entrambe estremamente credibili, follemente disperate e impossibili da non amare.
Il film è un’avventura nella Toscana tra Livorno, Montecatini e Viareggio, una corsa veloce con brevi soste coinvolgenti.
Ottima la fotografia di Vladan Radovic, che mostra interni con inquadrature strette ed esterni dai larghi spazi, esaltando le differenze tra ambienti “chiusi” e luoghi di ampio respiro che trasmettono libertà. Senza Fine di Gino Paoli dona melanconia e tenerezza all’opera.
Una pellicola profonda, intensa, commovente, che fa riflettere e rende partecipe lo spettatore. Fondamentale sarebbe non trarre mai giudizi affrettati perché dietro ogni anima c’è un mondo che non conosciamo che ha forgiato e spesso ferito a morte mente e cuore.
La “pazza gioia” è semplicemente la capacità di vivere appieno la vita anche se solo per una manciata di attimi malgrado le sofferenze, le difficoltà e gli ostacoli, tentando di non perdere mai la speranza.
La ricerca in un motivo per lottare e non arrendersi è il motore per portare un nuovo equilibrio e un nuovo inizio nella propria vita. E magari questo motivo può essere una semplice amicizia che sopporta e supporta.
Buona visione!