#11 : PEPE CARVALHO, MAI INDAGARE A STOMACO VUOTO

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1.manuel vc3a1zquez montalbc3a1n
Retrat de Montalbán

Creato dalla fantasia dello scrittore di Barcellona Manuel Vázquez Montalbán, il detective privato Pepe Carvalho è il protagonista di una delle saghe letterarie più longeve, amate e rimpiante dai lettori. Rimpiante perché il connubio, diciamo meglio la simbiosi, fra autore e personaggio è stata interrotta solo dalla scomparsa prematura di Montalbán. Un’affezione così diffusa non può essere spiegata solo con la bellezza delle messe in scena dello scrittore catalano, ma affonda le sue radici nella profonda umanità di Carvalho, che a modo suo riassume in sé molte contraddizioni della Spagna durante il lungo regime di Francisco Franco, nella transizione alla democrazia e negli anni del suo consolidamento.

Di origine galiziana, figlio di un combattente dell’esercito repubblicano, e di conseguenza incarcerato dopo la guerra civile, Pepe diventa in gioventù un autorevole esponente dell’opposizione clandestina alla dittatura, finendo a sua volta in prigione. In seguito, si trasferisce in America dove diventa addirittura agente della CIA. Ritorna in patria nei primi anni ’70, dotato di credenziali sufficienti per ottenere la licenza di detective privato.

 

Apre un ufficio sulle Ramblas, a due passi dal mare, e assume come aiutante-cuoco-factotum un suo vecchio e scalcinato compagno di sventura in carcere, soprannominato Biscuter (il nome di un’utilitaria molto diffusa in Spagna negli anni ’50) per la sua abilità di ladro d’auto. Compra una villetta nel residenziale quartiere collinare di Vallvidrera e diventa amante della prostituta Charo, frequenta un vecchio lustrascarpe dal curioso nomignolo di Bromuro, nostalgico del franchismo e malgrado ciò suo confidente, e il commercialista Fuster, che ne cura la contabilità nelle ore di lavoro e condivide cene pantagrueliche durante interminabili nottate.

Scettico e diffidente, amaro e disincantato ma non privo di un sentimentalismo occultato dietro frasi sarcastiche, Carvalho è proprietario di una ricca biblioteca di classici, saggi e narrativa popolare, da cui preleva secondo l’inclinazione del momento un libro che servirà per alimentare le fiamme del camino. Sulle quali cucinerà qualche stravagante, elaborata e sapida pietanza, o che scalderanno l’ambiente mentre lui e Charo si abbandonano a un piacere diverso ma non meno carnale della culinaria.

2.juanjo puigcorbc3a9 carvalho e carla maciel charoLe sentenze di condanna al rogo dei libri sono la conclusione di un dibattito interno alla personalità del detective, che ricopre al tempo stesso il ruolo del pubblico ministero che ne chiede la punizione esemplare, del magistrato che emette il verdetto e del boia che lo esegue: la colpa riconosciuta a certe opere è di averlo illuso nell’offrire una chiave di lettura della realtà, diventando invece una sorta di droga allucinatoria. Una furia iconoclasta che non risparmia nemmeno il Don Chisciotte di Cervantes, sfiorando un’altra contraddizione della cultura spagnola, radicata nel dualismo fra la ribelle Catalogna e la castigliana Madrid, dove risiede il potere centrale.

Galiziano di origine, come rivela il cognome di chiara ascendenza portoghese, ma ormai barcellonese in ogni aspetto della propria indole, Carvalho si allontana a malincuore dalla sua città, ma quando ne è costretto, per lavoro o necessità, fa le cose in grande. Vola in Argentina alla ricerca di una parente coinvolta nella ricerca di un nipote desaparecido durante gli anni della giunta militare, o a Bangkok, per rispondere alla richiesta d’aiuto di un’amica finita in giri loschi. Nella sua ultima avventura, compie addirittura il giro del mondo insieme a Biscuter! Saltuariamente, si spinge a Madrid (dove per una curiosa serie di circostanze non riesce mai a dormire), per risolvere addirittura il mistero dell’assassino del segretario del Partito Comunista durante una seduta del Comitato Centrale.

Se Charo è per tanti anni la sua amante ufficiale, quasi il surrogato della moglie canonica che un personaggio simile non riuscirebbe nemmeno a concepire, Carvalho non disdegna avventure sentimentali o più spesso meno impegnative dal punto di vista romantico ma più soddisfacenti da quello fisico, seducendo e finendo sedotto da ragazze, donne giovani e mature, signore e spogliarelliste, clienti e indagate, testimoni e avversarie. Il fascino del detective, senza l’allure di Bogart ma con un certo asciutto stile mediterraneo, fallisce di rado. Nemmeno in televisione, dove il personaggio di Manuel Vázquez Montalbán è stato protagonista di alcune serie, una delle quali trasmessa anche in Italia. L’attore barcellonese Juanjo Puigcorbé è stato l’interprete maggiormente convincente, affiancato dapprima da Valeria Marini (!) nel ruolo di Charo, divenuta più prosaicamente titolare di un night club, e in seguito dalla portoghese Carla Maciel che, con più coerenza rispetto ai romanzi originali, esercita la prostituzione.

Le contraddizioni latenti o meno costituiscono dunque la cifra dell’investigatore delle Ramblas, il cui successo editoriale italiano è dovuto alla meritoria decisione di Feltrinelli di pubblicare l’opera omnia di Manuel Vázquez Montalbán, affidandone la traduzione alla poetessa spagnola Hado Lyria, che ha saputo rendere con esemplare maestria il suono, il colore, il sapore delle parole originali e la costruzione ironica e tagliente della frase. Non a caso, Andrea Camilleri decise di chiamare il proprio personaggio Montalbano, un omaggio palese all’amicizia e alla stima reciproca con il creatore di Carvalho.

Le contraddizioni di Carvalho, appunto.3.manuel vc3a1zquez montalbc3a1n e andrea camilleri al ristorante casa leopoldo

Le contraddizioni del detective rubacuori e dal passato imprevedibile, trovano uno sfogo nel piacere della carne e del palato. Carvalho cucina in casa propria, mangia in ufficio stravaganti manicaretti preparati dal sollecito Biscuter dopo aver saccheggiato il vicino e fornitissimo mercato della Boqueria, conosce le trattorie della provincia come dei vicoli di Barcellona, alla perenne ricerca di una pietanza tradizionale e comunque mai banale.

A sua volta gastronomo, sia pure dilettante ma non per questo meno competente, Manuel Vázquez Montalbán ha arricchito la biografia e il curriculum del suo personaggio di un ricettario semplicemente irresistibile, esilarante e impeccabile, dal titolo inequivocabile Ricette immorali, pubblicato anch’esso da Feltrinelli. Una sarabanda travolgente fra ingredienti, dosi, accostamenti di spezie e salse, consigli sui vini da abbinare ai piatti, commentati con una prosa e una dovizia di particolari che spaziano dalla filosofia, al sesso, alla sociologia per sublimarsi nelle minuziose pieghe di un’abbuffata. Che in fondo potrebbe essere solo un incentivo per reagire alla malinconia della vita, quando non bastano il sole al tramonto sulle Ramblas, il panorama dalla villetta di Vallvidrera, l’incanto dell’orizzonte sul mare che bagna Barcellona, una cena al ristorante Casa Leopoldo (custode delle madeleine personali di Montalbán e Carvalho, e chissà se quest’ultimo, irritato dalla mia metafora, arriverebbe all’oltraggio di proporre la condanna alle fiamme del camino di un volume della Recherce! Solo proporre, eh!) per riconciliarsi con le amarezze che conoscono anche i detective.

Provare per credere.

4.ricette immoraliAttendere, non ci vorrà molto, purtroppo, la serata di un giorno deludente.

Aprire a caso il libro Ricette immorali, di Manuel Vázquez Montalbán, e puntare il dito a occhi chiusi, impegnandosi a cucinare la pietanza che il fato ha scelto per alleviare la nostra malinconia (al limite, prepararla mentalmente, se non si possiede la dispensa di Pepe Carvalho).

Disimpegnarsi fra i fornelli, anche solo con l’immaginazione, appunto.

Apparecchiare la tavola o limitarsi per questioni dietetiche e di opportunità a leggere e rileggere i commenti dell’autore alla ricetta, sbellicandosi senza ritegno per il divertimento sano e intelligente.

E sfido a negare che la tristezza non possa essere accantonata, sia pure brevemente, dopo aver gustato con la fantasia i Cardi economici alla borghese, le Uova Bella Vita, la Zuppa tenebrosa, la Tentazione di Jansson, il Cappone al Cava brut, il Rombo alla diavola, il Polpo alla cretese, le Uova marmorizzate e come dessert inevitabile la Goduriosa.

Brevemente, certo, ma abbastanza per desiderare ancora una volta di leggere un romanzo di Manuel Vázquez Montalbán, e sognare, indagare, sedurre e ovviamente mangiare insieme a Pepe Carvalho.

 

 

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