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Rubrica a cura di Giuseppe Cozzolino

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SHERLOCK HOLMES – NOTTI DI TERRORE (“A STUDY IN TERROR”)

Soggetto:  Adrian Conan Doyle (dal suo racconto “Fog”), Derek Ford, Donald Ford.

Sceneggiatura: Derek Ford, Donald Ford

Regia: James Hill

Interpreti: Georgia Brown, Adrienne Corri, Judi Dench, Frank Finlay, John Fraser, Donald Houston, Barry Jones, John Neville, Cecil Parker, Charles Régnier, Anthony Quayle, Barbara Windsor

Durata: 94 Min

Nazionalità:  Gran Bretagna, 1965

Genere:  Giallo,  Thriller, Horror.

 

Anni  Sessanta, gli Anni del Pop più sfrenato e dei primi crossover cinematografici più sfrenati.

Maciste contro Zorro, King Kong contro Godzilla, Batman contro Superman (scontro già ricorrente nei fumetti dell’epoca). E perché non Jack lo Squartatore contro Sherlock Holmes? Questo si saranno chiesti gli autori di “Sherlock Holmes: Notti di Terrore” (1965) diretto dal televisivo ma professionale James Hill. E in particolare l’autore del soggetto: Adrian Conan Doyle, figlio di Arthur, ideatore del celebre detective.

Il più celebre caso criminale della Londra vittoriana/edoardiana contro il più celebre detective immaginario della letteratura british, nato dalla fantasia di un energico medico scozzese. Impossibile non approfittarne ed ecco che la pellicola si apre nel modo più tradizionale possibile, con l’efferato omicidio di una prostituta nella nebbiosa Londra del 1888. In seguito lo spettatore fa la conoscenza del Dottor Watson (Donald Houston), che apprende dai giornali della barbara uccisione di alcune prostitute nel malfamato quartiere di Whitechapel, e del detective più famoso dello schermo – qui interpretato da un bravo ma non trascendentale John Neville (noi siamo del partito “Peter Cushing è il miglior Holmes degli Anni 60-70”) a cui viene recapitato un pacco contenente un importante indizio per scoprire la vera identità del killer. Ha così inizio la caccia attraverso un intreccio di sordidi vicoli e locali malfamati, che però condurrà anche ai piani alti della più prestigiosa e inattaccabile nobiltà inglese.

Altro non aggiungo se non la citazione di alcuni prestigiosi interpreti del sontuoso cast: il mai abbastanza rimpianto Anthony Quayle, il pacioso e impagabile Robert Morley, la Judy Dench futura M dei film di 007 . E l’invito a recuperare questo piccolo cult in grado di rendere in modo efficace – ottimo mix tra scenografie e fotografia – le atmosfere cupe e decadenti della Londra di fine Diciannovesimo Secolo, con l’aggiunta di qualche sequenza genuinamente scioccante  e sanguinaria. La pellicola conoscerà poi una ‘novellizzazione’ firmata da Ellery Queen (“Uno Studio in Nero”, 1966)

Il medesimo tema, arricchito di una componente ‘complottista’ che coinvolge la Massoneria e la Corona stessa, verrà poi recuperato nell’altrettanto valido “Assassinio su Commissione” (1979) di Bob Clark, con Christopher Plummer e James Mason nel ruolo di Holmes e Watson, e ne “La Vera Storia di Jack lo Squartatore” (2001), dei fratelli Hughes, tratto da un fumetto di Alan Moore – “From Hell” – con Sherlock sostituito dall’ispettore Freddie Abberline, in realtà abbastanza affine nei metodi, ed interpretato da Johnny Deep.

 

 

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