MICHAEL INNES

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Michael Innes, il cui vero nome era John Innes Mackintosh Stewart, figlio di un insegnante, nacque a Edimburgo il 30 settembre 1906 e fu indirizzato dal padre nei più prestigiosi istituti educativi britannici, nei quali maturò una formazione culturale notevolissima. Dopo aver frequentato l’Accademia di Edimburgo – che ebbe tra i suoi alunni anche Robert Louis Stevenson – studiò letteratura inglese all’Oriel College di Oxford e nel 1929 si recò a Vienna per studiare la psicanalisi. Nel 1930 era già lecturer di inglese all’università di Leeds, dove incontrò la sua futura moglie, allora studentessa di medicina, dalla quale ebbe un solo figlio, Angus John. Nel 1935 si trasferì in Australia, dove divenne professore d’inglese presso la University of Adelaide, per tornare in Inghilterra al termine della guerra e riprendere l’attività didattica alla Queen’s University di Belfast, dal 1946 al ’48, e al Christ Church College di Oxford.

 

Scrittore dai molteplici interessi culturali, Innes fu autore di romanzi di vario genere, di racconti e soprattutto di contributi critici nell’ambito della letteratura inglese, che spaziano dalla compilazione dell’ultimo volume della Oxford History of English Literature alla stesura di biografie di scrittori come James Joyce (1957), Thomas Love Peacock (1963), Joseph Conrad (1968) e Thomas Hardy (1971), tuttora apprezzate dagli studiosi. La sua ultima pubblicazione fu la sua autobiografia, Myself and Michael Innes: A Memoir (1987). Morì a Coulsdon, nel Regno Unito, il 12 novembre 1994.

 

Il suo primo mystery Innes lo scrisse nel 1935, per ingannare il tempo durante la lunga traversata in mare che da Liverpool lo portava ad Adelaide, dove era stato chiamato a insegnare. Il romanzo, Death at the President’s Lodging (da noi Morte nello studio del rettore), uscì l’anno dopo riscuotendo grande successo di pubblico e ottime recensioni da parte della critica (“Il più importante contributo alla letteratura gialla apparso da molto tempo a questa parte”: The Times Literary Supplement). Così, pur mantenendo i suoi incarichi universitari, Innes continuò a produrre mysteries al ritmo di un titolo all’anno. I suoi gialli migliori, a giudizio della critica angloamericana, risultano quelli scritti negli anni ’30 e ’40, tra cui ricordiamo Hamlet, Revenge! (1937), Lament for a Maker (1938), Stop Press (1939), The Daffodil Affair (1942) e Appleby’s End (1945), nessuno dei quali, purtroppo, figura tradotto in italiano. Poche, del resto, risultano finora le traduzioni di Innes nella nostra lingua, e – caso insolito – presso cinque editori diversi, fuori dal monopolio del solito Mondadori:

 

1936, Death at the President’s Lodging (Morte nello studio del rettore, Polillo, collana I Bassotti n. 59, 2008):

1960, The New Sonia Wayward o The Case of Sonia Wayward (La moglie immortale, Feltrinelli, 1966);

1961, Silence Observed (Per quarantott’ore silenzio, Ed. Paoline, 1972);

1974, Appleby’s Other Story (Delitto ad Eveldon Court, Rizzoli, 1975);

1976, The Gay Phoenix (Meglio erede che morto, Il Giallo Mondadori n. 1580, 1979; poi I Classici del Giallo Mondadori n. 1306, 2012).

Alcuni racconti si trovano, inoltre, in varie antologie Mondadori: Autunno Giallo 1975; Primavera Gialla 1977; Delitti quasi perfetti, 1978; Estate Gialla 1985; Inverno Giallo 1998.

 

Il legame contratto da Innes con il genere poliziesco appare quello di un piacevole hobby letterario, come dimostrano le sue varie riflessioni sul senso e la funzione del romanzo giallo, che ha sempre qualificato come “decongestionante”. Sul piano più strettamente critico, tuttavia, le sue considerazioni sono sempre state estemporanee e asistematiche, in quanto Innes non è mai entrato nel vivo di quel dibattito che negli anni Trenta si sviluppò sull’argomento – da una parte all’altra dell’Atlantico – per merito di scrittori come Van Dine, Dorothy Sayers o Nicholas Blake (su cui rinviamo ai nostri Maestri del Giallo del 29/10/2019 e 08/04/2021).

 

Quasi tutti i gialli di Innes hanno per protagonista John Appleby, un ispettore di Scotland Yard che nel corso degli anni farà una luminosa carriera sino a raggiungere, dopo esser stato insignito del titolo di Sir, il grado di commissario della Polizia Metropolitana di Londra. Derivata in parte dai connotati dello stesso scrittore, la fisionomia di Appleby è irreprensibile: presentato come uomo coltissimo e di grande sensibilità, come detective è intuitivo, perseverante e acuto, anche se la sua brillantezza non è mai straripante come quella, mettiamo, del Gideon Fell di John Dickson Carr (iscritto all’anagrafe della narrativa un paio d’anni prima di Appleby, nel 1933). Certo, l’influenza di Carr, già notissimo, è innegabile su Innes – soprattutto negli elementi decorativi delle trame e nella resa dello humour – ma è a un altro giallista inglese, di poco posteriore, che Innes va piuttosto accomunato, per ambienti e riferimenti culturali, quell’Edmund Crispin (col suo protagonista Gervase Fen, professore oxfordiano di lingua e letteratura inglese) a cui abbiamo appena dedicato il nostro ultimo profilo nei Maestri del Giallo.

Gli enigmi risolti da Appleby non appaiono oggi particolarmente sensazionali, né gli intrecci  decisamente avvincenti, ma alcune ambientazioni e messe in scena colpiscono ancora per abilità e originalità di impiego. Un accenno al plot del giallo d’esordio, Morte nello studio del rettore, può dare l’idea dell’atmosfera colta e del “gusto anglosassone per antonomasia” di Innes (di “elegante dilettantismo” parlano gli studiosi Di Vanni e Fossati):

Il St. Anthony’s College è una delle più prestigiose università inglesi. Le tradizioni vengono rigidamente osservate, il corpo docente è famoso per l’eccellenza del suo insegnamento e il grande edificio, chiuso da alte cancellate e immerso in ampi giardini, impone rispetto alla sola vista. In un luogo così, riservato ad alti studi, in una fredda serata di novembre il rettore Umpleby viene trovato morto, ucciso da un colpo d’arma da fuoco. E le prime indagini, anche per la delicatezza del caso e l’omertà del luogo, non possono che brancolare nel buio…

 

 

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