Proseguo nel proporre libri che ho letto da adolescente e che hanno fortemente orientato le mie letture successive. “Lessico famigliare” di Natalia Ginzburg, Einaudi, è il libro per la rubrica di questo mese.
Rileggere i libri che propongo in questa rubrica mi permette di pensare a me adolescente e ricordare l’impatto che ebbero su di me. Ancora oggi la capacità di Ginzburg di trasmettere la complessità delle relazioni umane e la sincerità nel ritrarre le dinamiche familiari sono le caratteristiche di questo libro che più mi colpiscono. Il libro offre una riflessione intima sull’amore, la tragedia, la politica e l’identità familiare.
Natalia Ginzburg (1916-1991) con questo libro nel 1963 vinse il Premio Strega. Al momento della pubblicazione era già una figura riconosciuta nel panorama letterario italiano, aveva pubblicato diversi romanzi e raccolte di saggi che avevano ricevuto l’attenzione della critica e del pubblico. Il titolo “Lessico famigliare” suggerisce l’idea di un vocabolario personale, un insieme di parole e concetti che definiscono l’esperienza familiare di Ginzburg. Il libro ha uno stile narrativo semplice ma efficace, descrive l’atmosfera e i dettagli della vita quotidiana della famiglia Ginzburg durante un periodo di significativi cambiamenti storici e politici in Italia.
“Lessico famigliare” è comunemente classificato come un romanzo autobiografico o una memoria, anche se il libro combina elementi di narrativa, biografia e riflessione personale. Nel libro, Ginzburg utilizza la propria esperienza familiare come punto di partenza per esplorare temi più ampi, come l’amore, la politica, la guerra e l’identità. La sua narrazione è ricca di dettagli intimi e osservazioni acute sulla vita quotidiana, che offrono a lettrici e lettori una visione profonda e autentica delle relazioni umane. “Lessico famigliare” può essere considerato anche un esempio di letteratura di memoria, poiché Natalia Ginzburg ricorda e riflette sulle esperienze della sua famiglia. Il libro va oltre una semplice cronaca degli eventi, perché Ginzburg trasforma le memorie personali in una narrazione ricca e complessa che ha un impatto emotivo e intellettuale duraturo. La sua natura ibrida e la sua profondità lo rendono un’opera letteraria che va oltre le etichette di genere convenzionali.
Trama
“Lessico famigliare” è il libro di Natalia Ginzburg che ha avuto maggiori e più duraturi riflessi nella critica e nei lettori. La chiave di questo romanzo è delineata già nel titolo. Famigliare, perché racconta la storia di una famiglia ebraica e antifascista, i Levi, a Torino tra gli anni Trenta e i Cinquanta del Novecento. E Lessico perché le strade della memoria passano attraverso il ricordo di frasi, modi di dire, espressioni gergali. Scrive la Ginzburg: “Noi siamo cinque fratelli. Abitiamo in città diverse, alcuni di noi stanno all’estero: e non ci scriviamo spesso. Quando c’incontriamo, possiamo essere, l’uno con l’altro, indifferenti, o distratti. Ma basta, fra noi, una parola. Basta una parola, una frase, una di quelle frasi antiche, sentite e ripetute infinite volte, nel tempo della nostra infanzia. Ci basta dire ‘Non siamo venuti a Bergamo per fare campagna’ o ‘De cosa spussa l’acido cloridrico’, per ritrovare a un tratto i nostri antichi rapporti, e la nostra infanzia e giovinezza, legata indissolubilmente a quelle frasi, a quelle parole”.
Dettagli
- Genere: narrativa
- Copertina flessibile: 246 pagine
- Editore: Einaudi, 13 gennaio 2014 super ET (14^ edizione)
- Lingua: Italiano
- ISBN – 10: 8806219294
- ISBN-13: 978- 8806219291