Rubrica a cura di Roberto Gassi.
Biglietto da visita
È nata a Palermo nel 1963. Ha conseguito al Politecnico di Torino la laurea in Scienze e arti della stampa. Si è occupata di grafica come art director junior e da tempo lavora nell’editoria come editor. Giornalista pubblicista, ha vissuto all’estero in diverse città del mondo. Con la Newton Compton ha pubblicato 365 giornate indimenticabili da vivere a Torino; Keep Calm e passeggia per Torino; 101 perché sulla storia di Torino che non puoi non sapere, Le incredibili curiosità di Torino e Guida curiosa ai luoghi insoliti del Piemonte. Con Capricorno Torino dark, sulla Torino esoterica e noir, e Storie e segreti delle piazze di Torino. Con Castelvecchi il thriller Killer tattoo: la strana coppia, citato in un concorso letterario su Robinson. Con Flli Frilli editori il giallo per ragazzi È Natale per tutti
Daniela,
grazie di avere accettato il nostro invito e di averci concesso l’intervista che segue. L’intento di questa rubrica è scoraggiare chi ha un romanzo nel cassetto a tirarlo fuori per pubblicarlo, anzi, non solo consigliamo di tenerlo lì dov’è ma di chiudere a chiave il cassetto. Perché? Perché prima di pubblicare un proprio testo è importante conoscere cosa c’è dietro, i rischi nei quali si può incorrere, ma soprattutto perché quasi mai la scrittura viene associata alla parola lavoro. Ebbene sì, scrivere è un lavoro come tanti che comporta impegno, disciplina, sudore, concentrazione, passione e che coinvolge diverse figure professionali: case editrici, agenti letterari, editor, grafici, uffici stampa, blogger. Quindi per questo primo articolo abbiamo deciso di informare i possibili scrittori-avventori della bottega editoria sul lavoro dell’editor.
Come si diventa editor?
Si diventa editor per pura profonda passione per la scrittura. È un amore viscerale e ineluttabile. Ci si può paragonare a missionari o ambientalisti, infatti anche noi editor vogliamo salvaguardare qualcosa, le belle lettere, la Letteratura di genere. Per quanto il mercato e il target dei lettori ce lo rendano possibile. Un mercato particolare che secondo i dati dell’Aifa, vede i lettori forti divenirlo sempre di più e i non lettori perdersi completamente nei meandri di miliardi di stimoli che nulla, ahimè, hanno a che fare con la scrittura. Un editor non solo deve avere a che fare con coerenza, coesione, sintassi, trama, consecutio temporum, ecc… ma deve, oggigiorno, avere il polso del mercato in diretta connessione con l’agente letterario.
Perché è importante lavorare al proprio testo con un editor?
È importante perché a fronte di originalità di un intreccio se il testo è confuso, sintatticamente non corretto, si rischia solo di illudersi, di nutrire il proprio Ego con false aspettative. L’editor, se professionista, garantisce all’autore di presentare alle CE un libro impeccabile sotto ogni aspetto. Questo non significa che assolutamente finirà in pubblicazione.
Come lo trovo un editor? Su quali criteri mi baso prima di contattarne uno?
Ad esempio si possono contattare le case editrici e domandare se hanno dei nomi da segnalare. Così anche le agenzie professionali di rappresentanza editoriale. I social, in cui pullulano gruppi letterari, sono un buon veicolo, nel quale scambiare anche pareri.
Quanto costa fare editare il proprio testo? Ci sono dei listini di riferimento?
Purtroppo non ci sono listini e consiglio di attivare i canali del passa parola o del buon senso. Il costo si calcola a cartella (in genere 1800 battute) e a numero totali di battute, si considera anche la capacità di scrittura, di lessico, di costruzione dell’autore.
Quali sono gli errori ricorrenti che incontri nei testi che editi? Ce ne elenchi almeno cinque?
- consecutio temporum, balzare da un tempo verbale a un altro come una rana che balza da un sasso all’altro. Questo genera grande confusione. Come l’abuso dell’ausiliare a cascata, esempio: “Aveva visto che aveva chiuso la porta e aveva gettato la chiave..”;
- povertà di lessico e costruzione di un testo utilizzando sempre gli stessi verbi e termini;
- ripetizione ridondante di termini quali: molto, sempre, anche, ma, ecc… Usare i sinonimi. I punti 2 e 3 creano un testo sciatto, povero, da scartare assolutamente;
- l’abuso del possessivo, esempio: “disse a sua madre (alla) che sua sorella (la) era scesa a prendere la sua borsa…”;
- rifarsi alle fiction senza controllare la veridicità di tecnologie e procedure mostrate.
Quando ti trovi di fronte a un testo da rifare di sana pianta come ti comporti?
Mi metto le mani nei capelli. Se è completamente da rifare, l’autore deve comprendere che forse è portato per altro, che probabilmente il suo libro è una derivazione del suo ego.
Gli editor hanno un ordine come gli architetti? E la cassa mutua?
No, magari.
La tua regola d’oro da non dimenticare quando si scrive?
Essere umili, imparare, leggere i grandi classici, rileggere il giorno seguente quanto si è scritto, avere fame di bella scrittura. Iscriversi a una seria scuola di scrittura.
«Torino ha mille facce, mille vite. E ogni suo aspetto si presta a offrirci un itinerario eccezionale…». Cito la sinossi di 365 giornate indimenticabili da vivere a Torino, Newton Compton. Nata a Palermo ma cresciuta a Torino, quindi la domanda è istantanea: tu e Torino, cosa vi lega, dovessimo visitarla con te, dove ci porteresti?
Vi porterei in mille luoghi, Torino è strabiliante per quanto offre: dai siti reali patrimonio Unesco ai luoghi esoterici, dai musei unici alle magnifiche piazze.
Quando qualcuno mi comunica che ha deciso di pubblicare il proprio romanzo e mi chiede un parere, consiglio il Maalox. Hai consigli migliori?
Sì, non far leggere il romanzo alla cugina professoressa di lettere o al cognato giornalista, o… Nessuno di noi si farebbe curare una gamba fratturata da un macellaio. Il parere va dato dai professionisti.
Il colpo di grazia
Utilizza un’unica frase per scoraggiare definitivamente chi ha deciso di pubblicare. Un montante che metta Knockout chi ha deciso di tirar fuori il romanzo nel cassetto.
«Se il romanzo è nel cassetto è obsoleto, la scrittura evolve velocemente, come la società».
Daniela Schembri Volpe
Quindi, se avete proprio deciso di tirar fuori il romanzo nel cassetto, ascoltate il consiglio di Daniela: «Essere umili, imparare, leggere i grandi classici, rileggere il giorno seguente quanto si è scritto, avere fame di bella scrittura. Iscriversi a una seria scuola di scrittura».
Ringrazio Daniela Schembri Volpe per la disponibilità, la professionalità, per avere giocato con noi. Di seguito trovate le sue pubblicazioni e recapiti.
Grazie a chi leggerà…
Pubblicazioni di Daniela e link utili
Guida curiosa ai luoghi insoliti del Piemonte
Le incredibili curiosità di Torino
101 perché sulla storia di Torino che non puoi non sapere
Keep calm e passeggia per Torino
365 giornate indimenticabili da vivere a Torino
Storie e segreti delle piazze di Torino
Killer Tatto: La strana coppia
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