Per la rubrica...

L'arte di non scrivere

L’arte di non scrivere… Bruno Vallepiano – Concorsi e Festival letterari
Ti è piaciuto questo articolo? Faccelo sapere nei commenti….

Rubrica a cura di Roberto Gassi.

Biglietto da visita

L’arte di non scrivere… Bruno Vallepiano - Concorsi e Festival letterari

Bruno Vallepiano è nato a Roburent dove risiede tutt’oggi. Si è occupato per oltre 40 anni di attività turistiche legate al mondo della neve ed ha ricoperto dal 2004 al 2016 la carica di sindaco.

È stato nominato Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana da Presidente Mattarella con decreto del 2 giugno 2018.

Nel 2018 si è guadagnato il secondo posto al premio letterario internazionale Marchesato di Ceva con il romanzo Gioco Fatale (Araba Fenice Edizioni), nel 2021 ha ricevuto una menzione d’onore per Trappola per lupi (Golem Edizioni), al Premio letterario internazionale P. Semeria, Casinò di Sanremo.

Ha iniziato negli anni ottanta la sua attività di scrittore con le prime esperienze presso il settimanale Gazzetta di Mondovì (oggi Provincia Granda) sotto la guida di Nino Manera.

Ha pubblicato con vari editori, guide e saggi sulla montagna, racconti e narrativa legata alla “mitologia della Montagna” e poi, nel 2008 ha esordito come scrittore di libri gialli-noir per la Fratelli Frilli Editori di Genova, ha diretto per dieci anni la collana ARabaGIalloNEra presso l’editore Araba Fenice con sede a Boves.

Attualmente pubblica con Golem Edizioni e con Fusta editore.

È l’ideatore del concorso letterario nazionale La Quercia del Myr e del festival Giallormea.

Bruno,

grazie di avere accettato il nostro invito e di averci concesso l’intervista che segue. L’intento di questa rubrica è scoraggiare chi ha un romanzo nel cassetto a tirarlo fuori per pubblicarlo, anzi, non solo consigliamo di tenerlo lì dov’è ma di chiudere a chiave il cassetto. Perché? Perché prima di pubblicare un proprio testo è importante conoscere cosa c’è dietro, i rischi nei quali si può incorrere, ma soprattutto perché quasi mai la scrittura viene associata alla parola lavoro. Ebbene sì, scrivere è un lavoro come tanti che comporta impegno, disciplina, sudore, concentrazione, passione e che coinvolge diverse figure professionali: case editrici, agenti letterari, editor, grafici, uffici stampa, blogger. Per questo settimo articolo abbiamo deciso di informare i possibili scrittori-avventori della bottega editoria sull’importanza dei concorsi, festival letterari.

Il concorso letterario nazionale La Quercia del Myr, organizzato dall’Associazione Culturale Savin, nel 2021 giunto alla sua quinta edizione ma partiamo dal principio… Come nasce un concorso letterario? Perché il titolo: La Quercia del Myr?

Il concorso letterario La Quercia del Myr nasce come scommessa; quella di organizzare una kermesse letteraria seria ed in grado di offrire qualcosa di importante ai concorrenti. Esistono centinaia di concorsi letterari, quindi non è facile distinguersi, ma chi va un poco oltre le apparenze vede la differenza. Noi per organizzare un concorso severo e scrupoloso abbiamo puntato in alto, offrendo ai concorrenti una lettura ed una valutazione accurate, per far si che i finalisti siano effettivamente meritevoli. Non ci interessano i numeri, ma quel che desideriamo è far emergere la qualità. A fianco dei concorrenti premiamo sempre autori affermati, per fare in modo che tutti si possano incontrare, interloquire e ottenere consigli e suggerimenti.  La Quercia del Myr è il titolo di un romanzo per ragazzi scritto nel 1957 da un maestro elementare, Severino Armando Bellino e pubblicato postumo a cura della nostra Associazione in occasione della prima edizione di questo Concorso. In onore e ricordo di quest’uomo abbiamo intitolato il concorso come il suo romanzo.

Quanto lavoro c’è dietro l’organizzazione di un concorso di questa portata? Quanti mesi ti impegna?

Io ed il mio gruppo lavoriamo per otto mesi all’organizzazione, ovviamente non a tempo pieno, ma bisogna tenere costantemente viva l’attenzione sull’evento, organizzarne la logistica, richiedere le autorizzazioni, trovare gli sponsor, coordinare i lettori e così via.

Come avviene la selezione dei testi che andranno in finale nelle varie sezioni?

Ogni testo viene letto da almeno quattro lettori che compilano una scheda di valutazione basata su 10 punti salienti. Dalla somma dei voti emersi dalle quattro schede viene fatta una media matematica e questo offre una prima scrematura. Laddove ci sono dei dubbi i testi vengono riletti e rivalutati. La giuria, sulla base dei primi giudizi, rilegge i testi e formula le valutazioni finali.

Quanto è importante per uno scrittore esordiente o affermato partecipare a un concorso come il Myr?

Credo che chiunque scriva si debba sottoporre alla supervisione di un editor. Nessuno escluso. Si tratta di un atto necessario che è intermedio tra la fase “intima” della scrittura e quella “pubblica” con la quale si offre il proprio scritto al pubblico. Un concorso può offrire, soprattutto a chi presenta degli inediti, un passaggio in più, che può dare conferma all’autore di aver fatto un buon lavoro.

Trascrivo dal regolamento del concorso: «L’obiettivo del Concorso è quello di partecipare alla scoperta di nuovi talenti e di incentivare gli Autori stessi, esaltando l’importanza dell’arte letteraria nella cultura e nella civiltà umana, riconoscendo e premiando l’attività di coloro che si dedicano a trasmettere i contenuti della loro fantasia in forma di opere letterarie». Ritieni che l’Associazione Culturale Savin abbia centrato l’obiettivo? Cosa ti aspetti da ogni nuova edizione del concorso?

I riconoscimenti che stiamo ottenendo ci incoraggiano. La soddisfazione più grande è scoprire in mezzo a molti libri poco conosciuti, opere di grande valore. Sappiamo con certezza che alcuni testi sono di qualità decisamente più alta rispetto a molti di quelli inseriti nei circuiti commerciali delle grandi case editrici, ma è difficile prevalere sulla potenza pubblicitaria dei grandi gruppi editoriali che dominano la scena e monopolizzano i mercati. Il nostro obbiettivo è quello di dare sempre maggior risalto agli autori davvero meritevoli.

Giallormea? Come nasce questo Festival di genere? Perché questa esigenza?

Questo piccolo festival è nato come spinoff della Quercia del Myr, nel momento in cui l’evento si è trasferito da Roburent a Ormea, per mantenere viva l’attenzione sull’argomento. Abbiamo inventato un format nuovo: ogni presentazione vede affiancati due autori che interloquiscono tra loro con l’aiuto di due relatori esperti che stimolano il dibattito. Alla letteratura si alterna il cinema con serate dedicate ad un tema specifico. Lo scorso anno, per esempio, il tema era: “Noir sotto la Mole” con la proiezione di film di genere girati a Torino.

Sia La Quercia del Myr che Giallormea sono due realtà a carattere nazionale ma localizzate tra le tue amate montagne: quanto è importante la territorialità?

Per me moltissimo, perché amo i miei luoghi d’origine e sono fiero di poterli organizzare nelle “Terre alte”, anche se ritengo che questi due eventi sarebbe possibile trasferirli ovunque. Il loro format è universale e slegato dai territori, ma concentrato sulla valorizzazione della lettura e della scrittura.

Essendo anche uno scrittore, qual è la tua regola d’oro da non dimenticare quando si scrive?

Io scrivo per lavoro da 45 anni e solo da una dozzina mi dedico anche ai romanzi di “genere”, ho fatto però tesoro, fin dagli inizi, di un consiglio del mio primo mentore, il giornalista Nino Manera. Lui mi diceva che: “chi scrive è come un qualsiasi artigiano: comincerà a fare pezzi ben fatti al primo colpo solo dopo anni e anni di esperienza. Nel frattempo ci deve lavorare, lavorare, lavorare e mai ritenersi completamente soddisfatto del risultato finale. Solo in questo modo conserverà lo stimolo a migliorare sempre. Poi ci sono quelli che nascono con il talento innato: uno ogni cento anni e quelli che invece hanno solo la convinzione di avere talento: uno ogni giorno.”

Parliamo di Trappola per lupi: la doppia ambientazione, capitoli brevi che rendono la lettura ancora più scorrevole, una trama ben concepita. Quanto lavoro c’è nell’imbastire una struttura come questa? Da dove sei partito?

Parto sempre da un fatto di cronaca a cui aggiungo qualche stralcio di vita quotidiana. In questo caso l’input è venuto da un articolo di Marcello Foa, che recitava: “I video di Al Qaeda? Così falsi da sembrare veri e commissionati non da Bin Laden, ma dal Pentagono, per il tramite dell’agenzia di pubbliche relazioni britannica Bell Pottinger che per almeno cinque anni ha lavorato in Iraq su mandato del Dipartimento della difesa americano ottenendo un compenso di oltre 100 milioni di dollari all’anno. Totale: 540 milioni di dollari, una cifra esorbitante. Sì, sì, avete letto bene: certi filmati di Al Qaeda erano made in USA”.  Non era stimolante questa notizia? Era certamente “fredda”, come si dice in gergo, ma non mancava certo di interesse, così ho iniziato ad approfondire.  Il lavoro di costruzione della trama, invece, segue una traccia che creo prima di iniziare a scrivere, poi ci lavoro su qualche ora ogni giorno, per qualche mese, intervallando con la scrittura di altre cose. Non sono molto veloce nello scrivere, ma certamente sono costante.

Quando qualcuno mi comunica che ha deciso di pubblicare il proprio romanzo e mi chiede un parere, consiglio il Maalox. Hai consigli migliori?

Il tuo mi sembra già un ottimo consiglio. Aggiungerei, a chi non scrive per mestiere, di cercare soprattutto di scrivere per la propria soddisfazione, divertendosi. E poi di accettare, con molta umiltà, il passaggio sotto le grinfie di un bravo editor.

Il colpo di grazia

Utilizza un’unica frase per scoraggiare definitivamente chi ha deciso di pubblicare. Un montante che metta Knockout chi ha deciso di tirar fuori il romanzo nel cassetto.

Ti rispondo con una frase tratta da “L’uomo dai cerchi azzurri” di Fred Vargas: «Perché scrivere? Per sedurre gli sconosciuti, come se i conosciuti non ti bastassero? Per illudersi di raccogliere la quintessenza del mondo in poche pagine? Ma quale quintessenza, poi? Quale emozione dal mondo? Che dire? Scrivere significa fallire».

Quindi, se avete proprio deciso di tirar fuori il romanzo nel cassetto, ascoltate il consiglio di Bruno: «Scrivete per la vostra soddisfazione, divertendovi. E poi accettate, con molta umiltà, il passaggio sotto le grinfie di un bravo editor».

Ringrazio Bruno Vallepiano per la disponibilità, la professionalità, per avere giocato con noi.

Grazie a chi leggerà…

Pubblicazioni di Bruno e link utili

Fratelli Frilli Editori

Violazione di domicilio, 2008.

Un delitto del ‘700-Storia monregalese, 2010.

Araba Fenice

So dove parcheggi, 2011. 

Buio in sala, (ristampa di Un delitto del ‘700), 2011. 

La dama blu, 2012. 

In ginocchio da te, 2013. 

Non Senza dolore, 2014.

Oscuri percorsi, 2014. 

Gioco Fatale, 2016. 

Golem

Trappola per lupi, 2020

L’arte di non scrivere… Bruno Vallepiano - Concorsi e Festival letterari

Contatti

L’arte di non scrivere… Bruno Vallepiano - Concorsi e Festival letterari

+39 349 1097213

associazionesavin@gmail.com

@laquerciadelmyr 

www.nobru.ithttps://it.wikipedia.org/wiki/Bruno_Vallepiano

Dalla stessa rubrica...

Lascia un commento

Aggiungi qui il testo dell’intestazione