L’idea di questa rubrica la devo a Arne Dahl. Ho avuto il piacere di intervistarlo per “Giallo Festival” organizzato da Katia Brentani e Massimo Casarini, di Damster editori, nell’autunno dello scorso anno (2020), festival che a causa del Covid 19 si è svolto tutto online, trovate le singole interviste su You Tube. Chiacchierando, Dahl mi ha fatto notare che molti degli investigatori italiani e più in generale quelli mediterranei, hanno uno stretto rapporto con il cibo, mentre invece gli altri, in particolar modo quelli scandinavi, sono più facilmente descritti con un bicchiere in mano, per non parlare del filone hard boiled, dove l’alcol è parte imprescindibile dei personaggi. La sua constatazione mi è rimasta nella mente e ho ripensato spesso a quanto ci eravamo detti. Naturalmente il cibo, la convivialità che ne consegue, per i mediterranei, ha molta importanza, questo mi era chiaro, ma non avevo mai riflettuto su cosa bevessero gli investigatori/le investigatrici. La curiosità ha preso il sopravvento, partendo dai miei ricordi sui singoli personaggi ho ripreso in mano le mie letture per controllare. Alla fine di queste verifiche ho proposto alla redazione di Giallo e Cucina questa nuova rubrica.
Il titolo “detective’s drink” è stato quello più votato, ho aggiunto un sottotitolo “bevendo si indaga” per rendere chiaro il contenuto degli articoli. Nella migliore tradizione hard boiled statunitense, gli investigatori sono bevitori, perché l’investigatore impersona l’uomo duro, tutto d’un pezzo, beve perché ogni vero uomo lo fa e poi anche per raccogliere le idee, per premiarsi e consolarsi. Ci sono, però, fior fiore di investigatori e investigatrici che non bevono alcolici, per parlare anche di loro, proporrò due sottogruppi, la squadra caffè e la squadra tè.
Mensilmente vi proporrò una bevanda, racconterò qualcosa sul personaggio o sui personaggi cui è legata, ci sarà spazio per qualche curiosità e per la mia valutazione personale. Farò dei salti temporali, cercando di raccontare di quanti più personaggi possibile. Sarà un modo per approfondire il nostro genere letterario preferito.
La prima puntata di questo insolito viaggio è dedicata al rum (ron, rhum). I personaggi legati a questa bevanda sono più di uno e sicuramente tornerò a scriverne.
IDENTIKIT DELLA BEVANDA:
Il rum si ottiene in due modi: distillando il succo ricavato dalla canna da zucchero, o dalla melassa. Nel primo caso partendo dal puro succo di canna da zucchero fatto fermentare si ottiene il rum denominato agricole (agricolo). Nel secondo, si distilla partendo dalla melassa; in questo caso si parla di rum industriale. Si passa poi alla fase della fermentazione, al succo di canna o alla melassa vengono aggiunti lieviti, acidi e altri alcoli che verranno estratti con la distillazione. La fermentazione può durare poche ore fino a circa tre settimane. Per la distillazione i due metodi più usati sono l’alambicco discontinuo e l’alambicco a colonna. Il distillato ottenuto potrà essere affinato in contenitori d’acciaio o invecchiato in botti. All’interno della botte il distillato perde una parte dell’alcolicità e assorbe profumi e aromi. È normale che i produttori mescolino i diversi rum per ottenere un prodotto standard, non esiste un disciplinare comune per la produzione e questo fa sì che ognuno segua le proprie regole. Fa eccezione il Martinique Rhum Agricole AOC (Appellation d’Origine Contrôlée = Denominazione di origine controllata) che prodotto appunto in Martinica, territorio francese d’oltremare, segue un disciplinare molto severo. In commercio si trovano molte marche e diversi tipi di rum Blanco, White, White Label o Carta Blanca, sono i rum non invecchiati, generalmente usati per essere miscelati. Carta de Oro, Gold Label, Especial, Superior, Gold, sono rum con un breve affinamento in botte, si consumano lisci o si usano nella preparazione di drink. Dark o Black Label sono i rum scuri che devono la loro colorazione all’invecchiamento in botte che vengono bevuti puri. La produzione del rum è caraibica ma l’origine della canna da zucchero è asiatica. L’antenato del rum più accreditato è il “brum” malese. Marco Polo, in un documento del XIV secolo racconta di un ottimo “vino di zucchero” che gli venne offerto in una regione dell’attuale Iran. La prima distillazione di rum avvenne a Londra nel XV secolo. Solo a partire dal XVII secolo si avrà la prima produzione americana del rum, pare che il primo rum venne distillato sull’isola di Barbados, quando venne scoperto che la melassa, sottoprodotto del processo di raffinazione dello zucchero, fermentava in alcol. Da un documento risalente al 1651: ” Il maggior intossicante prodotto sull’isola è il Rumbullion, detto anche Kill-Devil (ammazza diavolo), ottenuto da canne da zucchero distillate, un bollente, infernale e terribile liquore.”

Il PERSONAGGIO
Ho scelto di partire con Sam Spade “l’investigatore” per eccellenza, omaggio dovuto, anche se il personaggio appare solo in un libro. Uscito dalla penna di Dashiell Hammett è stato protagonista di racconti che sono stati trasmessi alla radio per più di due anni. Dal libro del 1930 “Il Falco Maltese” sono stati tratti ben tre film. Quello più noto ha Humphrey Bogart come protagonista. Naturalmente, trattandosi di Sam Spade avrei potuto legarlo anche al whiskey ma nel libro la prima bevanda alcolica menzionata è il rum per questo la mia scelta. Spade beve rum, non disdegna la birra, e spesso, sopratutto nei film è con il bicchiere di whiskey in mano. Ne “Il falco maltese” Sam Spade, tornato a casa, dopo essere venuto a conoscenza della morte del suo socio, Miles Archer, va in cucina, prende un bicchiere da vino e una bottiglia di Bacardi, riempie il bicchiere e beve in piedi. Viene raggiunto a casa dai poliziotti, offre loro da bere e dopo essersi seduto sul proprio letto, distaccato e tranquillo alza il bicchiere e formula questo brindisi: “Al crimine e ai criminali.” Sam Spade è il prototipo dell’investigatore capostipite del genere hard boiled, non gli interessa essere come Sherlock Holmes, vuole essere un uomo duro e capace, in grado di cavarsela in ogni situazione. Spade afferma che: “I don’t mind a reasonable amount of trouble” (in italiano nel film reso con: …“una ragionevole dose di pericolo fa bene alla salute”).
CURIOSITÀ
Si deve a James Hensley del Patterson House di Nashville Tennesee, la creazione di un drink denominato “a reasonable amount of trouble Maltese Falcon”, così composto:
2 oz (6 cl) Corsair Spiced rum (rum speziato)
¼ oz (0,75 cl) Lyle’s golden syrup (sciroppo dorato=zucchero invertito)
7 gocce di lime bitter
1 goccio di bitter Peychaud
bicchiere risciacquato con Creme de Mezcal
Mescolare il Lyle’s, il rum e il lime bitter con ghiaccio in un mixing glass. Filtrate in un bicchiere rock che avrete risciacquato con Creme de Mezcal e riempito di ghiaccio. Quindi aggiungere un goccio di bitter Peychaud e la scorza d’arancia.
VALUTAZIONE PERSONALE
Non conosco il cocktail che è stato creato per onorare Sam Spade, leggendo gli ingredienti non mi attira molto perché non mi piace il rum speziato. Per me il rum è invecchiato e liscio, da meditazione.