Bàrnabo delle montagne – Dino Buzzati

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Trama

Nella solitudine delle foreste e dei ghiacciai alpini si svolge l’avventura esistenziale della giovane guardia forestale Barnabo, custode, insieme ad alcuni compagni, di una polveriera in alta montagna. In seguito all’attacco di alcuni banditi la polveriera viene espugnata e il comandante delle guardie ucciso. Barnabo, che aveva abbandonato il posto di guardia, viene radiato dal corpo e costretto ad abbandonare la montagna per andare a lavorare in pianura. Ma il giovane continua a sognare le vette e il suo riscatto.

Recensione a cura di Dario Brunetti

Dino Buzzati è nato a Belluno nel 1906 è stato un autore di straordinario talento, da essere stato denominato il “Kafka italiano“ ha regalato tante belle pagine attraverso le sue opere che ancora oggi sono il punto di riferimento di tanti lettori.

Scrittore di opere brevi, poesie, racconti, pittore, scenografo, costumista, drammaturgo e giornalista di cronaca nera per il “Corriere della Sera”, appartenente alla corrente del Realismo fantastico. Fu vincitore del Premio Strega nel 1958 con la raccolta di racconti Sessanta racconti.

Ci sarebbero tanti testi su cui soffermarsi, ma vorrei partire dal suo esordio letterario avvenuto nel 1933 con il romanzo breve Bàrnabo delle montagne.

L’amore sconfinato per le montagne porterà l’autore a far sì che diventino l’elemento imprescindibile dei suoi testi. Un po’ perché scalare le montagne è una frase in chiave metaforica che racchiude le nostre esistenze, ed è anche quel che accade al protagonista della sua prima opera, il giovane Bàrnabo di appena vent’anni che si trova davanti a un pericolo e non sa come affrontarlo e si sottrae per paura.

E’ un guardiaboschi e sta facendo il suo turno di guardia alla polveriera, un deposito di munizioni ed esplosivi e dei briganti le stanno dando l’assalto. Il capo dei guardiani viene assassinato a colpi di fucile dai nemici, che una volta commesso il delitto si daranno alla fuga sotto gli occhi smarriti di Bàrnabo.

Il giovane non ha compiuto il suo dovere e non è stato all’altezza della situazione, a tal proposito viene ripreso dal suo capo e non gli resta che tornare alla sua vita di campagna.

Il protagonista è stato vinto dal panico, la paura lo ha messo alle strette e non ha saputo reagire alla difficoltà, il nemico si è rivelato una montagna insormontabile quasi impossibile da scalare, per non interrogare troppo la sua coscienza occorre dimenticare in fretta e cercare un’unica via, quella dell’immediato riscatto.

Ma per Bàrnabo le montagne rappresentano la vita, l’incessante silenzio della notte in cui quel forte rumore di niente si concretizza in un’attesa quasi estenuante ma al tempo stesso ineguagliabile, si crea un’atmosfera che racchiude in sé qualcosa di magico e di avvolgente. Ed è così che Bàrnabo si riconcilia con il senso della vita e con le bellezze divine che solo il buon Dio ci offre, il ragazzo osserva quelle cime interamente coperte dalle nubi che per lui significano pace e tranquillità.

Dovrà ritrovare al più presto il silenzio di quei boschi che lo mettono in contatto con l’intramontabile bellezza della natura interrotta da quei suoni dolci e armoniosi e da quel tempo interminabile.

Buzzati attraverso una prosa delicata che sconfina nella fiaba ci racconta il volto e l’anima della natura, grazie alle sue immagini suggestive il lettore entrerà in sintonia con il protagonista di questa storia imperdibile che si avvale di una narrazione ai limiti del sublime. Bàrnabo riuscirà a riprendersi quel che le avversità della vita gli hanno sottratto improvvisamente in una notte, rincontrerà sulla sua strada per caso quei briganti e come reagirà questa volta?

L’opera prima dell’autore bellunese diventerà un pellicola cinematografica nel 1994 di Mario Brenta che nonostante fu presentata al Festival di Cannes non riuscì ad attirare l’attenzione da parte della critica; sorte avversa per Il deserto dei Tartari (1967) di Valerio Zurlini che otterrà il Nasto d’Argento per il miglior film e il David di Donatello per miglior film e regia nel 1977 in ex aequo con Un borghese piccolo piccolo con un monumentale Alberto Sordi, e per il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi con un insolito Paolo Villaggio che sarà premiato sia con il Ciak d’Oro che con il David di Donatello per la migliore fotografia di Davide Spinotti.

Un romanzo di narrativa che descrive l’evoluzione, il cambiamento e l’esperienza attraverso la sua introspezione psicologica, Bàrnabo delle montagne ancora oggi si presenta come un testo attuale e formativo per le nuove generazioni.

Si può riemergere dal senso di colpa che ci rende permeabili al timore e alla vergogna, Buzzati ci indica il cammino da intraprendere.

 

 

Dettagli

 

  • Editore ‏ : ‎ Mondadori (30 agosto 2016)
  • Genere : Narrativa
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 140 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8804670215
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8804670216
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