Questa volta voglio raccontarvi qualcosa di un libro che, come dice il suo autore, racconta storie dentro la storia di un paese che non c’è più. Più attuale che mai, in marzo di quest’anno, il libro è stato ripubblicato, dopo un necessario aggiornamento, a cura di Bottega Errante Edizioni.
Trama
La riproposta di un testo fondamentale di Paolo Rumiz in una edizione aggiornata che raccoglie tutti i racconti/reportage in un unico volume e che rappresenta uno dei lavori più illuminanti sui Balcani e sull’Est Europa. Una serie di reportage che costituiscono la radiografia di un’area tormentata e complessa, che ha vissuto una storia drammatica, piena di contraddizioni, ma anche di spinte positive represse, di slanci e di frustrazioni. Dove il desiderio della gente di democrazia, di nuovo, di apertura trova freni e ostacoli nella volontà dei gruppi di potere vecchi e nuovi, di mantenere i propri privilegi. Tutto questo con un costo spesso terribile di sacrifici e di tragedie e con un carico di enigmi che talvolta avvicinano queste pagine a quelle di una spy story. Un libro appassionante che propone chiavi di lettura preziose di una realtà dove il peso del passato e della tradizione si intreccia e si scontra con tensioni al rinnovamento.
Recensione a cura di Manuela Baldi
La prima uscita di questo libro data 1993, per Editori Riuniti. Paolo Rumiz all’epoca era inviato speciale in Jugoslavia per “Il Piccolo” quotidiano di Trieste e scriveva articoli su quella guerra assurda ad un passo da noi. L’edizione riveduta del 1997, sempre per Editori Riuniti, ha la prefazione di Demetrio Volcic, storico inviato per la RAI, profondo conoscitore dell’Europa dell’Est, che del libro di Rumiz dice: …“ <<Nella linea dei mirtilli>> l’attenzione per il dettaglio, è sempre calata nel mosaico storico e nel contesto generale; il tutto è raccontato senza retorica e senza pedanteria. Non era facile trovare in una collezione di articoli il filo che collegasse la questione del Balcani in una logica credibile. Rumiz ci riesce. “ e poi ancora: …”É accaduto invece che l’ultimo stadio del comunismo si è trasformato in nazionalismo. Non resta che registrare questo dato, e Rumiz ce ne offre numerosi ed illuminanti esempi.” Nella nuova edizione (marzo 2022) l’ introduzione di Volcic è stata mantenuta e la prefazione di Paolo Rumiz rinnovata. La lettura ci riporta da un lato al periodo assurdo della guerra nell’ex Jugoslavia e dall’altro ci permette una riflessione ancora più amara rispetto agli eventi odierni. Per quanto mi riguarda uno dei migliori libri di Paolo Rumiz, la sua scrittura stilisticamente si è evoluta nel tempo, in questo libro, negli articoli che lo compongono, si trova una prosa dura, aspra ma sempre partecipe. Il modo di raccontare di Rumiz è omerico, una narrazione epica di fatti comuni. In un’intervista online per il lancio della nuova edizione, Rumiz dice che questo libro avrebbe potuto scriverlo negli ultimi trent’anni in riferimento a molti altri conflitti in giro per il mondo. É tragicamente vero, il nostro mondo, che dopo la caduta della cortina di ferro avrebbe dovuto essere più aperto, accessibile e in pace, in realtà mai come oggi è fatto di muri. Il libro è diviso in capitoli e all’interno di ogni capitolo ci sono un numero variabile di articoli, si va dalla normalità di Karadžić, ad Alija il vecchio, passando dalla donna di denari e molto, molto altro. Non si deve nemmeno seguire l’ordine di pubblicazione nella lettura, gli articoli proposti servono tutti per capire o riflettere sugli avvenimenti e la lettura o rilettura, atrocemente, ci riportano all’attualità, perché certe dinamiche sembrano sempre le stesse.
Di Rumiz, in ogni libro, apprezzo lo scrivere di confini, sono donna di confine anch’io, mitteleuropea e nonostante sia nata in montagna, aperta agli altri e come lui credo che il confine sia un luogo privilegiato per osservare ciò che succede e per poterlo raccontare con una visione ampia.
“La linea dei mirtilli” per anni è stato introvabile e quindi grande merito a Bottega Errante Edizioni che lo ha ripubblicato con testi aggiunti rispetto alle prime edizioni. Libro che mi sento di consigliare caldamente a chi non lo conoscesse, ma ne consiglio anche la rilettura. C’è tanto materiale sui cui riflettere, la perdita della capacità empatica, la perdita di memoria storica, il senso di appartenenza, il ruolo dell’Europa.
Dettagli
- Genere: Saggistica
- Copertina flessibile: 320 pagine
- Editore: Bottega Errante Edizioni (22 marzo 2022)
- Collana: Traveller 320
- Lingua: Italiano
- ISBN-13: 979-1280219435