Nell’ottava puntata ho parlato per la prima volta del caffè e l’ho legata al brigadiere Sarti Antonio che vive e lavora a Bologna. Intenditore di caffè preferisce prepararselo da solo: “Il migliore in assoluto è quello che mi faccio in casa con una miscela particolare”. Nella scelta del personaggio per questo pezzo ho contrapposto a un intenditore come Sarti, un personaggio che vive e opera nella stessa città, in anni diversi, fa (dovrebbe fare?!) lo stesso lavoro ma è in tutto e per tutto un personaggio talmente sopra le righe, maschilista, imbranato, casinista, ignorante e un po’ razzista, che alla fine risulta simpatico. In realtà il suo attaccamento al caffè è dovuto più alla trasposizione televisiva che non ai romanzi che lo hanno visto protagonista. Bere l’espresso, è un’abitudine molto italiana. Pausa veloce dal lavoro, la quantità di caffè in una tazzina è modica e si beve in pochi minuti. Per agevolare le pause corte ed evitare le uscite, a un certo punto all’interno degli uffici medio grandi sono stati installati i distributori automatici di caffè ed altre bevande. Negli ultimi anni, anche di alimenti, perfino freschi. Ci sono oggi macchine che offrono caffè con miscele diverse più o meno pregiate e variazioni sul genere: mokaccino, macchiato con latte di soia, ecc. ecc. Va da sé che i prezzi siano diversi, si possono comprare delle chiavi o scaricare delle App che permettono di risparmiare ulteriormente rispetto al costo del caffè al bar. Per chi si intende di caffè i distributori automatici spesso sono dei veri e propri incubi, il gusto orribile e il caffè imbevibile. Nei gialli con protagonisti poliziotti o carabinieri, spesso il caffè preso al distributore è da buttare (letteralmente). Nella realtà ormai le miscele più utilizzate ai distributori sono le cosiddette miscele bar e la manutenzione del distributore automatico puntuale e precisa che ai fini della preparazione di un buon caffè è di vitale importanza al pari della miscela.
IDENTIKIT DELLA BEVANDA:
Il caffè è declinato in vari modi, il gusto dipende dalla miscela usata ma è fortemente legato ad altri fattori fra cui la tostatura, l’acqua e l’umidità. Le miscele più vendute sono quelle miste arabica e robusta. Per chi ama il caffè ci si può orientare secondo queste caratteristiche: tostatura, crema, profumo, gusto, retrogusto. Va da se che il caffè dovrebbe essere degustato amaro. Gli specialisti, per definire un caffè di qualità utilizzano un protocollo internazionalmente accettato, lanciato da SCAA (Specialty Coffee Association of America), che prevede la degustazione dei caffè in modalità cupping, ossia con il caffè in infusione.
Le caratteristiche considerate sono: fragranza/aroma, profumo, retrogusto, acidità, corposità, bilanciamento, uniformità, pulizia in tazza, dolcezza e risultato complessivo. Il punteggio numerico va da 0 (pessima qualità) a 10 (elevatissima qualità). 70 punti totali definiscono una buon caffè e almeno 80 punti definiscono un caffè come Specialty coffee, ossia un caffè con caratteristiche così uniche e speciali da meritare un particolare riconoscimento.
Il PERSONAGGIO
Avrete capito che il nostro personaggio questa volta è l’ispettore Coliandro. Nato dalla penna di Carlo Lucarelli, il primo incontro con lui si ha in un racconto: Nikita e come dice Carlo Lucarelli, poteva finire lì, invece è stato poi protagonista di due libri e dell’omonima serie televisiva che ne ha sancito il successo. Coliandro non ha gusti raffinati, non cerca mai l’eccellenza, viene sempre e solo chiamato per cognome, anche se sappiamo che si chiama Marco. Il caffè preso al distributore automatico, gli consente di allontanarsi dall’ufficio, quello nel quale è stato esiliato per non combinare guai, parlare con gli altri poliziotti, perpetuando quei luoghi comuni per i quali andare a prendere il caffè permette di lavorare di meno. Dobbiamo alla fiction l’immagine di Coliandro (Giampaolo Morelli) davanti al distributore automatico mentre ci prova con la protagonista di turno o cerca di rubare informazioni ai colleghi. Quando vuole bere un buon caffè va da Gargiulo, perché come lo fa Gargiulo, nessuno.
CURIOSITÀ
Il primo distributore automatico venne brevettato da William Henry Fruen nel 1884. In Italia i primi dieci distributori automatici vennero installati nel 1953. Si valuta che nel mondo si bevano, davanti ai distributori automatici, oltre 150 miliardi di caffè.
Da circa quarant’anni i caffè erogati dal distributore partono dal caffè in grano macinato all’istante, ormai sono ovunque. Le miscele solubili sono per le altre preparazioni. La quantità di caffè utilizzate, secondo le dichiarazioni dei distributori, è di circa 7 grammi, contro i 4 dei bar. Sulla qualità del caffè garantiscono i nomi dei produttori. Gli stessi che peraltro riforniscono anche i bar o le case dei consumatori. In Italia gli ultimi dati disponibili riferiti al 2021 confermano il caffè come bevanda regina ai distributori automatici: ne sono stati consumati 2,2 miliardi.
VALUTAZIONE PERSONALE
Complice il mio lavoro, negli ultimi anni consumo meno caffè al distributore automatico. Sono passata dal rifiuto totale, ritenendolo quasi sempre imbevibile, al consumo ragionato. Bisogna trovare il distributore automatico giusto, facendosi consigliare da chi lì consuma regolarmente il caffè.