Genere:
West and skoda quei giorni da cani
Un ragazzo solo al mondo viene ritrovato morto nel cortile interno d’un palazzo a Scalo San Lorenzo, è stato massacrato di botte. Unico indizio da cui partire, il suo pitbull lasciato in custodia a un’anziana vicina. Le indagini del vicequestore Walter Soccio vanno a scoperchiare un vaso di Pandora fatto di traffici di droga, prostituzione d’alto bordo, lotte clandestine di cani in cui sono coinvolti illustri personaggi del notabilato romano. Seguendo le tracce dell’assassino, Soccio si confronterà con individui pericolosi – alcuni dei quali a lui ben noti – che tirano le fila del crimine a Roma circondandosi di tirapiedi brutali e senza scrupoli. Da questo incipit si sviluppa una storia fatta di colpi di scena e gag divertenti, di incontri insoliti, di episodi violenti e dolorosi alternati a momenti di serenità. Fino all’epilogo, semmai ce ne potrà essere uno in questo scontro tra polizia e delinquenza infiltrata nelle maglie di un potere economico che ha fatto dell’arroganza e della ferocia le sue armi più potenti.
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Alla perenne ricerca di nuovi interessanti autori mi sono imbattuto in Davide Pellegrini e nel suo romanzo West and Skoda quei giorni da cani. Davide Pellegrini è laureato in lettere moderne a Roma si occupa di innovazione e di linguaggio digitale. Scrittore di numerosi saggi è al suo primo romanzo. West and skoda ha come protagonista il vicequestore Soccio, che insieme alla sua squadra fatta di poliziotti valorosi quanto divertenti, indaga sulla morte di un giovane crudelmente ucciso e mette così a nudo la varia e brutale criminalità che infesta il quartiere San Lorenzo di Roma altro grande protagonista del libro. Personaggi e luoghi descritti entrano nel cuore. Soccio e un poliziotto molto originale veste in maniera sciagurata con uno spolverino logoro e improponibile dotato di sarcasmo e di grande umanità. Anche i componenti della sua squadra non sono da meno su tutti Canio Lampariello, irresistibile. Ironia ed immagini dure, situazioni crudeli e dialoghi irriverenti si susseguono e si alternano attraverso una scrittura che cattura. Pellegrini costruisce un libro che si fa leggere con grande interesse, ci si sente coinvolti personalmente nella cruda storia che si dipana pagina dopo pagina. Le descrizioni dei personaggi ma soprattutto del quartiere di San Lo sono da manuale. L’autore descrive chi lo abita, i suoi piccoli grandi traffici, l’aria che si respira le strade che lo percorrono, gli anfratti e i luoghi più bui e segreti, in maniera dettagliata, a volte quasi con tenerezza. Una parte finale da cardiopalma, avvincente, emotivamente impegnativa, anche drammatica. Finale che tiene aperte mille strade e che presuppone altre avventure di Soccio e compagni. Ottimo esordio attendo già con impazienza una nuova storia con protagonista il vice questore e la sua squadra. Consigliato.

 

 

 

 

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