Recensione a cura di Dario Brunetti
Esordio a dir poco sorprendente di Davide Savelli che firma il suo primo noir ambientato nel 1902 in una Venezia al centro di un fatto storico: il campanile di Piazza San Marco, chiamato dagli abitanti “El Paron de casa”, crolla la mattina del 14 luglio mettendo in uno stato di allerta l’intera città.
Ma intanto prima che il campanile crolli, dalla sua sommità un ragazzo tedesco cade sul selciato schiantandosi tra i turisti. Incaricato delle indagini è il commissario Bordin, un uomo profondamente avvilito dal senso di colpa per la morte di un suo amico. Con l’aiuto degli inquirenti e del medico legale viene ricostruita la morte del giovane: in fin dei conti a quell’ora non ci sarebbe dovuto essere nessuno lassù, e come avrebbe fatto un uomo a precipitare da quell’altezza?
Gli interrogativi e le perplessità rimettono tutto in discussione, capovolgendo completamente le dinamiche: e se si trattasse di un omicidio?
Alla Giudecca vicino alla fabbrica degli orologi viene rinvenuto un secondo cadavere, e anche questo sembra un suicidio, o almeno così si vuole far credere.
Parte una vera e propria caccia all’uomo che vedrà il commissario Bordin sulle tracce di un pericoloso serial killer, e parallelamente impegnato nelle indagini su un misterioso furto di preziosi manoscritti da una libreria antiquaria di proprietà dei Moresini, una famiglia veneziana dell’alta società.
I delitti della Fenice è un romanzo breve ma scritto con stile ed eleganza, una trama ben congegnata dove i veri protagonisti sono proprio loro, commissario e assassino: il primo, schiavo dei propri incubi e degli spettri che appartengono a un passato del quale si vorrebbe liberare, causa delle inesorabili notti passate ad impregnare le lenzuola di sudore. Il secondo invece è vittima di un trauma infantile che ha fatto di lui un uomo perverso, capace di attuare un vero e proprio piano diabolico.
Un noir di indiscutibile e rara bellezza che si assapora facilmente, le pagine del romanzo scorrono veloci senza alcuna pietà per il lettore che ne rimarrà visibilmente attratto, i colpi di scena non mancheranno, rendendo il ritmo serrato e incalzante.
Buona lettura agli amanti del noir che resteranno affascinati e sorpresi, merito che va riconosciuto al buon Savelli che ha confezionato un romanzo di pregevole fattura.
Noir
Recensione a cura di Manuela Fontenova Mistral è una giovane studentessa di scienze politiche alle prese con la stanchezza di una lunga sessione di esami: