Vecchie noiose – Gaia de Beaumont
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Vecchie noiose – Gaia de Beaumont

Trama

Che cosa succede se una donna appena pensionata ma ancora in cerca del grande amore decide di trasferirsi in un paesino nel quale improvvisamente si accorge di essere la più giovane, di essere cioè circondata da vecchi? Anzi, da vecchie? C’è chi è sempre di pessimo umore e chi prega; una è in prigione da anni, una fa la spiritosa, un’altra parla alla gatta sovrappeso, e altre ancora – macerate dall’invidia – guardano dall’alto in basso le vicine tracannando litri di caffè e quantità indescrivibili di alcol. I mariti sono morti da anni. Le signore sono molto anziane ma potrebbero vivere ancora uno o due decenni, come pure succede, e allora fanno quel che possono: vanno dal parrucchiere, giocano a Scarabeo, cercano di capire come funzionano i nuovi apparecchi telefonici, commentano gli avvenimenti di cronaca. Stordite dai fantasmagorici colori dei nuovi televisori a schermo piatto, dove sedicenti profeti annunciano «l’imminente fine del mondo», prendono per buono tutto quello che sentono. Inoltre, Maria Gioconda, la scriteriata giovanetta appena giunta in paese, si appresta a sovvertire per sempre la loro vita quotidiana, affiancata da un carosello di personaggi indimenticabili: un prete che non vede l’ora di scappare, un vanaglorioso novantenne in pantaloncini «blu oltremare o blu oltrecielo» che si allena per la maratona di Londra, negozianti che invecchiano insieme alla loro clientela, un cane duro d’orecchi, un becchino depravato a cui piacciono le vecchie signore, e poi mariti defunti che di notte appaiono per rassicurarle, amiche pettegole, nuore cattive, figli depressi e vendicativi. Con ironia, fantasticheria e un’attentissima osservazione del mondo contemporaneo, Gaia de Beaumont racconta l’avventura – quasi western – di come si arriva e si scappa dalla vecchiaia.

Recensione a cura di Alessandra Rinaldi

Un libro che racconta il vuoto interiore, una narrazione che esorcizza la morte, un romanzo dissacrante e grottesco, ma anche una lettura che strappa molti sorrisi: questo  è “Vecchie noiose”.

In un paese illuminato continuamente dal sole, voluto forse dall’autrice in contrapposizione al buio che inevitabilmente la morte crea, vengono raccontate le vicende tragicomiche della vecchiaia attraverso gli occhi di chi la sta vivendo, e facendo emergere tutte le problematiche dell’età anziana.

L’ironia accompagna situazioni assurde ed estreme, narrate però con molta dignità a dolcezza, tanto che persino nella morte e nei funerali troviamo situazioni bizzarre che riescono a strappare un sorriso.

Tutte le donne del racconto hanno in comune, da un lato, il rancore verso una vita passata che non tornerà più e, dall’altro lato, l’amarezza del sapere cosa riserva il futuro.

Ma nessuna di loro si arrende passivamente alla morte, per cui ecco che le Vecchie noiose reagiscono, cercano di costruirsi un nuovo mondo e una nuova vita, unite per esorcizzare le paure e dimenticare il loro isolamento.

Ci si attacca a qualsiasi cosa, a qualsivoglia fantasia, pur di sopravvivere e di non arrendersi. Chi va ogni settimana dalla parrucchiera, chi si profuma di continuo con oli ed essenze particolari, chi trova nella preghiera un conforto e, al contrario, chi trova sollievo nella bottiglia, alcune trovano  consolazione nel ricordo del marito perduto, altre sono felici di avere perso il loro compagno di una vita.

Un romanzo irriverente, sarcastico, che mette però in evidenza anche la solitudine che affligge le Vecchie noiose.

Una lettura gradevole, che ci regala tanti sorrisi. Capitoli corti che sono già una storia a sé e che si legano ai successivi per un loro denominatore comune: giocare con la vita per affrontare con coraggio la morte, avendo però la certezza che proprio la Nera Signora sarà la vincitrice.

 

Dettagli

  • Genere: Narrativa contemporanea
  • Copertina flessibile: 153 pagine
  • Editore: Marsilio (4 luglio 2019)
  • Collana: Romanzi e racconti
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8829701742
  • ISBN-13: 978-8829701742
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