Recensione a cura di Dario Brunetti
Non avrei mai voluto che il libro giungesse alla conclusione, perché sapevo già che ne avrei sentito la mancanza!
Nei romanzi di Antonio Manzini con protagonista Rocco Schiavone avverto sempre questa sensazione cosa che non succede personaggi di altri autori.
Alla fine il buon vicequestore si fa apprezzare con una certa facilità da tutti i lettori per la sua scontrosità, la sferzante ironia che non manca mai e la sua malinconia che lo costringe a voler star da solo. Parteggiamo sempre per lui, vivendo quasi in simbiosi le sue giornate, che alternano sia attimi positivi e di leggero sollievo che momenti negativi.
Non c’è mai tregua per il tormentato vicequestore e forse non ce ne sarà mai, perché i personaggi che gli ruotano intorno fanno il bello e il cattivo tempo, ma lui è sempre lì a prestare cura e attenzione con i suoi metodi poco ortodossi, magari con una parola di troppo, per irrompere in maniera efficace nelle vite delle persone.
Nel nuovo romanzo Vecchie conoscenze, ci sono un po’ tutti questi avvenimenti: Rocco cerca di spronare Gabriele, come un padre agirebbe con un figlio; lo fa con gli amici di una vita, la scheggia impazzita Sebastiano e gli affezionati Brizio e Furio, pronti a intervenire e a dargli una mano d’aiuto in qualsiasi evenienza, con gli scapestrati colleghi di lavoro che sentono sempre la sua vicinanza anche se li tratta in maniera brusca, ma con risolutezza. C’è poi la giornalista Sandra, con lei Rocco appare sfuggente proprio perchè non vorrebbe deluderla e creare false aspettative, e come non dimenticarsi della moglie Marina, una presenza sempre meno assidua ma incisiva , che porta Rocco a delle profonde riflessioni sulla vita: basta pensare al prezioso riferimento al grande poeta russo Sergej Esenin parafrasando una citazione molto significativa tratta dall’Addio a Marienhof “IN QUESTA VITA, MORIRE NON E’ UNA NOVITA’, MA, DI CERTO NON LO E’ NEMMENO VIVERE”.
Nel precedente romanzo si è creata una frattura nel legame tra Schiavone e il poliziotto imbranato D’Intino, c’è una ferita che sanguina ancora e forse fa male a entrambi; c’ è l’interminabile caccia di Sebastiano a Baiocchi con un’incessabile desiderio di vendetta da parte dell’amico di Rocco, e tante novità che è meglio non dire per non finire con lo spoilerare.
E allora cosa ci attende in questo nuovo romanzo che ha come cornice una meravigliosa Valle d’Aosta?
Personalmente posso dire che è un romanzo diverso da tutti gli altri, più che altro per gli eventi che si susseguono e mettono anche alla prova gli stessi personaggi nel bene e nel male, ma l’elemento chiave che ha accompagnato tutte le storie dell’ottimo Manzini ci sarà sempre, ed è Il delitto.
Efferato nella sua fattispecie, chi può accanirsi in un modo così brutale nei confronti di una professoressa in pensione?
Il vicequestore consegnerà alla giustizia il colpevole, ma seguiranno altri sviluppi che saranno fondamentali e renderanno la storia ancora più accattivante.
Ma lascio che i lettori si catapultino in questa nuova avventura che attende il vicequestore Rocco Schiavone: nuove insidie, tanti misteri, per una storia che presenta lati oscuri e zone d’ombra che confonde e offusca mischiando continuamente le carte in tavola.
Manzini ci regala un altro capolavoro, ogni romanzo sembra essere il migliore e mi sento di affermare con estrema convinzione che Vecchie conoscenze è un giallo di valore assoluto che si serve di un gran ritmo narrativo.
La spiccata dote dell’autore consiste nel caratterizzare al meglio tutti i personaggi, sia i principali che i secondari, questa grandissima peculiarità la riscontriamo già nel primo capitolo della serie Pista nera come fosse un marchio di fabbrica; stessa cosa nei dialoghi serrati ai quali siamo ormai affezionati (che sarà un piacere riassaporarli nella fiction) e per la concatenazione degli eventi che tengono sempre alta la tensione da parte del lettore.
La trama è caratterizzata da un ottimo intreccio da romanzo giallo, in cui l’indagine è sempre l’elemento cardine per uno sviluppo della storia che riserva grandi sorprese, con l’inaspettato colpo di scena nascosto dietro l’angolo.
Antonio Manzini è uno scrittore che non smetteresti mai di leggere perché ha la grande capacità di sorprendere e di regalare emozioni.