Tragedia a sfondo horror non priva di momenti splatter, il romanzo scritto da Stefano Tevini colpisce per la propria originalità. Pur partendo da un tema non esattamente inedito – uno dei primi a scrivere di vampiri fu Polidori nel 1819 – l’autore dà al genere un taglio molto personale assimilando il vampirismo alla tossicodipendenza ed ambientando il romanzo nei primi anni ’80 proprio per evidenziarne i punti di contatto.
Un gruppo di ragazzi in vacanza sperimenta l’ebbrezza di sottoporsi volontariamente al salasso di un vampiro ignorando, per incoscienza, le possibili conseguenze del proprio gesto.
La scrittura è ferma, diretta, scarna, essenziale, come lo sono i dialoghi dei ragazzi di vent’anni.
Alla fine rimane intenso il desiderio che si sia trattato soltanto di un incubo di mezza estate.
Un libro che consiglio se – e solo se – avete lo stomaco forte!