Trama
Una mattina Gregor Samsa si sveglia in un letto e scopre con orrore di essersi trasformato in un essere umano. Non ricorda nulla della sua vita precedente. Che fine ha fatto lo spesso carapace che lo proteggeva? E perché adesso è ricoperto da questa sottile, delicata pelle rosa? Chi, o cosa, era prima di quel risveglio? Insomma, adesso Samsa dovrà adattarsi alla nuova e “mostruosa” condizione di uomo. Quando però alla sua porta bussa una ragazza il cui fisico è deformato da un’enorme gobba, Samsa dovrà fare i conti con qualcos’altro di sconosciuto: il desiderio e l’erotismo visto con gli occhi nuovi di chi sa andare oltre le apparenze. Habara, il protagonista di “Shahrazàd”, è un uomo solo, confinato in una casa nella quale gli è vietato ogni contatto col mondo. Non sapremo mai perché, e in fondo non è importante: quello che sappiamo è che il suo unico svago sono le visite regolari di una donna misteriosa che lo rifornisce di libri, musica, film… e sesso. Ma soprattutto gli racconta delle storie, proprio come faceva Shahrazàd. E in queste storie Habara si tuffa come un bambino, finalmente libero. Ecco, è proprio questo che vive il lettore di Murakami: la sensazione di inoltrarsi in un altro universo, di essere “come una lavagna pulita con uno straccio umido, libero da preoccupazioni e brutti ricordi”. Almeno fino alla storia successiva.
Recensione a cura di Federico Adacher
Sette racconti brevi, affilati, malinconici e surreali accompagnano i pensieri e le sventure di sette uomini che per un motivo o per un altro, si ritrovano a vivere una vita solitaria e senza colore dettata da una riflessione passiva sui temi tanto cari al maestro Murakami come la morte, la solitudine e il suicidio.
Unico filo conduttore che lega i protagonisti? L’assenza delle donne nelle loro vite.
Murakami utilizza un approccio e un timbro diversi nella costruzione del filo narrativo che compone le storie di Uomini senza Donne senza però venire meno alle atmosfere e allo stile del “realismo magico” che lo hanno consacrato a uno degli scrittori più influenti di questa epoca.
Siamo lontani dalla precisa quanto vaga incoerenza che aleggia tra le righe dei tre volumi di 1q84, eppure il tema dell’amore inteso come libertà dalla solitudine e come salvezza all’incoerenza del mondo rimane. Si è lontani dall’apatia che contraddistingue i giovani adulti di Norwegian Wood, eppure le descrizioni così precise e poetiche ricordano un tema molto caro a Murakami: la nostalgia per ciò che non è accaduto. Un vago accenno alla Sehnsucht tanto cara al romanticismo tedesco.
Il primo racconto “Drive my car” vede come protagonista un attore di second’ordine che decide di assumere un’autista donna (particolare essenziale) per far fronte ai suoi impegni. Entrambi taciturni e solitari per natura, i due stringeranno in poco tempo un’amicizia fatta di accenni e silenzi. Un giorno, il protagonista decide di confidarsi con la sua autista per cercare di capire cosa abbia spinto la moglie a tradirlo poco prima della sua morte. In un lungo flashback, il protagonista spiega come abbia stretto amicizia con l’infinitamente più giovane amante della moglie senza mai rivelare a entrambi di essere conscio dell’adulterio, tormentandosi sul motivo per cui egli non fosse abbastanza per la moglie. La risoluzione interna a un conflitto che vive sepolto nel passato sarà più semplice del previsto, ma non per questo meno dolorosa.
Il racconto “Yesterday” (titolo ispirato dai ritmi ormai immortali dei Beatles) esplora l’indecisione di una coppia male assortita attraverso le lenti disinteressate e pessimistiche appartenenti al secondo protagonista della raccolta. La trama? Un ragazzo lascia che la propria fidanzata frequenti il suo amico. Yesterday è una storia che esplora i legami umani e le sue forme inaspettate che vanno a formarsi e trasformarsi con l’inevitabile avvento del tempo che scorre. Per citare il testo dei Beatles che fa da silenziosa colonna sonora alla vicenda:
Yesterday
Is two days before tomorrow,
The day after two days ago
Ovvero: Ieri è due giorni prima di domani, il giorno dopo due giorni fa.
Una storia d’amore incerta che sembra quasi una scusa da parte dello scrittore per esplorare le incertezze e le meraviglie che porta il futuro. Uno dei miei racconti preferiti.
“An independent organ” cambia notevolmente il tono narrativo con la straordinaria capacità di non cambiarlo del tutto… non la più chiara delle affermazioni (ne sono consapevole) ma è il meglio che posso fare per descriverlo. Questa volta la protagonista risulta essere l’irrazionalità e il senso di disperazione che solo un’emozione forte come l’amore può generare nella mente di una persona che si è sempre definita distaccata, obiettiva e ragionevole. Si assisterà al completo declino di un uomo contento e devoto alla sua vita semplice e perfetta a causa di -grazie a- una donna, creando l’ennesimo uomo senza donne che va a far compagnia ai protagonisti precedenti.
“Scheherazade”, chiaro riferimento alla protagonista de Le mille e una Notte, adotta la formula (come in Drive my car) del meta-racconto. Una donna racconterà a un uomo (per il momento vi basti sapere questo) la storia dell’unico ragazzo che abbia mai amato durante sua adolescenza. Ogni volta si fermerà al massimo punto di tensione narrativo, lasciando che il povero uomo con cui è attualmente (e i poveri lettori) si domandino cosa accadrà dopo. Questa volta si esplorano i temi dell’ossessione, dell’ingenuità e della potenza tempestosa che si può dedicare solo al primo amore, lasciando gli altri che verranno solo come pallide imitazioni delle emozioni provate per la prima volta. Buon racconto, nonostante credo sia di minore impatto emotivo rispetto ai precedenti.
Murakami esplora ancora una volta il tema del tradimento con il quinto racconto “Kino”: un uomo abbandona la sua casa e il suo lavoro una volta che sorprende la moglie con un altro uomo. Decide di diventare il proprietario di un bar e lasciare che la malinconia venga sostituita da un nuovo sentimento che si potrebbe accumunare alla rinascita. Ma non ha fatto i conti con il dolore che sua moglie gli ha inferto, lasciando che una ferita invisibile ma profonda gli lacerasse lentamente l’anima, costringendolo a cercare aiuto intrappolato nella solitudine del suo dolore inespresso. Il racconto più criptico e surreale di Murakami, nonché il mio preferito.
Prima di iniziare il sesto racconto “Samsa in Love”, consiglierei di leggere “La metamorfosi” di Franz Kafka.
Non preoccupatevi: è breve. Anch’io mi sono fatto la stessa domanda al liceo.
Ovviamente La metamorfosi non è essenziale per capire il grande omaggio di Murakami all’ancora più grande scrittore ceco (uno dei tanti), ma per leggere dentro la sottile sfumatura di magia e surrealismo della vicenda di Gregor Samsa (qui “risvegliato” come umano) è decisamente consigliabile leggere questa piccola gemma della letteratura contemporanea. Un essere senza alcun ricordo si risveglia nel corpo di un umano. Ogni cosa attorno a sé è una scoperta continua: vestiti, casa, stanza, semplici oggetti d’arredamento. In poco tempo fa la conoscenza di una donna e, nonostante non sappia bene chi o cosa sia, se ne ritrova subito attratto. Difficile interpretare il tema principale di questo racconto, ma credo di non sbagliare completamente quando dico che ha qualcosa a che fare con il desiderio intenso e irrazionale nella più pura e semplice delle sue forme. Forse il racconto più raccapricciante, ma anche quello più intriso di speranza.
“Men Without Women” (uomini senza donne): il racconto che dona il titolo al libro. Una telefonata squarcia la quiete della notte. Il protagonista si alza dal letto e risponde. Una voce senza emozioni rivela che l’amante del protagonista è morta.
Silenzio.
Fine della conversazione.
A quanto pare, chi lo ha informato era proprio il marito della sua amante. Ed è così che viene a crearsi l’ultimo “uomo senza donne” che rifletterà in un malinconico e nostalgico (mai deprimente) dialogo interiore su cosa davvero significhi essere preda della solitudine.
Personalmente, ho adorato ogni singolo racconto in questo piccolo libro che non ha assolutamente nulla di invidiare alle opere più conosciute del maestro. Assolutamente consigliato sia per i “veterani” di Murakami che per i neofiti. E se un giorno doveste andare in astinenza da questa penna, come lo sono io, consiglio caldamente la lettura di Norwegian Wood che ricalca in un linguaggio meno pretenzioso e più giovanile molte delle dinamiche narrate in Uomini senza donne.
Dettagli
- Genere: Narrativa
- Copertina rigida: 222 pagine
- Editore: Einaudi (16 giugno 2015)
- Collana: Supercoralli
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8806225871
- ISBN-13: 978-8806225872