Uno sporco lavoro: la calda estate del giovane Bacci Pagano – Bruno Morchio
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Uno sporco lavoro: la calda estate del giovane Bacci Pagano - Bruno Morchio

Trama

Basta una parola, a Bacci Pagano, per riconoscere Maria, anche se non la vede da trent’anni. Basta un attimo per essere catapultato ai tempi della sua prima indagine, a metà degli anni Ottanta. Dopo un lustro passato in prigione a scontare una pena ingiusta e tre anni in giro per il mondo, Bacci ha deciso di mettere a frutto il proprio intuito infallibile lavorando come investigatore privato. Ironia della sorte, il primo caso lo trova a pochi chilometri da casa, in una splendida villa della Riviera di Levante. Deve proteggere la famiglia dell’ingegner Silvano Rissi, un manager dell’industria di stato. L’atmosfera è tutt’altro che serena: i rapporti tra Rissi e l’affascinante moglie Adriana sono tesi e, nella rada prospiciente la spiaggia privata della residenza, si staglia la sagoma di una lussuosa quanto misteriosa imbarcazione. Al fiuto di Bacci non sfugge che c’è qualcosa di strano, anche se è distratto dal profumo inebriante della bella e giovane Maria, la baby-sitter del piccolo Daniele Rissi. Non ha prove, ma sente che dietro quel semplice incarico da guardaspalle c’è dell’altro. E quando subisce l’aggressione di un uomo armato e le attività a bordo del misterioso yacht si fanno sempre più frenetiche, Bacci ha la conferma che non può più fidarsi di nessuno. È il momento di affrontare Rissi a viso aperto e cercare di carpire il mistero che si nasconde dietro gli occhi, fieri ma sempre velati di tristezza, di Adriana. Quella che sembrava un’impresa facile e senza rischi, un primo incarico prestigioso e ben remunerato, trascina Bacci fra i loschi traffici di un’Italia che, dietro le luci sfavillanti del benessere economico, svela al mondo il suo animo corrotto e criminale.

Recensione a cura di Rino Casazza

I polizieschi d’azione di Bruno Morchio si basano su un’intuizione letteraria semplice quanto efficace.

Nel genere hard-boiled a indagare non è un detective appartenente alle forze dell’ordine, nobilitato dal servizio in favore della collettività, bensì un “mercenario”, per il quale occuparsi di crimini è un mestiere nel senso più venale del termine.

Per questo motivo, il detective hard-boiled è cinico e disincantato, e disprezza la società che, grazie all’esistenza della malavita e al conseguente bisogno che quelli come lui vi facciano fronte, gli dà da mangiare.

Ne esce una figura di affascinante avventuriero, privo di un vero senso di giustizia a parte una personale deontologia che può essere anche, per molti versi, deviata.

Bruno Morchio ha risolto il problema mettendo nei panni dell’investigatore privato hard-boiled un uomo avverso alla società per convinzione ideologica. Un ex sessantottino che le vicissitudini della vita hanno portato a svolgere quella professione, inconciliabile col mondo che lo circonda non per irriducibile pessimismo anarchicheggiante ma perché ne vorrebbe un altro, con più giustizia sociale.

Bacci Pagano.

In Uno sporco lavoro: la calda estate del giovane Bacci Pagano, si va alle origini del personaggio.

Siamo negli anni ‘80, e Pagano è da poco riuscito a riabilitarsi da una vicenda giudiziaria dolorosissima, che lo ha visto finire in carcere, innocente, con l’accusa di terrorismo armato durante una manifestazione politica di estrema sinistra.

Ha trent’anni e, chiusa ogni altra prospettiva, anche quella di diventare operaio come il padre (nessun padrone lo assumerebbe mai nella sua fabbrica) cerca di sbarcare il lunario proponendosi, appunto, come detective privato.

La vita è dura con lui, costringendolo ad accettare qualsiasi incarico per ragioni alimentari.

Il penultimo è stato improvvisarsi semplice marinaio sulla barca di un amico losco, salvo poi scoprire che l’imbarcazione trasportava di nascosto, e a sua insaputa, un compromettente carico di droga.

Lo stesso amico losco gli propone di fare il bodyguard per la famiglia di un ricco ingegnere con splendida villa sulla costa ligure.

Quel che segue, a parte l’intrigo strettamente poliziesco, che scava nei rapporti tra mafie, potere politico e potere economico, è un viaggio dentro la mentalità della borghesia di quegli anni, ma non solo, visto che l’estrazione di molti personaggi (la servitù dell’ingegnere e una splendida babysitter appena più che adolescente) è popolare come quella di Pagano.

Pagano si rivela subito quello che sarebbe diventato.

Dopo la batosta ricevuta, la sua polemica anticapitalistica, pur rimanendo un pedale di sottofondo della sua personalità, ha perso vigore per lasciar spazio al lato umano.

Ormai malinconicamente consapevole che la rivoluzione è un’ utopia, Pagano si mostra sensibile alla storia individuale delle  persone che il mestiere gli mette davanti, piene di debolezze e contraddizioni, ma sempre portatrici di un valore intrinseco, perché anche un nemico di classe resta, nel profondo, un uomo.

 

Dettagli

  • Genere: noir
  • Copertina rigida: 207 pagine
  • Editore: Garzanti (8 novembre 2018)
  • Collana: narratori moderni
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 881160298X
  • ISBN-13: 978-8811602989
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