Recensione di Mary Basirico’
Ellie e Steven sono innamorati, lei studentessa universitaria di lettere e lui affascinante professore di liceo. Hanno in comune diverse passioni, tra cui la letteratura, conoscono a memoria le frasi dei più importanti autori classici e condividono le emozioni che nascono dal piacere della lettura. Ma il loro è anche un amore fisico, Steven pensa di aver finalmente trovato la donna ideale, quella a cui lasciare le chiavi del suo appartamento, con Ellie vuole fare sul serio. Lui figlio di un importante scrittore con cui ha un rapporto conflittuale, professore fascinoso, donnaiolo impenitente, vuole mettere la testa a posto.
Un romantico weekend è proprio quello che ci vuole per concretizzare le sue intenzioni, una casa sperduta tra i boschi, sfondo ideale per una vacanza lontana dal quotidiano e da occhi indiscreti.
L’idillio dura poco. Ben presto la meravigliosa vacanza si trasforma in incubo. I due protagonisti nascondono segreti e il loro amore si rivela ben presto un castello di bugie, un piano ben orchestrato per vendicare il male commesso. Il fine ultimo è impedire che altre persone possano venir manipolate da menti più mature, cosicchè il soggetto più fragile si convince di essere sbagliato, non all’altezza, con conseguenze letali.
Parzialmente autobiografico, l’autrice trova il coraggio a distanza di diversi anni, di esorcizzare quanto le è accaduto, un amore per un uomo più grande che la stava distruggendo.
La trama, che vede l’alternanza delle voci dei due protagonisti sono intervallati da un narratore anonimo, non scorre sempre agevolmente. Ho trovato ripetitiva la parte centrale, nonostante i vari salti nel passato che chiariscono i vissuti di Ellie e Steven, mentre la parte conclusiva si presenta più avvincente.
Il messaggio che vuole lanciare l’autrice è attualissimo, la prevaricazione del più forte sul più debole è quanto mai diffusa nella società moderna, ancora ben lontana dal raggiungimento della parità tra i sessi. Il rispetto verso ogni essere umano, soprattutto durante l’età adolescenziale quando si è fragili e non si è ancora raggiunta la sicurezza e la fiducia in se stessi, è fondamentale, soprattutto da parte delle figure di riferimento.
Rimane il dubbio che la soluzione proposta dall’autrice sia effettivamente la miglior strada percorribile per risolvere il problema, ovvero quando la vittima si trasforma nel carnefice.