Thriller presentato come una “rivisitazione in chiave moderna di Jane Eyre con più segreti e colpi di scena”. Ambientato a Thornfield Estates, quartiere esclusivo di Birmingham, in Alabama racconta la storia di Jane, ragazza dal passato oscuro che incontra Eddie un vedovo ricco e affascinante e se ne innamora. Sulla loro storia d’amore aleggia però il fantasma di Bea, la sua ex moglie…
Il romanzo ha un avvio intrigante per il forte contrasto tra Jane, la protagonista, costretta a barcamenarsi come dog sitter per sbarcare il lunario e i suoi ricchi clienti. Proprio Jane non è un personaggio integerrimo e non si fa scrupoli a rubacchiare a casa dei suoi datori di lavoro ricordando la filosofia spiccia di Robin Hood. L’ambientazione è molto curata e anche in questo caso spicca il contrasto tra la topaia in cui è costretta a vivere Jane e le lussuose abitazioni del prestigioso quartiere inglese in cui lavora. Anche la trama all’inizio coinvolge: l’alone di mistero che regna soprattutto sui trascorsi dei personaggi incuriosisce e spinge ad andare avanti.
Lo stile narrativo è diretto e senza troppi fronzoli. Le voci dei protagonisti sono ben caratterizzate anche se i dialoghi non brillano per originalità. Una scrittura che rende vivide le immagini e che inizialmente permette al lettore di immergersi nella lettura. Si ha la sensazione di guardare una serie tv crime, per intenderci.
La pecca a mio modo di vedere di questo thriller (colpo di scena!) sta però nella struttura della trama. I (numerosi) flashback sono disseminati nella storia e dopo una partenza fulminea, ammazzano il ritmo della lettura. Persino dopo un grosso colpo di scena, l’autrice sceglie di tornare indietro nel tempo e di fatto “ammazza” la curiosità, diluisce la tensione al punto dal poter chiudere il libro per leggere il finale in un momento successivo: per un thriller, non è un buon segno.
Volendo trarre le somme, no, non è un romanzo che consiglierei di leggere. Le premesse sono ottime ma il romanzo nel suo sviluppo finisce per perdersi nei meandri di segreti e colpi di scena abbastanza scontati e ampiamente prevedibili. Il colpo di grazia è dato a mio modo di vedere dalla struttura della storia, dalla scelta di organizzare le scene con un criterio che alla fine risulta controproducente, a maggior ragione trattandosi di un thriller. Il terzo atto dovrebbe scorrer via tra le mani e invece zoppica vistosamente.