Alice Basso ci ha abituate ai personaggi a tempo. Le sue serie non vanno oltre i cinque libri, è un suo tratto distintivo, del resto non ci dobbiamo meravigliare, chi conosce Basso lo sa, ha sempre il cervello in movimento e tantissime storie da raccontare.
Eccomi quindi a leggere l’annunciato ultimo libro della serie su Anita Bo. Per quanti non conoscessero l’autrice, i libri della serie si potrebbero anche leggere senza seguire l’ordine di pubblicazione ma è meglio, molto meglio seguirlo, perché si possono apprezzare appieno i personaggi.
La serie si svolge nel decennio che va dal 1935 al 1945 a Torino, ha come protagonista Anita Bo una giovane donna che compie un percorso di crescita in pieno fascismo e il suo cambiamento in questo ultimo libro risulta evidente. Interessanti anche i coprotagonisti della serie, Clara, migliore amica di Anita, la loro professoressa Candida, Mariele, la mamma di Anita, Sebastiano, Julian.
Una delle innumerevoli doti di Alice Basso sono i dialoghi e anche in questo libro non mancano, ma il tono è diverso rispetto ai primi libri, sottolineando il mutare della situazione generale da un lato, e la maturazione, lenta e costante di Anita dall’altro. Da un certo punto della narrazione in avanti, si nota la svolta, il racconto è fatto in terza persona, si apprezza la profonda conoscenza della Storia di Alice Basso e non viene mai meno la piacevolezza del suo stile. È difficile raccontare di questo libro senza dire troppo, senza anticipare, fare spoiler, quindi provo a limitarmi alle mie impressioni e sensazioni generali.
Dicevo che abbiamo conosciuto il personaggio di Anita, giovane donna molto avvenente che si avvia alla “carriera” di moglie e madre, come normale, anzi suggerita dal fascismo. Nei primi libri abbiamo letto dialoghi, spesso surreali che ha con la sua amica Clara, del suo scatto di orgoglio che la porta ad imporsi sulla sua famiglia decidendo di lavorare prima di del matrimonio, proponendosi come dattilografa in una casa editrice, dove conoscerà Sebastiano Satta Ancona ed entrerà nel mondo del mensile Saturnalia. Anita si appassionerà al mondo del giallo, diventando a sua volta un’autrice. A causa della censura del regime, i fatti criminosi devono essere taciuti e per poterne scrivere comunque, Anita non solo indagherà su una serie di misfatti ma ne scriverà assieme a Sebastiano, facendo passare i racconti come opere di fantasia tradotte dall’inglese. Con una buona dose di astuzia, un’intelligenza occultata dall’avvenenza … : ” E tutti mi crederanno, perché mi credono sempre quando mi fingo una tonta.” il percorso di maturazione di Anita si fa evidente con le storie raccontate da Basso da un libro all’altro. L’amore per Sebastiano Satta Ancona cresce e matura, l’insofferenza al regime anche, la capacità di ragionamento si affina, grazie soprattutto alla professoressa Candida che accoglie lei e Clara nella sua casa. Però stiamo parlando di una ragazza di vent’anni nel 1935 con tutte le implicazioni del caso. Di fronte a un pericolo reale Anita e i suoi amici dovranno agire con scaltrezza creando una meravigliosa squadra e prendendo decisioni che modificheranno la vita di tutte e tutti. Il finale è tutto da gustare e non mi resta che invitarvi a leggere il libro, fidatevi: Alice Basso è maledettamente brava!