Conoscete Mike Noonan, scrittore? Forse no: è il protagonista di Mucchio d’ossa, di Stephen King. Bene: Mike Noonan, spiegando cosa si aspettano da uno scrittore gli editori ma soprattutto i lettori, dice: “I lettori adorano i personaggi che ricompaiono: è come tornare in famiglia”. Per chi, come il sottoscritto (che i romanzi li scrive, sì, ma soprattutto li legge) è proprio così: come per anni siamo tornati a fare la nostra periodica vacanza a Vigàta, come dal 2013 ci infiliamo nelle scarpe di Rocco Schiavone, così abbiamo avuto l’immensa fortuna e il grande piacere di calarci nella Napoli degli anni Trenta per seguire le indagini e i tormenti del commissario Ricciardi, nello stesso modo in cui abbiamo potuto seguire l’evoluzione dei Bastardi di Pizzofalcone uscita dopo uscita, romanzo dopo romanzo.
Dal 2018, almeno una volta all’anno, ci siamo abituati a vedere il mondo dagli occhi molto attenti e specializzati di Sara Morozzi, la donna invisibile. E anche in questa nuova uscita, tornare nel suo universo e seguire le sue vicende è un autentico (scusate il termine tecnico) godimento. Da un incidente aereo si dipana una complicata trama con agganci nel passato della storia del nostro paese. Mora e Bionda, con Andrea Capatano dal finissimo udito che compensa la vista perduta, e l’appoggio dell’ispettore Pardi (diventato l’umano del suo cane, un Bovaro del Bernese fuori taglia e voracissimo) e della fotografa (nonché nuora di Sara) Viola, devono dipanare una matassa che troppi, dall’alto, vorrebbero che si evitasse di sbrogliare. E ancora una volta, alla fine, ogni tassello va al suo posto. E ancora una volta, con nostra gioia, impariamo a conoscere Sara un po’ di più. In attesa di tornare a guardare il mondo come lo vede lei sotto i suoi capelli grigi.