Un conto aperto con il passato
Durante i lavori di demolizione di un vecchio edificio a Modena, si rinviene uno scheletro, che l’antropologo forense attribuisce a una ragazza tra i diciotto e i ventidue anni. Le indagini per identificarla vengono affidate al commissario Cataldo, che, scavando nel passato, apprende di una compagnia di bikers che si riunivano in quel luogo, ma deve interrompere le ricerche pochi giorni dopo, quando viene assassinato il proprietario della Delta, l’azienda farmaceutica più nota in città. La nuova inchiesta proietta ora Cataldo nel mondo della ricca borghesia, in una doppia direzione professionale e privata: se la concorrenza industriale, il licenziamento di un sindacalista e le minacce degli animalisti sono piste da seguire, non va trascurata neppure quella di una relazione segreta dell’uomo con una donna a tutti ignota. E mentre nuovi colpi di scena si susseguono, e altro sangue viene versato, alla fine lo scheletro è identificato in quello di una liceale scomparsa nel nulla nove anni prima, subito dopo l’esame di maturità. Cataldo allora capisce che la soluzione è da ricercare in un drammatico intreccio tra passato e presente…
La nuova indagine del commissario Cataldo

Un conto aperto con il passato è il nuovo romanzo di Luigi Guicciardi che vede ancora una volta protagonista il commissario Giovanni Cataldo.

L’autore modenese, docente di liceo e critico letterario, sigla la diciannovesima avventura del commissario siciliano a cui, col passare degli anni, il lettore si è particolarmente affezionato. Se pensiamo che la sua prima storia: “La calda estate del commissario Cataldo” risale al 1999, possiamo considerare Luigi Guicciardi uno dei più prolifici autori italiani del genere poliziesco.

In questa nuova indagine si trova a fare i conti con un cadavere rinvenuto durante i lavori di demolizione di un vecchio edificio modenese, dopo accurati accertamenti dell’antropologo forense si stabilisce che il corpo ritrovato appartiene a una ragazza molto giovane.

Il luogo del ritrovamento era raduno abituale per tanti ragazzi di comitiva, tra i quali alcuni bikers poco raccomandabili, infatti era divenuto zona di spaccio di stupefacenti, trappola in cui cadono tanti ragazzi dell’età della vittima. Il commissario, nell’approfondire una vicenda appartenente al passato, viene a conoscenza della morte di un imprenditore, Francesco Cavazza proprietario della Delta, nota azienda della città modenese, che è stato assassinato con un colpo sparato da una pistola di piccolo calibro.

Due filoni d’inchiesta che coinvolgono Cataldo e la sua squadra, il suo fidato collaboratore De Pasquale e il medico legale Salvatore detto Turi, che avrà il suo bel da fare, poiché, nel corso della vicenda, le morti inizieranno a salire di numero.

Al centro della storia troviamo tante questioni fondamentali che vanno analizzate e approfondite: il passato della ragazza trovata uccisa e le sue cattive amicizie, la vita dell’imprenditore assassinato e i sospetti sulla Delta, le ambigue relazioni industriali, la concorrenza sleale e il traffico di sostanze illecite. Inoltre i contrasti con l’ambiente legato al sindacato, soprattutto quando si viene a sapere del licenziamento di un sindacalista. Dulcis in fundo, a impreziosire la (già di per sé) complicata situazione troviamo le minacce degli animalisti.

Tanti nodi da sciogliere per il commissario Cataldo. Forse però, come capita nei migliori gialli, se da un lato le morti iniziano a salire di numero, risultando così un dato assai preoccupante per gli inquirenti, è anche vero che l’assassino viene sempre più allo scoperto, e qualcosa gli va storto. Esponendosi troppo, finisce per commettere errori, e questo è un dato riscontrabile spesso in un’indagine sul crimine.

Se penso che in un film poliziesco ma del tutto comico come “Totò contro i quattro”, il principe De Curtis, nei panni del commissario Saracino, invitava il povero Castellani, minacciato da telefonate anonime, a farsi ammazzare in modo da far intervenire la polizia, si evince il fatto che a volte anche un’indagine di polizia ha la sua parodia che gli fa il verso, mettendo in luce il suo aspetto paradossale.

Ma il commissario Cataldo non è il commissario Saracino (che peraltro si fa rubare pure la macchina) il protagonista in questione è un uomo che ha messo da parte i suoi affetti personali per dedicarsi alla vita professionale, che lo vede sempre in prima linea contro il crimine.

Modena, anch’essa protagonista, è una città accogliente e ricca di storia: i suoi musei e le sue chiese sono da sempre meta di turismo, per non parlare della rinomata tradizione culinaria. Purtroppo queste bellezze convivono con il lato oscuro, in cui il male si insedia in maniera prepotente e la criminalità organizzata sembra non voler dare tregua.

Guicciardi, attraverso le sue storie, ce la fa riscoprire, ci parla della bellezza avvolgente e al tempo stesso misteriosa di questa città, facendo del suo commissario Cataldo un personaggio malinconico e vincente. Basterà tutto questo al poliziotto siciliano? Oppure ci vorrà ben altro per ravvivare una vita che lo ha praticamente reso vulnerabile come uomo, che lo ha sconfitto nei suoi affetti personali? Occorre un provvidenziale cambio di marcia che ravvivi quei contorni un po’ troppo grigi, perché l’età avanza inesorabilmente e Cataldo non riesce più a fare i conti con la sua solitudine.

Delitti, misteri e un’indagine che si sviluppa nell’alta borghesia modenese sono gli ingredienti che l’autore utilizza per confezionarci un giallo di pregevole fattura con una trama scorrevole e strutturalmente ben congegnata. Guicciardi è un autore di grande calibro e di sicuro affidamento, ci regala storie intriganti rispettando i canoni del genere e non tradendo mai (e sottolineo mai) le aspettative dei lettori.

 

 

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