Genere:
Un borghese piccolo piccolo
Uscito nel 1976, “Un borghese piccolo piccolo” racconta la crudele, sanguinosa vicenda di Mario Vivaldi, impiegato di un ministero romano che, nell’Italia spietata del boom economico, tenta di farsi largo nel mondo tra sotterfugi e piccole furbizie, ed è pronto a tutto pur di garantire al figlio quel benessere che lui ha potuto solo sfiorare. Vincenzo Cerami punta la sua lente di ingrandimento – sono parole di Italo Calvino – sulla «bruttezza senza riscatto che regna nel cuore del nostro consorzio civile, ma anche sulla tenace rabbia di vivere che persiste in fondo a un desolato svuotamento di ragioni vitali». Diventato a un anno dalla pubblicazione un celebre film di Mario Monicelli con Alberto Sordi, “Un borghese piccolo piccolo” è una storia di vittime e nello stesso tempo di mostri, in una Roma inedita che, con la sua ferocia, non lascia scampo al lettore.
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Giovanni interruppe suo figlio: «E davvero sei riuscito a rispondere a tutte quelle domande?»

Mario annuì pieno di fierezza.

«È straordinario!» continuò Giovanni mentre dava qualche strappetto alla canna per sentire se il pesce aveva abboccato. «Pensa che bello se avessimo tutti i soldi di quel problema… in un anno potresti farli triplicare!»

Inizia così “Un borghese piccolo piccolo” romanzo d’esordio edito nel 1976 di un allora giovane trentacinquenne Vincenzo Cerami. Inizia con questa immagine: un padre e un figlio che dialogano tranquillamente mentre sono intenti a pescare. Poi improvvisamente accade qualcosa, all’apparenza nulla di strano in quel contesto.

Finalmente il pesce abboccò all’amo. […] Un attimo dopo quattro mani agguerrite lo afferrarono con frenesia e lo gettarono ancora più verso l’interno, lontano dall’acqua dello stagno. Giovanni intrappolò nella mano la bestiolina impazzita e strinse più che poteva.

«Un sasso, – gridò il padre al figlio. – Trovami un sasso».

Mario raccolse una pietra e la passò al padre. Questi poggiò il pesce su un ciotolo nel terreno e cominciò a colpire fino a fracassare la testa del guizzante animaletto.

Abbocca un pesce, niente di più; ma improvvisamente l’immagine quasi idilliaca di padre e figlio che dialogano si sgretola sotto gli occhi del lettore. Le mani dei due sono “agguerrite”, “afferrano con frenesia”, “stringono” e infine “colpiscono fino a fracassare la testa”.

Poche righe sono sufficienti a comprendere la potenza della penna di Cerami. Una storia sconvolgente, amara, ancor più perché i protagonisti sono persone comuni. Giovanni Vivaldi, infatti, è un semplice impiegato; sua moglie una casalinga, e il figlio Mario un giovane diplomato in ragioneria.

L’Italia è quella degli anni ’70, piena fase di boom economico; un momento storico in cui chiunque prova a trarre vantaggio utilizzando ogni mezzo, più o meno lecito. È in questo contesto che si muove il nostro protagonista, un uomo che per anni ha lavorato presso il ministero e che ora si sente in diritto di chiedere una raccomandazione per il figlio. Un diritto acquisito sul campo.

Giovanni è un uomo medio, ordinario, grigio: un uomo senza mordente. Troppo timido per imporsi, troppo mediocre per aspirazioni di carriera. Tuttavia, pur di perseguire il suo scopo entrerà a far parte della massoneria, organizzazione che Cerami dipinge in maniera grottesca: i personaggi che ne fanno parte sono uomini troppo rozzi e approssimativi per il ruolo che dovrebbero rivestire.

E questo è solo un dei tanti contrasti in cui si muovono i personaggi di questa storia, contrasti tra ciò che si pensa che sia e ciò che in realtà si è. Il superiore di Giovanni a d esempio, il dottor Spaziani è una maschera, una figura potente e autoritaria solo all’apparenza: in realtà è un uomo rozzo e dai modi non proprio educati. Il romanzo affronta tematiche forti: giustizia, fede, speranza e religione transitano tra le pagine del romanzo e tutto viene messo in discussione: ogni cosa ha una dimensione che si riduce all’umano, al quotidiano, alla vita di tutti i giorni.

Nonostante sia un romanzo breve, le centocinquanta pagine che lo compongono sono dense, ricche di emozioni e contengono descrizioni che richiamano ad immagini nitide, direi quasi fotografiche. Il borghese piccolo piccolo è un gioiello di rara bellezza, un romanzo amaro come a volte solo la vita può essere ma al tempo stesso profondo, ambientato in un’Italia che non c’è più o, meglio, che è ancora esattamente la stessa, solo che ha cambiato vestitino e si è dotata di supporti tecnologici più avanzati. Il servilismo e il ricorso al mezzo illecito pur di perseguire lo scopo, credo faccia parte del nostro DNA più che della nostra storia e pertanto il romanzo di Cerami resterà sempre estremamente attuale nei suoi contenuti.

Vincenzo Cerami è nato a Roma nel 1940. Ha pubblicato Amorosa presenza (1978), Addio Lenin (1981), Tutti cattivi (1981), Ragazzo di vetro (1983), La lepre (1988), L’ipocrita (Einaudi 1991), La gente (Einaudi 1993). Un borghese piccolo piccolo è stato pubblicato per la prima volta nel 1976. Da questo romanzo è stato tratto l’omonimo film di Mario Monicelli con Alberto Sordi.

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