Trama
A Heartsdale, trovarsi con gli amici al campo di pattinaggio il sabato sera è una tradizione di vecchia data e anche Sara Linton, che in quella piccola cittadina del Sud è cresciuta e in cui svolge la doppia funzione di pediatra e medico legale, è lì per trascorrere qualche piacevole ora di svago insieme a Jeffrey Tolliver, suo ex marito e capo della polizia locale. Ma quando, nel parcheggio, quella che sembra una lite tra coetanei sfocia in una sparatoria in cui una ragazzina perde la vita, Sara si ritrova coinvolta suo malgrado in una terribile tragedia. Perché l’autopsia porta alla luce una lunga storia di abusi e di automutilazioni rituali e quello che in un primo momento sembrava il gesto disperato di una sola persona svela in realtà implicazioni ben più vaste e orribili. Eppure quando Sara e Jeffrey iniziano a indagare trovano solo porte chiuse: gli amici della vittima fanno quadrato tra loro, le famiglie si rifiutano di parlare… Finché non viene rapita un’altra ragazzina e dalle indagini emerge con chiarezza che la morte di Jenny è legata a un crimine ancor più brutale e scioccante di quanto chiunque potesse immaginare. E Sara si rende conto che l’unico modo per impedire che accada di nuovo è rompere il muro di silenzio dietro cui i ragazzini si nascondono.
Legge Gianfranco Machella
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Recensione a cura di Gianfranco Machella
È questo il secondo romanzo (il primo è La morte è cieca) di Karin Slaughter con protagonisti la pediatra e medico legale Sara Linton e il suo ex-marito Jeffry Tolliver, capo della polizia della Contea di Grant, dove principalmente si svolgono i fatti narrati.
Diciamo subito che il romanzo è adatto a chi ama argomenti forti e scabrosi: si parla di pedofilia, violenze su minori (fisiche e psicologiche), stupri, incesti, mutilazioni genitali e comportamenti autolesionistici. Di ogni personaggio, anche quelli “buoni”, si scava e se ne ricorda il passato, spesso traumatizzante e doloroso. La trama si dipana alternando indagini sul caso a ritratti psicologici e ricordi personali (forse anche troppi) dei personaggi che si susseguono. A volte è come se l’autrice volesse di proposito mettere un freno all’avanzamento delle indagini, volendo forzatamene creare un senso di attesa spasmodica nel venire a conoscenza dei fatti e della verità. Non so se questo sia un punto di forza o una debolezza del romanzo, la cosa è sicuramente soggettiva. Come detto la trama tratta argomenti “scomodi”, ma non mancano certo i colpi di scena, anche se qualcuno risulta prevedibile. I dialoghi (moltissimi), sono ben costruiti, ma spesso non risolutivi ai fini dell’indagine, ma servono, come già detto, a rimandare il più possibile il progredire delle indagini.
C’è comunque da sottolineare che nello scrivere l’autrice non ricorre a esagerati tecnicismi legali o medico-scientifici come è tipico di altri autori di thriller, quindi i dialoghi scorrono fluidi, puntando più che altro a mettere in risalto i limiti, le insicurezze, le cattiverie umane.
Un romanzo che fa riflettere sulle più bieche bassezze e perversioni della nostra umanità.
Dettagli
- Genere: Thriller
- Copertina flessibile: 462 pagine
- Editore: HarperCollins (7 giugno 2018)
- Collana: HarperCollins Italia
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8869053153
- ISBN-13: 978-8869053153