Stella o Croce
A Palermo, in una grande strada del centro, una signora gestisce una bottega di parruccaia. È una donna gentile, bravissima nella sua arte che le ha donato una notorietà cittadina, saldamente affermata in una clientela formata da artisti, donne sotto terapie invasive, travestiti. Ha spesso verso le sue clienti una tenerezza particolare che l’ha fatta considerare da alcune di loro quasi un angelo; copre alopecie con parrucche d’artista, ma le sue cure sono talvolta un balsamo psicologico. Un giorno, questa signora senza un nemico al mondo, viene trovata uccisa, in un modo sanguinosissimo, nella sua bottega sulla via trafficata. Mistero totale. La polizia avvia le indagini: i tanti clienti, possibili stranezze delle loro vite, il mondo del teatro, angoli oscuri nel lavoro. Ma la scarsezza dei risultati spegne l’ingegno investigativo. Per un caso, per una amicizia comune, se ne incuriosisce Angela Mazzola. È una ragazza di periferia. Fa la poliziotta. Semplice agente della Mobile, ma “già ne aveva fatta di strada dal suo quartiere di origine Borgo Nuova”. Da lì, figlia di un panettiere della zona, poteva uscire in molte maniere, ma improbabilmente come “sbirra”. Bella, contenta di sé, solerte negli incarichi che le affidano (mediocri in effetti), non è una inflessibile paladina della giustizia e nemmeno una palestrata supereroina: è solo assetata di tutto quello che la vita può avere in serbo per lei. È questo desiderio, questo istintivo entusiasmo, il motivo che la butta nel caso del “delitto della parruccaia”. La sua è un’indagine privata, “approssimativa e clandestina”, condotta nel tempo libero. Ma la colpisce una polvere di indizi sfuggiti a inquirenti distratti. E sono segnali che la portano alla fine in un mondo dove gli interessi non dovrebbero entrare, e invece entrano e distruggono spietatamente.
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Gian Mauro Costa si ripresenta ai lettori con Stella o croce, romanzo che vede il debutto di un nuovo personaggio tutto al femminile, quello di Angela Mazzola, una poliziotta al servizio della Squadra Mobile, che vive in quartiere alla periferia di Palermo. Il suo ruolo di semplice agente però non le basta, soprattutto quando viene uccisa una parruccaia, persona splendida e davvero gentile con la clientela. Come si spiega questo delitto, quali nemici poteva avere una donna benvoluta da tutti ?

Angela si distingue per la sua caparbietà e vuole alzare, come si dice, l’asticella, quel livello di difficoltà per non essere una delle tante donne che esercitano una professione alquanto pericolosa in un territorio come quello di Palermo, dove la Mafia ha seminato morte e ha sfidato, in un secondo momento, lo Stato.

Ma quello della parruccaia non è un omicidio ad opera di un sicario a saldo della Mafia, è una di quelle morti inspiegabili che fa parte, purtroppo, di quella quotidianità del mondo criminale. La protagonista si trova a condurre un’indagine in borghese, non facendo trapelare il fatto che c’è tutto l’interesse della polizia a riaprire un caso prossimo all’archiviazione.

L’autore costruisce un personaggio vincente, quello di Angela, che si ritaglia un ruolo principale uscendo dalle sue solite vesti ordinarie; ne viene fuori una donna brillante che affronta un caso difficile aggirando quegli ostacoli che possono essere particolarmente imprevedibili. Un’indagine è sempre complessa e richiede molta pazienza, soprattutto per chi non conosce i metodi investigativi, ma Angela è brava a ricomporre i pezzi del puzzle in maniera definitiva, fino ad arrivare a smascherare il colpevole di quell’omicidio che grida giustizia.

Angela Mazzola è un personaggio a cui il lettore si lega facilmente, spontanea e genuina, una ragazza che segue i valori che la famiglia le ha trasmesso, amante della buona cucina, una donna che riesce a far perdere la testa agli uomini, soprattutto all’agente Iovino.

Un romanzo che appartiene al quel filone narrativo del giallo classico per come si sviluppano la trama e le relative indagini e grazie ad una scrittura molto scorrevole e coinvolgente.

Diamo un caloroso benvenuto alla nuova protagonista per l’inizio di una serie che, sono sicuro, il lettore non si lascerà scappare e seguirà con molto interesse. Merito del bravo Costa che ha saputo creare un personaggio esente dalla necessità di diventare un eroe di tutti i giorni, bensì una figura femminile con la necessità di ritagliarsi il giusto spazio, in tutta la sua semplicità e naturalezza, lasciando intravedere, pian piano, tutte le sue doti, in un mondo particolarmente difficile e in un territorio che presenta più di un’insidia.

 

 

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