“16 maggio 1958, venerdì.
Riprendo l’abitudine di scrivere un diario personale dopo un bel po’ di tempo. Non so cosa mi abbia fatto venire voglia, forse vedere questo quaderno vuoto nel cassetto della scrivania o il bisogno di parlare liberamente con qualcuno. Questa volta cercherò di essere più costante e di non abbandonare il progetto….” (Tratto dall’incipit del primo diario)
Spesso viene detto che la curiosità è donna, invece in questo caso, nel libro di Valeria Mancini dal titolo “Silvia”, la curiosità è uomo! Infatti il protagonista trova alcuni diari, in fase di restauro dell’antica casa che ha acquistato; inizialmente esita, ma poi il desiderio di sapere vince e se li a porta a casa per leggerli. Questi diari sono stati scritti da una donna di nome Silvia tra 1958 e il 1960. La vita quotidiana di Silvia viene così scoperta dal protagonista e dai lettori: amori, amicizie e speranze sono raccontati con l’energia della fanciulla mentre cresce e matura. Inaspettatamente, nei diari, sembra non comparire un vero e proprio finale, le sorti di Silvia restano, dunque, misteriose.
Questo enigma fa in modo che il protagonista decida di scoprire che cosa è capitato a Silvia: dov’è ora? come la si può rintracciare? Adesso che è entrato nella sua vita leggendo i suoi pensieri più profondi e si è appassionato alle sue vicende non può astenersi dal saperne di più.
Un libro che permette di capire l’importanza di tenere una traccia di sé, oltre il tempo e le vicende della vita. Scrivere un diario può essere terapeutico e può aiutarci a stare bene con noi stessi, ma questi diari ritorneranno a Silvia? E perché lei li ha abbandonati? Dobbiamo leggere questo romanzo per ottenere delle risposte!