Sangue sul Chianti – Michele Giuttari
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Sangue sul Chianti: Un nuovo caso per il commissario Ferrara di [Michele Giuttari]

Trama

È un inverno di sangue nel meraviglioso Chianti dove, dentro la cornice delle sue colline, il Male si fa vivo con morti che all’apparenza sembrano non avere alcun collegamento tra loro. La Squadra Mobile deve indagare per trovare il filo conduttore che unisce la brutale uccisione della compagna di un ricco banchiere, il suicidio di una testimone e altre morti misteriose al mondo di personaggi al di sopra di ogni sospetto con centro dei loro sporchi interessi e divertimenti nella Capitale. Il commissario Michele Ferrara, per trovare la soluzione, deve scavare tra segreti inconfessabili guardandosi anche da figure istituzionali che ufficialmente gli sono vicine per collaborarlo. Michele Giuttari ritorna da protagonista con un thriller aspro e travolgente sui segreti più inconfessabili di gente potente con un susseguirsi di morti, colpi di scena e tradimenti dove i cattivi diventano buoni o vittime e i buoni cattivi. Ritorna così a inquietarci e sfidare i lettori con un’indagine incredibile che ha il sapore della realtà costruendo un impeccabile meccanismo narrativo dove tutto alla fine si ricostruisce in una intelaiatura coerente in maniera del tutto logica.

Recensione a cura di Achille Maccapani

Otto anni.

Sì, otto lunghissimi anni.

Questa è la distanza temporale che separa l’uscita di “Sangue sul Chianti”, l’ultima e imperdibile tappa del ciclo seriale delle indagini del commissario Michele Ferrara in una Firenze inquieta, mai doma, piena di tanti, troppi chiaroscuri, dal precedente episodio “Il cuore oscuro di Firenze”. Correva infatti l’anno 2013, e la scrittura secca, profonda, graffiante di Giuttari mi aveva conquistato, al punto da spingermi ad andare a ricercare tutti i precedenti episodi del ciclo Ferrara.

Poi il silenzio. Gli anni che se ne sono andati via, uno dopo l’altro, inesorabili.

Fino alla notizia della pubblicazione imminente di “Sangue sul Chianti”, e con l’approdo di Michele Giuttari alla Fratelli Frilli Editori. Ebbene la curiosità era fortissima. Che in pochissimi giorni è stata ripagata con un romanzo che mi ha travolto senza esitazioni.

Partiamo dunque da una premessa: il romanzo è lungo ben 467 pagine, ma non c’è assolutamente da spaventarsi. Quando si iniziano a leggere i primi capitoli, l’effetto tipico di un racconto ampio e nel contempo incalzante, avvolgente, che non ti dà tregua, inizia a travolgere il lettore, compreso quello più scafato, abituato alle tecniche di narrazione giallistico-noir. Giuttari mostra ogni particolare, non indulge sulle spiegazioni, tranne che per lo stretto necessario, e nel contempo dimostra di tessere una trama che apparentemente è semplice, chiara, evidente a prima vista, ma che in realtà nasconde risvolti sempre più problematici. E lo fa con una gradualità progressiva, con una musicalità nel fraseggio che si insinua pagina dopo pagina, dove gli intrecci, le angolazioni di visuale, si trasformano in una polifonia di taglio cinematografico, e in una crescita musicale continua a metà tra il sinfonismo tardo-romantico di Anton Bruckner e gli scatti incalzanti reiterati del migliore Hans Zimmer.

Quello di Michele Giuttari è unico, è il suo stile, dove la finzione narrativa appare in tutto il suo realismo, veridicità, capacità di farci toccare con mano le scene più cruente, come si sviluppano, ma nel contempo si impara ad apprezzare la sua attenzione e buon gusto nel distogliere la telecamera, quasi per voler proteggere il lettore dal male e dalle sue insidie. Il suo è un modo particolare di illustrare il male, nelle sue sfumature più insidiose, perché lo fa attraverso l’ottica di chi vuole perseguire il raggiungimento della verità, della giustizia che possa sempre trionfare, nonostante depistaggi, corruzioni nelle aule di tribunale, operazioni taroccate in cambio di promozioni nei più svariati livelli. E tutto questo scenario molteplice, fatto di lati oscuri, dove Firenze diventa il punto di partenza per una narrazione globale, ampia, che affascina, conquista ed entusiasma il lettore, a mano a mano che la lettura procede, non smette di coinvolgerti. Al punto tale che, quando si giunge alla fase conclusiva, non c’è più bisogno di fare lo “spiegone”, di riepilogare, di motivare, di rimettere a posto tutti i tasselli. Perché tutti quei meccanismi si sono già sviluppati nella mente del lettore attento, è tutto chiaro. E non serve più aggiungere altro.

Proprio qui sta la grandezza e nel contempo la straordinaria umiltà di Michele Giuttari, che ha sentito profondamente la necessità di alzare ulteriormente l’asticella, di mettersi in gioco con uno slancio energico, una capacità di progettazione narrativa davvero elevatissima, e soprattutto di dimostrare fino in fondo le proprie qualità narrative e di non smettere di mettere nero su bianco i risvolti reali, concreti, del sistema investigativo e giudiziario italiano. E nel contempo di fornirci, sempre con i fatti, sempre secondo l’intramontabile motto “show, don’t tell”, un quadro situazionale ampio, completo, articolato, e una visuale delle vicende che si sviluppano in un modo così incalzante, così entusiasmante, così carico di energia, da lasciarmi stupefatto. E capire, una volta di più, che si può credere nella giustizia, si può credere nel trionfo della legalità, nonostante i depistaggi, nonostante i tentativi – maldestri o ben depistati – di creare finte verità, finti colpevoli, in realtà vittime di un sistema corrotto fino all’inverosimile, nonostante tutto.

Di fronte a romanzi come “Sangue sul Chianti”, non si può che uscire rigenerati, carichi di entusiasmo, visibilmente soddisfatti dalla lettura, e provare ancora una volta il valore della lettura che sa arricchirti, sa farti ragionare, e sa farti credere nel valore di chi ha sempre servito lealmente lo Stato e le istituzioni della Repubblica, fino in fondo, con sacrificio e senso della rettitudine. Proprio in questo meraviglioso romanzo risiede la grandezza di Michele Giuttari, che ha saputo travasare il suo vissuto di investigatore, di sbirro dotato di acume e sguardo analitico, nel suo alter ego, il commissario Ferrara, rendendolo davvero una figura iconica nella narrativa noir italiana. E il suo ritorno sulla scena, dopo questi otto lunghissimi anni, rappresenta davvero un colpo deflagratorio a dir poco notevole. In grado di lasciare tracce profonde. Bentornato, dunque, commissario Ferrara!

Dettagli

  • Editore ‏ : ‎ Frilli (28 luglio 2021)
  • Lingua ‏ : ‎ Italiano
  • Copertina flessibile ‏ : ‎ 460 pagine
  • ISBN-10 ‏ : ‎ 8869435393
  • ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8869435393
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