Trama
Solitario, taciturno, appassionato di musica rock, Massimo Valeri è un ispettore di polizia, da tutti chiamato l’Indiano per via dei tratti somatici ereditati dalla madre, una circense di origine sinti che lo abbandonò quando aveva due anni. Vive su una barca che un tempo apparteneva al padre adottivo e non ha legami se non quello con la sua moto, che gli fa riscoprire l’anima nomade. Seduto al tavolino di un chiosco vicino al mare, sta aspettando una persona legata a un passato dal quale è fuggito molti anni prima, dopo aver vissuto la delusione del tradimento. Pietro, l’amico con cui condivideva sogni e ideali, che era come un fratello finché l’amore per Giulia non li ha divisi mandando tutto in frantumi. Una distanza incolmabile che fatalmente si è quasi annullata a Genova, nei drammatici giorni del G8, dove entrambi, senza saperlo, si trovavano a pochi metri l’uno dall’altro, solo su due fronti opposti: Massimo tra chi vestiva la divisa, Pietro tra i manifestanti No-global. Un’esperienza sconvolgente che, in modo diverso, ha lasciato su di loro cicatrici profonde. È giunto il momento della resa dei conti fra due anime una volta vicine, separate dalle scelte personali e dagli schieramenti. Un incontro che forse permetterà a entrambi di ripartire finalmente con una nuova vita. Sullo sfondo di uno degli eventi più tragici della storia recente, un romanzo di tensione mette in scena i destini di due amici che si ritrovano inesorabilmente ai due lati della barricata.
Recensione a cura di Achille Maccapani
I lettori appassionati di romanzi giallo-noir italiani che seguono da anni l’intensa e copiosa produzione narrativa di Antonio Fusco hanno avuto modo di scoprire il nuovo personaggio seriale, “l’indiano”, e cioè l’ispettore di polizia Massimo Valeri, attraverso il primo titolo del ciclo seriale, “Io sono l’indiano”, recentemente pubblicato da Nero Rizzoli.
In realtà questo primo titolo è contrassegnato da un prequel molto particolare, il romanzo “Quando volevamo fermare il mondo”, dedicato proprio al passato dell’indiano, a quel periodo estremamente intenso e difficile che fu quello del G8 di Genova del 2001. L’anniversario di questo evento, per la precisione il ventennale, ha infatti rappresentato l’occasione per la produzione di numerosi libri, saggi, graphic novel, dove l’analisi e la ricostruzione dei fatti sviluppatisi, sia pure tenendo conto della distanza temporale (vent’anni!), diventavano l’occasione per tornare su quelle vicende, per raccontare un’angolazione relativa a quello che ha rappresentato uno degli episodi più oscuri della storia della Repubblica Italiana.
E proprio da questo squarcio sul passato dell’ispettore Valeri, sul periodo vissuto come poliziotto chiamato a prestare servizio durante i giorni del G8, e sull’amicizia con un compaesano risalente agli anni giovanili che, pure lui, si ritroverà sul fronte opposto, sempre a Genova, e si troverà coinvolto suo malgrado in una di quelle retate e operazioni di pubblica sicurezza che sono state tuttavia stigmatizzate da Amnesty International e, successivamente, sono state oggetto pure di intervento della magistratura penale.
Ecco, questo romanzo non vuole raccontare affatto una sorta di “controverità” dalla parte della polizia, ma si sofferma sul vissuto immaginario di Massimo, che si trova coinvolto nelle giornate fin troppo intense, alle prese con piccole e grandi difficoltà, come un piccolo tassello all’interno di un ingranaggio più grande, che poi è impazzito, e ha suscitato un’eco mediatica mondiale ancora adesso viva. E che ci fa capire ancora di più quanto sia importante il cammino di un sistema democratico, anche all’interno delle forze di polizia. Non a caso il capitolo conclusivo di questo libro si stacca dalla “finzione narrativa” e si sofferma proprio sui passi in avanti, sui percorsi che sono stati sviluppati proprio per dare una connotazione diversa, più attenta, e rispondente ai valori democratici della nostra Nazione, da parte della Polizia di Stato.
E proprio in questo si gioca il valore di questo romanzo. Che, ripeto, non si configura come una mera difesa d’ufficio del ruolo della Polizia italiana di fronte ai fatti del G8 di Genova, bensì come un’immersione piena nel vissuto quotidiano, nei disagi di chi indossa la divisa, è chiamato a garantire la sicurezza dei cittadini e del patrimonio pubblico, e nel contempo è consapevole di quelle che sono le regole della democrazia.
Dettagli prodotto
- Editore : Giunti Editore (23 giugno 2021)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 252 pagine
- ISBN-10 : 8809901940
- ISBN-13 : 978-8809901940