Psyco è un romanzo straordinario sotto tanti punti di vista. In primo luogo lo stile e la voce del romanzo, narrato da una terza persona soggettiva con un punto di vista multiplo, che spazia da Norman a Mary Crane, Sam Loomis, e Lila Crane. Uno stile asciutto e diretto, in grado di evocare spesso sensazioni da brivido e un senso di catastrofe incipiente, oltre a mantenere vivo il mistero sino all’ultima pagina. Letture che variano dal mondo spirituale alla tassidermia, evocano atmosfere cupe e sinistre, così come le descrizioni degli ambienti, la vecchia casa e il motel in cui sono ambientate le scene che hanno Norman come protagonista. Un rapporto strano, morboso e tra una madre oppressiva e dominatrice e un figlio ribelle solo nelle sue intenzioni. La cosa che rende straordinario questo romanzo è il suo tema principale, ovvero il fatto che ognuno di noi deve fare i conti con il suo lato oscuro. Norman ha un’ombra dentro di sé che lo porta ad azioni estreme, ma ciascun personaggio (Mary Crane ad esempio) di questo romanzo ha fatto i conti con delle decisioni ai limiti dell’etica e della morale. Ciò rende la storia d’impatto e permette uno sviluppo della trama organico e convincente, che regala un’immersione totale in questa cupa realtà.
Nonostante film di successo e serie televisive (Bates Motel) veramente ben fatti, consiglio a tutti, soprattutto agli amanti del thriller psicologico, di recuperare in libreria la vostra copia di questo romanzo, il cui unico “difetto” è quello di evaporare tra le mani.