Genere:
Piani inclinati – Eleonora Carta
Due bambini scomparsi nel folto dei boschi nel nord della Sardegna. Un solo uomo conosce quei luoghi. Una sola donna può entrare nella mente di chi li ha presi. Soltanto insieme potranno mettere fine alla scia di paura che attanaglia l’isola. Nel cuore di un’estate rovente, il caso di Niccolò Solinas, di anni sette, scomparso dalla sua casa di Bortigiadas, in provincia di Olbia, si trasforma in un’indagine per omicidio quando il suo corpo viene ritrovato nel folto dei boschi del Monte Limbara, legato e con tracce evidenti di strangolamento. Il cadavere è stato scoperto da un ispettore della Forestale in perlustrazione, Daniele Fois, uomo schivo, poco disciplinato, grande conoscitore della natura impervia dei luoghi. Per questo, e perché solo con lui la gente del posto pare disposta a confidarsi, viene coinvolto nelle indagini. Nonostante i tentativi di mantenere il riserbo per guadagnare vantaggio sugli autori del crimine, la notizia della morte del bambino arriva alla stampa e il terrore di una nuova ondata di rapimenti invade l’Isola. Per questo, dal ministero viene subito inviata Linda De Falco, maggiore del ROS di grande esperienza e preparazione che, appena giunta sul posto, si rende conto della totale inadeguatezza delle forze e delle persone a sua disposizione. Tanto più che, dopo poche ore, viene avvertita della scomparsa di un altro bambino, anche lui di sette anni, di ottima famiglia. Linda è una donna competente, severa, esigente, sofisticata e maniacale sul lavoro. L’abitudine ad andare oltre alle apparenze e la notevole capacità di leggere l’animo umano la portano a fidarsi di un’unica persona tra quelle a sua disposizione: Daniele Fois. I due non potrebbero essere più diversi, ma dovranno unire le proprie competenze per fermare la mano che sta piegando anche gli spiriti più forti.
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Recensione a cura di Gianluca Morozzi

Funziona tutto. È la prima cosa che viene da dire al termine della lettura di alcuni romanzi, ed è la prima cosa che viene da dire al termine della lettura di Piani inclinati. Sembra un commento banale, invece è un grande complimento per chi questa storia l’ha scritta e ne ha miscelato con cura gli ingredienti. Per far funzionare bene un romanzo di 448 pagine di ingredienti ne occorrono parecchi: un’indagine oscura e intricata, dei protagonisti ben delineati e in grado di interagire in modo credibile, dei comprimari azzeccati, un giusto ritmo, e magari un’ambientazione azzeccata e affascinante come certi angoli della Sardegna, con i loro paesaggi e le loro storie. Non era facile mettere tutto insieme, ed è questo che rende così riuscito questo romanzo. Aspettiamo nuove avventure del maggiore Linda De Falco, adesso.

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