Torna Alessandro Robecchi, con la sua creatura di carta fortunata: Carlo Monterossi, detective dilettante, conduttore televisivo per necessità, nel libro intitolato Pesci piccoli, edito da Sellerio editore.
Alessandro Robecchi con quest’ultimo libro è all’undicesimo capitolo delle avventure del suo protagonista di carta, ironico e cinico come non mai. Qui avrà a che fare con un prete con la faccia di Reege di Beautiful , che lascia la tonaca, e va a vivere in campagna con una ex pornostar, qui divenuta una specie di perpetua, e fa proseliti con un crocifisso che a tratti si illumina, e con le sue prediche “illuminate”. Dall’altra, invece, abbiamo lo stesso Carlo Monterossi, che abbandonati i panni da autore televisivo veste quelli di investigatore dilettante, e aiuta Oscar Falcone e Agatina Cirrielli a far luce su uno strano furto avvenuto all’interno di una azienda, assai misteriosa.
Ma andiamo per ordine.
Da una parte Carlo è costretto dalla sua “capa” Flora De Pisis a recarsi a Zelo Surrigone a fare la conoscenza con questo prete spretato che attrae un gran numero di fedeli con le sue prediche e con il miracolo del crocifisso illuminato, a cui fa seguito la richiesta di fare donazioni utilizzando il proprio codice Iban, per sostenere tutta la baracca. A seguito di questa visita, il prete dovrà essere invitato a far parte della trasmissione Crazy Love, per raccontare il suo vissuto e chiedere ulteriori fondi.
Dall’altra abbiamo l’azienda Italiana Grandi Opere che subisce un furto considerato un po’ anomalo:
“Domenica qualcuno si è introdotto qui dentro. Tra le 9,30 e le 10 meno un quarto di sera. Ha preso tre buste. Una con dei soldi, per la precisione 65.000 euro in contanti; un documento relativo a un’opera in corso di progettazione e una chiavetta usb relativa alla stessa opera, una grande diga in costruzione in Ghana, del valore di quattro miliardi di dollari.”
E’ possibile effettuare un furto di tale portata? Quali conseguenze potrebbe determinare?
Carlo suggerisce di effettuare immediatamente delle indagini su chi sia in realtà questa azienda.
“Italiana Grandi Opere costruisce cose grosse un po’ dappertutto, le dighe in Egitto, negli anni ’60 e ’70, ma prima ancora l’Africa coloniale, italiana e non, strade e autostrade, aeroporti, infrastrutture, ponti. Si tratta di ingegneria in cemento armato ed ingegneria finanziaria.”
E’ mai possibile che un tale colosso non abbia adeguatamente protetto il suo luogo di lavoro, e ciò che ivi era contenuto? E’ certo che il furto nasconde qualcosa di molto più grande e devastante. E non sarà facile risolvere il caso.
Il titolo del romanzo, Pesci piccoli, esprime bene la dicotomia che caratterizza il romanzo. Da una parte i pesci piccoli, rappresentati dai delinquenti che smerciano droga e commettono rapine, o che si macchiano di piccoli reati penali. Dall’altra il Male ai piani alti, quello commesso dalle grandi aziende, che intrallazzano, guadagnando cifre enormi con il malaffare e quant’altro. In mezzo la duplicità di vivere di un protagonista che rimane nel cuore e nella mente dei suoi lettori affezionati:
“ Le vite pettinate che Flora mette in scena, l’iperrealismo, la finzione grottesca della tv con cui lui stesso ha contribuito ad insozzare il Paese, gli danno la nausea, e invece le investigazioni, le indagini gli permettono di vedere vite e persone così come sono, vere, sporche, banali nella loro semplicità degradata e corrotta, certo, ma vera. Viva. “
Dunque un romanzo di genere, ben caratterizzato, dalla trama complessa, un po’ ingarbugliata e complicata, ma verosimile purtroppo alla realtà quotidiana. Una lettura intrigante, caratterizzata da uno stile fluido, a tratti cinico ed ironico, ma molto attraente e di buona qualità. Una ulteriore confermata per uno stimato autore di gialli. Complimenti!