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Paura - Stefan ZweigTrama : Irene Wagner, bella viennese della migliore borghesia e moglie di un noto penalista, sta scendendo rapida le scale di una casa non sua dopo aver fatto visita all’amante, un giovane pianista. Ma lì, su un pianerottolo, il fato la attende sotto le spoglie di una sordida ricattatrice. Quella donna sa tutto di lei. E Irene cede, e paga. Ma da quel momento comincia l’incubo: le richieste di denaro aumentano vertiginosamente, e lo sguardo indagatore del marito, l’avvocato Wagner, ormai la atterrisce – certo sospetta qualcosa, forse ha subodorato l’inganno. E quello che le ha fatto notare un giorno, en passant, raccontandole delle sue esperienze professionali è terribilmente vero: spesso il colpevole soffre più per la paura di essere scoperto, per l’ansia di dover nascondere il delitto, che non per il terrore del castigo; la pena, anzi, è catartica. Che fosse un tacito invito alla confessione? Maestro della suspense, Zweig pedina l’adultera, tormentata dalla ricattatrice non meno che da se stessa e divisa fra angoscia e rimorso; ne mette a nudo la psicologia, ne dipinge gli incubi, ne svela le riflessioni, tra passi falsi, decisioni sempre rinviate e scene isteriche all’amante, a torto ritenuto complice della ricattatrice: sino al coup de théâtre finale…

Recensione :

Un viaggio  all’interno dei sensi di colpa reso in maniera chiara e dettagliata, un senso di agitazione che viene descritto nei minimi particolari, un desiderio di razionalizzare quello che la ragione non spiega.

Potrebbe essere l’incipit per un thriller moderno e invece questa recensione tratta di un racconto lungo o romanzo breve scritto nel 1910 e attuale come se appena edito. Il racconto verte sull’analisi psicologica che la protagonista tenta di compiere su se stessa, riuscendovi forse in parte ma dovendo pagare un prezzo molto alto. Ben scritto, ritmi non elevati proprio per permettere di assaporare ogni pagina e di gustarsi la storia senza dover scappare via, ma lasciando tempo per l’analisi interiore di fatti che accadono tutti i giorni ma raramente vengono riportati in questa maniera al giorno d’oggi.

L’ha fatto Zweig più di cento anni fa. Tanto di cappello.

Citazione : “Quando finisce abbandonata a se stessa e isolata, una vita avvezza a relazioni sociali così indolenti perde ogni puntello; i sensi privi del loro consueto alimento, costituito da emozioni di poca sostanza e tuttavia indispensabili, si rivoltano e la solitudine degenera rapidamente in un’aggressività nervosa contro la propria persona”.

Votazione : 5/5

Dettagli :

  • Brossura: 120 pagine
  • Editore: Adelphi (19 ottobre 2011)
  • Collana: Piccola biblioteca Adelphi
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8845926346
  • ISBN-13: 978-8845926341

 

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