Palermo Connection – Petra Reski
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Palermo Connection – Petra Reski

Trama

Palermo, oggi. La procuratrice antimafia Serena Vitale, italo-tedesca di bell’aspetto, appassionata e battagliera, conosce bene i rischi che corre quando decide di trascinare in tribunale per collusione mafiosa un politico di chiara fama. Il modello di riferimento di Serena, un famoso giudice antimafia, è stato ucciso. E lei ricorda bene la sua infanzia di figlia di un italiano emigrato in Germania, nel bacino della Ruhr, per sfuggire ai tentacoli della cosca siciliana. È decisa a combattere fino in fondo questa battaglia, costi quel che costi. Dall’interrogatorio di un riottoso testimone risulta chiaro che la rete di interessi criminosi è molto più estesa del previsto e che Serena stessa si trova in grave pericolo. Nel frattempo, un giornalista tedesco volato a Palermo alla ricerca di uno scoop per il suo giornale si lascia catturare in un gioco pericoloso di cui non comprende le regole. E il coraggioso poliziotto che Serena ha sempre considerato suo alleato sembra trasformarsi di colpo in una minaccia…

Recensione a cura di Achille Maccapani

Un esordio col botto nel mercato editoriale italiano è quello della giornalista e saggista tedesca Petra Reski, nella narrativa noir di inchiesta. Si tratta infatti della prima tappa di una trilogia dedicata alla trattativa tra Stato e mafia, che vede come scenario la Sicilia degli ultimi anni, del tutto distante da quella raccontata da Francis Ford Coppola nel ciclo de “Il Padrino” (non a caso evocato tra le righe della narrazione). Vicende di cronaca che riemergono dalla memoria di anni e anni di fatti di rilevanza nazionale sviluppati e raccontati in modo controverso, con tutte le proprie sfaccettature, vengono rielaborati e sviluppati dalla Reski con una narrazione incalzante, propria del reportage, seguendo due filoni: da una parte, l’impegno civile costante del pubblico ministero Serena Vitale nell’attività di indagine, e dall’altra le attività investigative del giornalista Wienecke. In realtà, entrambi i filoni sono uniti da un leitmotiv ben preciso, e cioè l’angolazione visuale dello scenario della Sicilia e di uno Stato corrotto fino alle sue fondamenta, attraverso gli occhi “tedeschi”. Vi è infatti un passaggio, all’interno del romanzo, che chiarisce la suddetta chiave di visuale: quello in cui si evidenzia che di fronte a un tedesco l’impegno assunto è tale e va rispettato, e che quella stretta di mano equivale a un patto da onorare in modo totale. Ebbene, proprio attraverso questa mentalità, questo alto senso del rigore e dell’autodisciplina, che contraddistingue il rapporto tra i tedeschi e le istituzioni, rappresenta la cartina di tornasole per l’autrice per mettere in risalto tutte le contraddittorietà dei personaggi coinvolti nel romanzo. A partire da Serena Vitale, la donna magistrato tutta d’un pezzo che in realtà, complice la sua singletudine, è costantemente alla caccia di amanti occasionali utili per sfogare i suoi “bollenti spiriti” di una post-quarantenne inquieta e senza una vita sentimentale stabile. Ma è in realtà Palermo, il suo retroterra, il tribunale (evocato, come nella cronaca, con la definizione di “Palazzo dei veleni”), le tradizioni gastronomiche e quelle di una religiosità arcaica, ad esplodere tra le pagine di questo romanzo. Certamente, l’angolazione teutonica potrebbe risultare poco agevole, all’inizio, per il lettore che si immerge in questo mondo narrativo per la prima volta. In realtà, proprio questa scelta voluta e difesa fino in fondo dall’autrice (che quasi si diverte a mettere in risalto le meschinerie del giornalista d’inchiesta del periodico “Fakt”, al punto da farlo coprire di ridicolo, nella fase conclusiva del romanzo: naturalmente non anticipiamo nulla, perché è giusto che sia il lettore a sentirsi coinvolto in questa trappola finale dai toni boccacceschi), una volta compresa e assorbita, si trasforma in un’efficace lente di ingrandimento per mettere in risalto la contraddittorietà reale del “sistema Italia”, con tutti i suoi chiaroscuri, e con quelle parti residue di istituzione che ancora credono nei valori della Repubblica, dello Stato, dell’ordinamento, nonostante i gradi di malaffare, di corruzione e di marciume che emergono nel corso dello sviluppo incalzante dei fatti. Petra Reski (che vive a Venezia da parecchi anni) dimostra di ben conoscere il contesto italiano, evitando di cadere nei luoghi comuni, e non manca di mettere in risalto la sua profonda attenzione rivolta al territorio italiano, con un affetto, una grinta e un grande senso della passione civile. “Palermo connection” mantiene dunque le promesse e merita di essere letto con grande attenzione. È dunque auspicabile che l’editore Fazi prosegua nel progetto di pubblicazione sul territorio italiano degli altri due romanzi della trilogia di Petra Reski, già pubblicata negli scorsi anni in Germania, perché proprio attraverso l’ascolto di queste voci narrative si possa garantire lo sviluppo di un impegno sociale e civile, e soprattutto di conoscenza, sulla scia dell’esempio tracciato da Sciascia.

 

Dettagli

  • Genere: Narrativa contemporanea
  • Copertina flessibile: 330 pagine
  • Editore: Fazi (31 ottobre 2018)
  • Collana: Darkside
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8893254344
  • ISBN-13: 978-8893254342
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