Pagine gialle
Sono così tanti i Commissari che si fa fatica a seguirne le gesta. Ne sono così tanti che ad aggiungerne uno forse non lo noterebbe nessuno. Nel dubbio, questo libro di commissari ne propone 7, così sceglierete voi quello che più vi aggrada. Occhipinti, Fabozzi, Molinari, Basile, Beltrami, Martinelli, Carotenuto: sette detective tutti diversi l’uno d’altro, tutti pronti ad affrontare i casi più disparati, tutti agguerriti, tutti preparati… meno uno, tutti speranzosi e frementi di poter essere inseriti a pieno titolo nella Inarrestabile Carica dei Commissari di Polizia che è in atto. Cari assassini, aprite bene gli occhi, attenti ai passi falsi, non lasciate tracce in giro: i sette Commissari di Lello Marangio sono arrivati, anzi sono già fra voi e vi daranno filo da torcere. Forse.
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Recensione a cura di Dario Brunetti

Ritorno in grande stile di una delle penne più imprevedibili della casa editrice partenopea Homo Scrivens, mi riferisco all’umorista Lello Marangio che sigla la sua quarta opera dal titolo Pagine gialle.

Vi chiederete cari lettori, cosa si sarà inventato questa volta? Ecco per voi una raccolta di racconti gialli con protagonisti ben sette commissari!

Sono I magnifici sette come nel film western di John Sturgess? Beh quasi!

Magnifici a suo modo lo sono e sicuramente il merito sta tutto nell’estro e nella fantasia dell’autore che ancora una volta, regala ore di piacevolissima lettura all’insegna della comicità e del mistero, riuscendo a far collimare quell’irresistibile connubio che unisce il giallo alla commedia.

Il genere giallo che spopola così tanto e che gli amanti del brivido non possono farne a meno  a incuriosirsi attraverso l’evolversi delle indagini del commissario di turno, quando poi ce ne sono ben sette, avremo sette modi di condurle e di portarle a termine, sempre se poi tutti ci riescono e ne sono capaci!

Occhipinti, Fabozzi, Molinari, Basile, Beltrami, Martinelli, Carotenuto, c’è l’imbarazzo della scelta per capire qual è il commissario che aggrada di più il lettore.

Nei racconti che vedono protagonisti i sette detective, il crimine diventa l’elemento chiave su cui si focalizza maggiormente la storia, e il tutto le ruota intorno, facendo emergere la situazione comica con la classica battuta servita al momento giusto andando a smussare e a lenire le resistenze di eventi delittuosi che sfociano chiaramente nel dramma e nella tragedia.

Nella quotidianità si consuma l’omicidio più efferato e ci sono storie dal retrogusto un po’ amaro perché attraverso le pagine di un giallo capiremo quanto la mente è qualcosa di insondabile e di sfuggente, però si sa che per ogni assassino avviene la cosiddetta resa dei conti, ed è una buona notizia che forse non basta a cancellare il male che la cronaca nera ci riserva e quindi è indispensabile una risata che può alleggerire l’umore e aiutare a non farci pensare.

Se poi tra i tanti commissari ne troviamo uno che non risolve un caso, il divertimento è assicurato, proprio quel Fabozzi che fa rima con Fantozzi, un imbranato a tutti gli effetti che colleziona trasferimenti di città in città e anche quando riuscirà a scoprire un delitto sarà ormai troppo tardi perché al tempo stesso avrà combinato un nuovo guaio da fargli ottenere l’ennesimo trasferimento.

Lello Marangio è pronto a venire in soccorso grazie alla sua comicità e alla sottile ironia, per il quale si è già contraddistinto con grande merito nelle opere precedenti e anche questa volta non tradisce le attese del lettore.

Dopo aver vinto il prestigioso premio Massimo Troisi per la migliore scrittura comica con la precedente antologia di racconti Il mercatino di Roccagioiosa, l’autore partenopeo ci delizia ancora una volta tuffandosi nell’oscuro mondo del crimine grazie a sette commissari che si improvvisano Scherlock Holmes o Hercule Poirot, regalandoci una risata che è la medicina giusta per sconfiggere ogni male.

Il giallo e la commedia è un cocktail ben riuscito se si cimenta un narratore del calibro di Lello Marangio, che ci accompagna in un nuovo viaggio letterario attraverso nove imperdibili storie tutte da scoprire, dove si affrontano diverse tematiche e ogni crimine può avere anche il suo inspiegabile movente che sembra quasi che nemmeno la morte sia una cosa seria quando può diventare qualcosa di folle, illogico e irrazionale se cade nella futilità del suo gesto estremo da parte di chi lo compie, invece a suo cospetto la comicità è una cosa seria basta avere un buon medico che sappia darne la giusta ricetta, e questo prezioso volume ci vuole dare un messaggio preciso e chiaro: se si vuole morire che almeno si muoia dalle risate!

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