Non c’è tregua per il vice ispettore e brillante profiler Aurora Scalviati: sono passati appena quattro mesi da quando si è occupata del caso intricato ed estenuante del Lupo Cattivo narrato in “Aurora nel buio” e già la ritroviamo coinvolta in un’indagine più complessa ed articolata della precedente, che la vede, inizialmente, sospettata di un raccapricciante omicidio.
Le vicende che seguiamo in questo thriller abilmente concepito in realtà sono due e corrono su binari paralleli, quello della protagonista e quello del sovrintendente Bruno Colasanti. Entrambi testardi, orgogliosi e feriti l’uno dall’altra, faticheranno non poco per trovare il giusto punto di equilibrio e stabilità che unirà le due storie fino all’epilogo adrenalinico e inatteso.
È un romanzo dal forte impatto emotivo, che parte in quarta, veloce come le corse clandestine a cui partecipa Colasanti e come il “non smettere di muoverti” di Aurora, per non farsi raggiungere dai demoni, brutti sogni e cattivi pensieri. Lo stesso succede al lettore che assorbe la velocità dei protagonisti guidato dalla scrittura incalzante ed efficace della Baraldi e che si ritrova a non voler posare il libro mai!
La sensibilità dell’autrice nel descrivere i personaggi è profonda e vivida: i loro sentimenti, stati d’animo e pensieri sono tratteggiati con cura e passione.
Tra tutti spicca, chiaramente, la protagonista: la sua forza interiore, il suo coraggio, la caparbietà e la scarsa diplomazia, contrapposte al disturbo bipolare, alla fragilità e alle paure che a volte la attanagliano, la rendono un personaggio completo, unico e umano, verso il quale provare empatia è naturale come respirare.
Nel testo sono inseriti numerosi rimandi al precedente romanzo “Aurora nel buio”, necessari a chiarire alcune vicende che legano i due libri; “Osservatore oscuro” quindi può essere letto a prescindere, ma non leggerli entrambi sarebbe un vero delitto!