Osservatore Oscuro
Per Aurora Scalviati, giovane profiler della polizia di Sparvara, i colleghi Bruno Colasanti, Tom Carelli e Silvia Sassi sono diventati la famiglia che non ha mai avuto. Ma tutto è destinato a cambiare con il ritrovamento, alla Certosa di Bologna, del cadavere di un uomo senza nome né documenti di riconoscimento. Gli unici indizi sono la bocca cucita, il corpo martoriato da un’antica, feroce tortura e un tatuaggio sul petto con il nome di Aurora, eseguito postmortem. Sospettata di essere coinvolta nell’omicidio e interrogata senza sosta, Aurora deve scontrarsi non solo con la diffidenza dei superiori, ma anche con quella dei suoi più stretti collaboratori. Persino il suo rapporto con Bruno viene messo a dura prova. Il poliziotto, avvilito per le complicazioni del suo rapporto con Aurora, si è fatto coinvolgere, sotto falso nome, in un giro di corse clandestine in cui bazzicano neonazisti e membri della malavita organizzata. Tom e Silvia, invece, sono troppo impegnati con i loro nuovi incarichi, l’uno presso la polizia postale e l’altra con l’accorpamento dei forestali con i carabinieri. Ognuno di loro, però, non sa di essere diventato il bersaglio di un serial killer che ha intenzione di uccidere uno per uno le persone più vicine ad Aurora. La sua rete di morte, gravata di minacciose simbologie nordiche che affondano nei più sanguinosi riti vichinghi, si stringe fino a raggiungere il collo di Isaak Stoner, il maestro di Aurora, il suo padre spirituale. Valraven è il nome in codice dell’assassino, il corvo sovrannaturale che per le antiche popolazioni scandinave divorava i corpi dei morti sul campo di battaglia. Solo una ragazza ferita e sofferente come Aurora Scalviati può raccogliere questa sfida. Lei e i fantasmi che la scortano e che, ancora una volta, si dimostreranno terribilmente reali…
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Non c’è tregua per il vice ispettore e brillante profiler Aurora Scalviati: sono passati appena quattro mesi da quando si è occupata del caso intricato ed estenuante del Lupo Cattivo narrato in “Aurora nel buio” e già la ritroviamo coinvolta in un’indagine più complessa ed articolata della precedente, che la vede, inizialmente, sospettata di un raccapricciante omicidio.

Le vicende che seguiamo in questo thriller abilmente concepito in realtà sono due e corrono su binari paralleli, quello della protagonista e quello del sovrintendente Bruno Colasanti. Entrambi testardi, orgogliosi e feriti l’uno dall’altra, faticheranno non poco per trovare il giusto punto di equilibrio e stabilità che unirà le due storie fino all’epilogo adrenalinico e inatteso.

È un romanzo dal forte impatto emotivo, che parte in quarta, veloce come le corse clandestine a cui partecipa Colasanti e come il “non smettere di muoverti” di Aurora, per non farsi raggiungere dai demoni, brutti sogni e cattivi pensieri. Lo stesso succede al lettore che assorbe la velocità dei protagonisti guidato dalla scrittura incalzante ed efficace della Baraldi e che si ritrova a non voler posare il libro mai!

La sensibilità dell’autrice nel descrivere i personaggi è profonda e vivida: i loro sentimenti, stati d’animo e pensieri sono tratteggiati con cura e passione.

Tra tutti spicca, chiaramente, la protagonista: la sua forza interiore, il suo coraggio, la caparbietà e la scarsa diplomazia, contrapposte al disturbo bipolare, alla fragilità e alle paure che a volte la attanagliano, la rendono un personaggio completo, unico e umano, verso il quale provare empatia è naturale come respirare.

Nel testo sono inseriti numerosi rimandi al precedente romanzo “Aurora nel buio”, necessari a chiarire alcune vicende che legano i due libri; “Osservatore oscuro” quindi può essere letto a prescindere, ma non leggerli entrambi sarebbe un vero delitto!

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