Recensione a cura di Alessandra Rinaldi
Ritroviamo Christian Frascella con il quarto episodio della serie Contrera: Omicidio per principianti. La scelta di Contrera.
Contrera è un ex poliziotto, ora investigatore privato, ha l’ufficio in una lavanderia a gettoni. La sua vita privata è un disastro: non ha quasi rapporti con la figlia Valentina. La ex moglie Anna, aspetta un figlio suo, non desiderato, frutto di una notte di passione occasionale. Lo sbirro vive con la sorella Paola e il cognato Ermanno, che si aggiunge alla lista di quelli che odiano Contrera e non perde occasione per “invitarlo” a trovarsi un altro alloggio. Come se non bastasse anche l’amore della sua vita, Erica, l’ha abbandonato. Eppure, il detective riesce a dare un senso a una vita catastrofica con i nipotini: Alfredo e Giada, bambini che hanno una adorazione smisurata per quello zio forse troppo sopra le righe.
La sua insaziabile curiosità e una vocazione speciale per trovarsi nei luoghi sbagliati al momento sbagliato lo portano a indagare sulla scomparsa di una coetanea della nipote: Vittoria Livatino, di sei anni.
Una ricerca che lo condurrà in un mondo purtroppo attuale: quello della pedofilia, dello sfruttamento della prostituzione e della violenza domestica.
Sarà però anche un’occasione di fare un tuffo nel passato. Contrera si ritroverà a riflettere su situazioni e scelte che porteranno alla luce difetti non solo di un uomo, di un detective, ma che purtroppo accomunano molte persone: egoismo, abbandono, menefreghismo verso amici che un tempo sembravano compagni di una vita e che, per indolenza, vengono abbandonati.
Un giallo quindi, ma un romanzo dove i sentimenti urlano per emergere. Dietro alla corazza da duro scopriremo un Contrera riflessivo, malinconico. L’agente scompare per lasciare posto a un uomo che sa di avere sbagliato, una persona che quasi all’improvviso viene messo di fronte a consapevolezze che lo lasciano sgomento. Comportamenti che, analizzati da una nuova prospettiva, gli fanno capire quanto, troppe volte, la nostra condotta faccia del male.
Oltre alle elucubrazioni sulla sua vita, il poliziotto si troverà a riflettere anche su questioni di ordine sociale: quanto è importante avere il fatidico posto fisso in Italia? Cosa si è disposti a fare per ottenerlo?
E ancora temi più profondi, strazianti: il dolore per la scomparsa di un figlio. Come fare per sopravvivere a una tale atrocità?
Le indagini e il thriller rimangono il filo conduttore del libro, ma ci sono moltissimi spunti interessanti sui quali riflettere.
Frascella con la sua narrazione in prima persona ci trasporta in un mondo senza fronzoli, così come è la sua scrittura: diretta e, a volte, irriverente. Contrera è un uomo dei nostri tempi e il suo linguaggio è attuale, colorato da esclamazioni e intercalari che ci fanno sorridere.
Veniamo catapultati in una Torino dalle mille sfaccettature. La città ha dato i natali all’autore e si evince che Christian la conosce bene. Strade, negozi, case e persone si presentano nitide al nostro sguardo, in una descrizione sempre più intensa, con le gocce di pioggia che si intersecano alle lacrime e bagnano il volto del lettore.
Un susseguirsi di emozioni, di suspense che ci prendono per mano e ci conducono a un finale forse inaspettato, ma coerente con la caratterizzazione del personaggio, fedele alla sua evoluzione.
Chi è un eroe? Che significato diamo a questa parola? Non bastano gesti eclatanti se non puoi salvare le persone che ami.