Recensione a cura di Adriana Rezzonico
Un sasso si scaglia contro una vetrata e la manda in frantumi. Da questa fessura, pur con molta cautela. mi infilo nella trama del nuovo libro di Fabio Mundadori.
L’autore irrompe nella sua amata Bologna, quella esoterica, e ci accompagna nelle viscere, tra i suoi canali e le colline circostanti.
Le schegge di vetro impazzite danno vita ai personaggi che sono tutti ben definiti.
Ritorna Cesare Naldi ancora provato dalla strage ferroviaria ma ricco di umanità, con una dolcezza disarmante e una tenacia che lo contraddistinguono.
Mundadori ci dona una storia forte con luci e ombre che velano il centro storico della città, ma anche l’animo umano… E le ombre sono ovunque e si propagano dal fulcro cittadino ai vicini colli o nelle cantine che custodiscono il pregiato nettare locale.
Ritrovo un autore più maturo, a tratti più cattivo e incisivo, che affonda nella cronaca più truce e disperata.
Eppure si accosta al mondo femminile in maniera garbata, trattando un argomento molto delicato come la gravidanza in ogni sua declinazione.
Un viaggio che vi consiglio nel cuore di Bologna e nelle viscere umane.
…luci e ombre scritte con una Olivetti “lettera 22”.
…eppure c’è qualcosa che non verrà mai restituito, buon lettura!