Recensione a cura di Vienna Rao
Vittoria, protagonista della vicenda, si fa spazio nei nostri cuori e ci conquista con la forza che si cela dietro la fragilità che la contraddistingue, in un delicato periodo della sua vita. Ciò che incrementa la nostra stima è il fatto che Vittoria ha saputo chiedere aiuto al momento giusto, prima che la situazione precipitasse, rivolgendosi a una psicoterapeuta.
Peculiari saranno i dialoghi durante i colloqui clinici in quanto ci permetteranno di scoprire come la psicoterapeuta sia riuscita a favorire (in alcuni casi addirittura pretendere) la collaborazione di Vittoria, nel difficile percorso intrapreso, al fine di ottenere un buon esito.
Oltre all’aiuto della psicoterapeuta Vittoria conosce una persona speciale che contribuisce al suo “star meglio”. Senza questo personaggio Vittoria avrebbe avuto la forza di sostenere la situazione?
Leggero come una piuma… questo incredibile romanzo ci permette di approfondire tematiche attuali e rilevanti come il ruolo della genitorialità, i meccanismi di difesa, l’elaborazione dei traumi e il ruolo dei pari in tutto ciò attraverso l’uso di metafore. Metafore che dapprima rendono immediata la comprensione, poi favoriscono la riflessione.
Uno stile fluido e lo snodarsi graduale ma coerente della trama permette di meditare su quanto narrato senza esserne troppo sconvolti ed è in sintesi il punto di forza che riconosco al romanzo.
Non mi resta che augurarvi buona lettura!
Trama
Sono le nostre imperfezioni a renderci più forti. Sono loro a tracciare la strada delle nostre cose interrotte.
«L’amore che ognuno di noi riceve ha la stessa funzione delle stelle per i navigatori. Ci indica la rotta. Rimane in fondo alle nostre tasche, così, ogni volta che lo desideriamo, ogni volta che ne sentiamo la necessità, possiamo accertarci che sia sempre lì affondandovi una mano.»
Mi chiamo Vittoria e la mia vita è perfetta.
Ho una grande casa e tanti amici. Non mi interessa se mia madre si comporta come se io non esistessi. Se mio padre è morto quando ero piccola. Se non ricordo nulla della mia infanzia. Se, anche circondata da persone e parole, sono in realtà sola.
Io indosso ogni giorno la mia maschera, Vittoria la brava figlia, la brava amica, la brava studentessa. Io non dico mai di no a nessuno. Per me va benissimo così.
È questo senso di apnea l’unica cosa che mi infastidisce. Quando mi succede, quello che ho intorno diventa come estraneo, sconosciuto. Ma è solo una fase. Niente potrebbe andare storto nel mio mondo così impeccabile.
Ero convinta che fosse davvero tutto così perfetto. Fino al giorno in cui ho ritrovato i pezzi di un vecchio carillon di ceramica. Non so cosa sia. Non so da dove provenga. Non so perché mi faccia sentire un po’ spezzata e interrotta, come lui. Ma so che, da quando ho provato a riassemblarlo, sono affiorati ricordi di me bambina. Della voce di mio padre che mi rassicura mentre mi canta una ninnananna. Momenti che avevo sepolto nel cuore perché, come quel vecchio carillon, all’improvviso si erano spezzati per sempre.
Eppure ora ho capito che è l’imperfezione a rendere felici. Perché le cose rotte si possono aggiustare e diventare ancora più preziose
Dettagli
- Genere: Narrativa
- Copertina flessibile: 283 pagine
- Editore: Garzanti (23 maggio 2019)
- Collana: Narratori moderni
- Lingua: Italiano
- ISBN-10: 8811602750
- ISBN-13: 978-8811602750