Niente vacanze per l’ispettore Morse
Intorno alla chiesa di St Frideswide, dall’alto del suo campanile gotico, a Oxford North, si vede scorrere la vita di quel pezzo di provincia inglese. Il reverendo Lawson è tiepido nella fede come lo è in tutto, tranne che nella raccolta delle offerte; la piacente Brenda Josephs sfoga la sua inquietudine con l’organista Paul Morris distratto dall’erotismo delle sue giovani allieve; il marito di Brenda, Harry Josephs, sagrestano, non trova pace negli umilianti, per lui ex ufficiale, lavoretti che trova da disoccupato; uno strano barbone entra ed esce dalla canonica; qualche vecchia beghina sa qualcosa; una donna formosa attrae l’attenzione, forse volontariamente. In questo clima sensuale e ipocrita qualcuno di loro è un assassino, qualcuno di loro sarà una vittima: e i delitti avvengono in un trascinamento impercettibile delle azioni umane, quasi che fosse l’ambiente a contenere un magnetismo che muove i protagonisti. La chiave della suspense dello scrittore Colin Dexter, ultimo e innovatore rappresentante del giallo classico inglese, è infatti nella capacità di far derivare lo strappo della violenza omicida dalla ordinarietà delle circostanze: una trama costruita particolare dietro particolare già a partire dal soffermarsi dell’occhio narrativo sugli oggetti che designano i luoghi; personaggi non simpatici, tutti abbastanza gretti ma nessuno totalmente privo di bontà e buoni sentimenti; un sussiego scostante da città universitaria di livello prestigioso, quale Oxford.
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Nell’operazione di ripubblicare i romanzi con protagonista l’ispettore Morse (di cui ancora non si conosce il nome, tranne per l’iniziale, la E) si giunge, con questo volume, alla quarta inchiesta. Originariamente pubblicato nel 1979, e precedentemente in Italia edito come “Delitti nella cattedrale” questo episodio esprime al meglio quelle che sono le caratteristiche della serie. Il dualismo storico, che regna nel giallo classico, non manca è tra l’ispettore Morse e il povero Lewis, con il quale da lettore, ci si trova a condividere i progressi dell’indagine ma solo fino ad un certo punto. Morse non è Maigret e non è Poirot, anche se condivide con quest’ultimo la volontà di rimettere a posto tutti i pezzi e di non essere tranquillo finchè ciò non accada. Per contro Lewis è preciso, meticoloso e giudizioso e non vive all’ombra dell’ispettore capo, anche perchè quest’ultimo nutre una buona considerazione del suo collega. Quello che ne scaturisce è una lettura piacevole, intrigante e che non è priva di diversi colpi di scena. Ironico e scaltro, privo di fronzoli e diretto, lo stile di Colin Dexter è unico, come lo sono i suoi personaggi e i luoghi che disegna con poche ed efficaci parole. Morse entra di diritto attraverso la porta principale nel mondo dei personaggi cui far riferimento. Tra non molto, leggendo un giallo, non vi salterà in testa solo l’illustre duo sopra citato, ma probabilmente la vostra mente paragonerà il modus operandi a quello di un enigmatico bevitore, l’ispettore E. Morse. La citazione (pag. 98) :

– “Signora Walsh-Atkins, mi permette di chiederle quanti anni ha?”
– “Sa tenere un segreto, ispettore?”
– “Si”
-“Anch’io” bisbigliò lei in risposta.

Votazione : 5/5

Dettagli :

  • Brossura: 364 pagine
  • Editore: Sellerio Editore Palermo (19 luglio 2012)
  • Collana: La memoria
  • Lingua: Italiano
  • ISBN-10: 8838927529
  • ISBN-13: 978-8838927522
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