Neve nera – Paul Linch
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Neve nera - Paul Linch

Trama

L’inizio è subito fuoco e cenere. Ci troviamo nel Donegal, la più vasta regione dell’Ulster, nel nord del paese. Il contesto è quello tipicamente rurale e depresso di quella parte del mondo. Barnabas e Eskra Kane sono al lavoro nella loro fattoria quando uno spaventoso incendio divampa distruggendo la stalla, uccidendo tutto il loro bestiame e un uomo di nome Matthew Peoples. L’incendio viene descritto al primo paragrafo. Comincia tutto come una beffa. Era appena calata l’oscurità quando Matthew Peoples lo vide per la prima volta. La sua figura massiccia si ergeva in mezzo al campo, il braccio girato all’indietro per grattarsi la spalla. Indossava una canottiera grigia e sporca e, in silenzio, si stava interrogando perplesso su quanto aveva appena visto. Sembrava la coda di un gatto arrotolata verso il cielo, sottile e grigia, come fumo confuso dal peltro delle nuvole. La cenere che si posa infine sulla terra e sulle carcasse delle povere bestie, la neve nera del titolo. L’incendio è solo la prima delle sciagure che piano piano cominceranno a vorticare intorno alla figura sisifica di Barnabas e di sua moglie. La coppia è infatti alla periferia della Storia – di tanto in tanto Barnabas si ritrova ad ascoltare per radio le notizie su quell’Hitler che sta per capitolare a Berlino – ma cosa ancora peggiore, è alla periferia della periferia.

Voce di Roberto Roganti

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La comunità del Donegal, una comunità contadina che ci si aspetterebbe naturalmente solidale, è invece bigotta e chiusa nei confronti dei due. Il motivo è presto detto. Barnabas è un irlandese anomalo. Dapprima emigrato in America per cercare fortuna – oltreoceano lavorava nei cantieri dei grandi grattacieli – farà in seguito ritorno alla terra dei propri avi. In questa sua traiettoria egli è anti-Storico – gli irlandesi sono stati tra i più grandi emigratori di quell’epoca – e inoltre sfacciato; Barnabas torna con una moglie, che per quanto di sangue irlandese è americana, e parla una lingua diversa dal gaelico irlandese. L’ostilità verso questi stranieri d’Irlanda verrà resa in modo sempre più manifesto nello svolgersi degli eventi.

Questo ostracismo esploderà in maniera simbolica quando Barnabas, vistosi sbattere molte porte in faccia ad ogni richiesta d’aiuto ai propri vicini per avere un po’ di pietre e legna per ricostruire la propria stalla – sciaguratamente non più assicurata – finirà col prendere le pietre dai ruderi di alcune case abbandonate dai tempi della carestia. Goat McLaughlin è uno di questi vicini, un uomo anziano, con la testa calva ed una barba bianca da profeta. Anche lui è accorso alla fattoria durante l’incendio, eppure non sembra disposto ad aiutare Barnabas più di tanto. Certamente non sembra accettare la profanazione delle case. Gli scontri con Goat saranno diversi. Ignorato e accusato di pazzia per quella sua preoccupazione irragionevole più per delle pietre che non per una famiglia di vicini caduti in disgrazie, Goat McLaughlin sarà quasi profeta di sciagure ancora più tremende. Ogni sventura che si abbatterà sui Kane ha il volto sempre celato di un giovane squilibrato, compagno di fattacci del figlio Billy, eppure pare di scorgere in questo stralunato una mano divina. La ricostruzione della stalla contro ogni avversità – i vicini e le loro maledizioni, il clima e la natura avversa – ma poi anche la ricerca del cane Ciclope (nome non casuale), che sparisce e verrà poi ritrovato in maniera tremenda; e poi ancora la moglie Eskra, che lo abbandonerà così come farà Billy. E se ascoltiamo bene scopriamo con dolore che il lamento che continuiamo a sentire sotto la neve nera che ha sepolto tutto non è più quello degli animali agonizzanti o di un uomo spezzato, ma il nostro. Viene da dentro di noi.

 

Recensione a cura di Pasquale Schiavone

“La morte è una presenza invisibile intorno a noi. Noi ci limitiamo ad attraversarla. Nessuno sa quanto possiamo esserle vicino ”

Neve nera racconta di una caduta, di un fallimento, di una sconfitta. Racconta di amore, perdita, di dolore, di vendetta, incomprensione e morte che risuona rumorosamente in tutto. Racconta di scelte sbagliate, come se ne fanno tante nella vita, ma senza lieto fine stavolta. Come può capitare nella realtà. Un romanzo che, frase dopo frase, splendidamente vivo in tutta la pienezza della sua dizione e significato che la maggior parte della narrativa irlandese contemporanea sembra imbarazzata al confronto. Il linguaggio di Lynch è rozzo e tuttavia magnificamente lirico… Non riuscivo a leggere più di poche pagine alla volta senza dovermi fermare e contemplare di smettere di scrivere la narrativa da solo.

La storia si svolge nell’Irlanda del 1945,Barnabas Kane è tornato alla sua città natale in Irlanda con la sua famiglia con l’obiettivo di creare la sua fattoria e crescere suo figlio in un ambiente migliore di New York. Con la sua fattoria di discrete dimensioni e una buona mandria di bovini sembra tutto a posto fino a quando un giorno lui e il suo aiutante  Matthew Peoples notano del fumo nel cielo provenire dalla direzione della sua stalla. Il fuoco segna l’inizio di una spirale a volte desolante e Kane è costretto a fare affidamento sulla gentilezza dei suoi vicini che lo vedono ancora come un estraneo. Barnabas tenta di riprendersi dalla perdita del suo bestiame e ricostruire la stalla in modo che lui e la sua famiglia possano rimettersi in piedi. Lo seguiamo attraverso la depressione e periodi di forte motivazione e ottimismo e seguiamo anche sua moglie e il modo in cui gli eventi e gli stati d’animo del marito la influenzano. La famiglia, sfortunatamente, è costretta ad affrontare molte battute d’arresto e tragedie e, come lettore, ho sentito davvero gli alti e bassi con loro, specialmente i minimi che costituiscono la maggior parte della storia.

Neve nera è un romanzo che affronta temi importanti, quali l’incomunicabilità, la chiusura mentale, il rifiuto dell’altro, l’essere considerati stranieri in casa propria; in modo particolare Lynch smonta la retorica con cui spesso viene presentata la vita rurale, fatta di duro lavoro ma di profonda solidarietà umana: qui non ci sono valori se non quelli sterili e asfittici della consuetudine, della religiosità dogmatica e punitiva, della spietatezza nei confronti di chi in quei valori cerca un senso per poterci convivere. L’autore popola il romanzo di personaggi estremamente caratterizzati nonostante descrizioni veloci e fatte di poche parole; volti, dialoghi e azioni acquisiscono realismo grezzo e doloroso man mano che la vicenda si snoda fino a raggiungere le pagine finali, drammatiche e intense, in cui si svela la verità

Dettagli

  • Genere: Narrativa
  • Copertina flessibile:272 pagine
  • Editore:66th and 2nd (30 agosto 2018)
  • Collana:Bookclub
  • Lingua:Italiano
  • ISBN-10:8832970414
  • ISBN-13:978-8832970418
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