Recensione a cura di Elio Freda
Noir atipico questo romanzo di Antonio Mesisca almeno stando alle “regole” classicamente riconosciute al genere. La cosa che più mi ha colpito leggendo il libro è l’empatia che l’Autore riesce a creare tra Oscar, il protagonista e “io” narrante e il lettore per cui ad un tratto ci si trova quasi ad accettare cose come ad esempio il gioco d’azzardo pur di giustificare e comprendere il suo comportamento e la sua logica di pensiero. La trama è vivace e avvincente, la penna carica di ironia e di sarcasmo. Alla fine ci sono vincitori e vinti anche se rimane difficile capire chi mettere da una parte e chi dall’altra. Un romanzo sicuramente originale per lo sviluppo e per i colpi di scena. A me è rimasto qualche dubbio su alcune scelte (in particolare nella costruzione della trama) dell’Autore e vi confesso che qualche pagina in più, soprattutto nella parte finale, non mi sarebbe dispiaciuta. Questo rientra però nei gusti personali e quindi vi consiglio di leggere Nero Dostoevskyij, per l’originalità del testo e per l’amicizia ideale che stringerete con Oscar anche se, visto il tipo, mi rimane un dubbio: valeva la pena farsi amico un tipo del genere?